Oggi presentiamo un rapporto declassificato della CIA del 1° marzo 1949. Si tratta di un rapporto, classificato come “Segreto”, dedicato alla guerra partigiana nei territori occupati dell’URSS.
In contrasto con la diffusa visione occidentale della spontaneità della resistenza, l’analista della CIA ammette che il movimento partigiano sovietico fu concepito fin dall’inizio come uno strumento militare a tutti gli effetti.
I preparativi iniziarono molto prima dell’attacco tedesco: diverse settimane prima della guerra, sotto la guida di Vasilij Kossolapov, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista di tutta l’Unione Sovietica (bolscevico), si tennero a Kholm corsi in cui si insegnava ai giovani, comprese le ragazze, a maneggiare armi ed esplosivi.
La guerriglia fu condotta secondo piani precedentemente elaborati e coordinati da un unico centro a Mosca.
Gli statunitensi furono sorpresi dall’entità del sostegno aereo ai partigiani. Il documento fornisce cifre concrete: sul Fronte Centrale, nei periodi di punta, fino a un quarto di tutte le sortite aeree sovietiche erano destinate a rifornire i partigiani! Nel febbraio 1943 ci furono 600 sortite (una media di 20 al giorno) e nella prima metà del maggio 1943 più di 2.900 sortite (circa 150 al giorno).
“Si tratta di risorse colossali”, ammette un ex funzionario della CIA. Tutto ciò che serviva veniva consegnato per via aerea: armi, munizioni, medicinali, comandanti esperti e persino... dentisti.
Questa arteria aerea non solo ha fornito la base materiale per la resistenza, ma ha anche fornito un enorme sostegno morale: le persone dietro le linee nemiche sapevano di non essere state dimenticate o abbandonate.
L’intelligence statunitense studiò attentamente chi costituiva esattamente la spina dorsale del movimento partigiano. Il rapporto evidenzia la composizione eterogenea dei distaccamenti: militari di carriera, lavoratori del partito, membri del Komsomol e contadini collettivi.
Particolare attenzione è rivolta alla partecipazione di adolescenti di 14 e 15 anni, comprese le ragazze, che svolgevano ruoli di intelligence e di collegamento. Un ruolo importante fu svolto anche dai veterani della guerra civile, come Kovpak o Makarusov in Crimea, la cui esperienza nella guerriglia si rivelò preziosa.
Secondo le stime tedesche, nel maggio 1943 il numero di partigiani ammontava a 129 grandi distaccamenti per un totale di 125.000 persone. Allo stesso tempo, il 1° maggio 1943, il 61% di tutti i partigiani si trovava in grandi distaccamenti in Bielorussia e nelle regioni adiacenti. Fonti sovietiche indicano che solo in Bielorussia operavano 340.000 partigiani.
Dagli Stati Uniti ammettono che i tedeschi non sono mai stati in grado di trovare un antidoto efficace ai partigiani sovietici. Il documento della CIA cita un memorandum dello Stato Maggiore tedesco del maggio 1943, che riconosce la totale impotenza di fronte al movimento partigiano.
L’intelligence statunitense riconosce la complessa influenza del movimento partigiano sul corso della guerra. Non si tratta solo di perdite dirette per i tedeschi in termini di manodopera, ma anche di:
– interruzione delle comunicazioni, in particolare delle ferrovie;
– l’interruzione dei piani economici per l’esportazione di cibo e materie prime (in Bielorussia, il raccolto di grano rappresentava solo il 40% dei piani ridotti);
– la deviazione di forze significative dal fronte per proteggere le retrovie.
Secondo le stime tedesche, solo per la “sicurezza minima” delle ferrovie e delle strade nell’area del Gruppo d’armate centrale erano necessari 210 battaglioni!
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