Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

21/01/2014

USA, il cocktail del boia

di Mario Lombardo

Il dibattito attorno alla pena di morte negli Stati Uniti è tornato a riaccendersi in questi giorni in seguito alla raccapricciante esecuzione di un condannato a morte in un carcere dell’Ohio, ucciso da un’iniezione letale dopo quasi mezz’ora di agonia. L’atroce spettacolo andato in scena la settimana scorsa in un braccio della morte nello stato del Midwest è stato dovuto con ogni probabilità all’utilizzo di un nuovo mix di farmaci mai testato in precedenza e a cui le autorità hanno fatto ricorso per ovviare all’indisponibilità delle sostanze comunemente usate fino a poco tempo fa.

L’esecuzione del 53enne Dennis McGuire - condannato per lo stupro e l’assassinio di una donna incinta nel 1989 - era stata autorizzata in maniera definitiva dopo che un giudice distrettuale aveva respinto un ultimo ricorso dei suoi avvocati, preoccupati per i possibili effetti delle nuove sostanze da utilizzare nel caso del loro cliente.

Il via libera del tribunale è avvenuto nonostante la mancanza di certezze sull’efficacia del nuovo metodo che, come previsto da vari esperti, ha infatti causato enormi sofferenze al condannato, risolvendosi di fatto in una “punizione crudele e inusuale” in violazione dell’Ottavo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. In precedenza, anche il governatore dell’Ohio, il repubblicano John Kasich, aveva negato una sospensione della condanna, bocciando un’altra richiesta della difesa, la quale aveva sostenuto che McGuire soffriva di disturbi mentali essendo stato vittima di abusi sessuali da bambino.

Secondo i testimoni presenti, in ogni caso, all’inizio la sua esecuzione era sembrata procedere senza problemi. Dopo alcuni minuti, tuttavia, il condannato ha cominciato a respirare rumorosamente e in maniera affannosa, agitandosi convulsamente e aprendo e chiudendo la bocca in continuazione. Dalle descrizioni non è stato possibile accertare se McGuire fosse cosciente o meno durante la procedura.

Di fronte all’orrore dei suoi familiari, McGuire è stato dichiarato morto dopo ben 26 minuti in un’esecuzione che è risultata la più lunga tra quelle portate a termine in Ohio da 15 anni a questa parte, da quando cioè lo stato ha reintrodotto la pena di morte. Secondo un’esperta legale della Fordham University sentita da Al Jazeera, una normale esecuzione tramite iniezione letale dovrebbe durare dai 2 ai 3 minuti, anche se le condanne eseguite nell’ultimo decennio in Ohio hanno talvolta richiesto fino a 10 minuti.

Ad uccidere Dennis McGuire è stata l’introduzione nel suo corpo di due sostanze, un potente sedativo (midazolam) e un antidolorifico (hydromorphone), in sostituzione dei tre farmaci utilizzati nella procedura standard di quasi tutte le esecuzioni avvenute negli USA in questi ultimi anni (cloruro di potassio, pancuronio e pentobarbital).

Come già anticipato, gli effetti della combinazione dei due nuovi farmaci non sono mai stati testati sull’uomo, mentre i medici avevano ipotizzato proprio il genere di sofferenze patite dal detenuto giustiziato giovedì scorso in Ohio.

Il mix dei tre farmaci era stato abbandonato in alcuni stati dopo che le case produttrici ne avevano interrotto le forniture destinate agli USA perché i loro prodotti erano appunto usati nelle procedure di esecuzione capitale.

Le autorità statali, a cominciare proprio dall’Ohio, avevano allora sperimentato nuovi metodi, ricorrendo in particolare ad un singolo farmaco, come l’anestetico tiopental sodico. L’azienda Hospira, che produceva quest’ultima sostanza in un impianto in Italia, ha però ben presto interrotto le forniture a causa delle normative che in Europa impediscono la vendita di farmaci utilizzati per le condanne a morte.

Successivamente, gli stati americani a corto di farmaci letali hanno optato per il solo pentobarbital, ma anche in questo caso la compagnia produttrice - questa volta danese - ha bloccato le vendite alle autorità degli Stati Uniti. I singoli stati, perciò, hanno iniziato una ricerca affannosa di sostanze legali ed efficaci per giustiziare i loro condannati a morte.
Lo stato del Missouri, ad esempio, ha studiato l’ipotesi di ricorrere al propofol, un altro potente e popolare anestetico, anche se la proposta è stata subito abbandonata per il timore che questa sostanza potesse essere boicottata dai produttori europei, causando problemi di approvvigionamento anche per gli ospedali americani.

La selezione di sostanze adatte alle esecuzioni negli USA è complicata poi dal fatto che qualsiasi cambiamento delle procedure stabilite deve passare attraverso lunghi procedimenti legali e di approvazione, dovendo rispettare la già ricordata norma costituzionale che vieta punizioni crudeli e inusuali.

Il ricorso ai due farmaci che hanno ucciso la settimana scorsa Dennis McGuire aveva ottenuto infine l’approvazione dei tribunali, così che le prime esecuzioni del 2014 sono state portate a termine con modalità mai testate in precedenza e con drammatiche conseguenze. Già nel corso della procedura di condanna a morte eseguita un paio di settimane fa in Oklahoma, infatti, il detenuto Michael Lee Wilson, poco dopo la somministrazione dell’iniezione letale, aveva esclamato di sentire il proprio corpo “bruciare”.

Nel solo Ohio, invece, ci sono attualmente 138 detenuti nel braccio della morte e questo stato è uno dei pochi ad avere visto aumentare negli ultimi anni il numero di condannati alla pena capitale. Nel 2013, l’Ohio ha giustiziato 6 detenuti e 5 verranno messi a morte nel 2014, un numero superiore soltanto a Texas e Florida. Già in passato, inoltre, questo stato ha avuto problemi con le esecuzioni, come nel settembre del 2009, quando la condanna di Romell Broom venne interrotta dopo due ore e decine di tentativi di individuare una vena per iniettargli il cocktail letale.

Mentre i familiari di Dennis McGuire hanno fatto sapere di volere denunciare le autorità dello stato dell’Ohio per la disastrosa procedura di esecuzione di giovedì scorso, la ricerca di metodi alternativi ed economici per giustiziare i condannati ha fatto già emergere tendenze fascistoidi negli Stati Uniti.

In particolare, due deputati repubblicani delle assemblee statali di Missouri e Wyoming nei giorni scorsi hanno annunciato la prossima presentazione di leggi per autorizzare le esecuzioni capitali tramite fucilazione. Questo metodo è d’altra parte ancora contemplato in alcuni stati americani, tra cui lo Utah, dove dal 1977 a oggi sono stati fucilati tre detenuti, di cui l’ultimo meno di quattro anni fa.

Fonte

C'è da rabbrividire a pensare che simili macellai da 20 anni sono i poliziotti incontrastati del mondo intero.
Poi sta gente ci veniva a fare la paternale sulle brutalità islamiche...

Nessun commento:

Posta un commento