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30/01/2014

Napoli. Allarme rosso per il dissesto del Comune

Le compagne e i compagni di Napoli di Ross@, movimento politico anticapitalista e libertario, intendono lanciare un allarme rispetto a quanto sta accadendo in città.

Vediamo nella bocciatura del piano di rientro presentato dal Comune da parte della Corte dei Conti il culmine di un attacco politico verso l’amministrazione ma principalmente contro la città intera. Il Comune di Napoli, infatti, in una situazione certo difficilissima e ricca anche di limiti soggettivi, non sta obbedendo in parte significativa ai provvedimenti dei governi centrali degli ultimi anni, leggi in linea con i diktat ispirati al rigore di bilancio ed ai tagli imposti dalle direttive dell’Unione Europea.
In particolare, il Comune non ha privatizzato le aziende partecipate, come suggerito dal Patto di Stabilità interno, una scure calata dal governo sugli enti locali.
Anzi, abbiamo assistito alla ripubblicizzazione del servizio di gestione delle risorse idriche. Significativa anche l’opposizione netta alla costruzione di un inceneritore in città, che ha bloccato un appalto a Napoli est quasi già operativo.

L’amministrazione ha poi assunto alcune decisioni in tema di lavoro che devono essere suonate come eresie alle orecchie dei teorici dell’austerità: ha prolungato i contratti di 300 maestre delle scuole comunali ed ha assunto in Asìa 350 lavoratori delle aziende subappaltatrici. Ricordiamo ancora l’internalizzazione della gestione del patrimonio del Comune, sottratta alla Romeo immobiliare, così come la dura presa di posizione, tramite un’ordinanza, nei confronti di Caltagirone e Fintecna sul problema della mancata bonifica dei martoriati suoli ex-industriali di Bagnoli.

Il conferimento della cittadinanza onoraria ad Abu Mazen, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, e lo scontro col governo sulla questione del teatro San Carlo hanno costituito infine elementi simbolici di scontro politico ed istituzionale fra il Comune e i partiti governativi.
Il dibattito pubblico in città oggi è ormai dominato dagli strali contro il Comune che piovono dal Pd a Forza Italia, dal redivivo Bassolino alla comunità ebraica a difesa di Israele,dalle associazioni dei commercianti agli editoriali di Corriere del Mezzogiorno e Repubblica.

Secondo noi, tutto ciò è tutt’altro che casuale, così come non lo è il fatto che si discuta di piani di salvataggio dai debiti per altre grandi città guidate dai partiti della maggioranza di governo e non per Napoli. La tanto decantata incapacità di governare del sindaco e della sua giunta così come l’isolamento politico di cui si accusa in continuazione tutta l’amministrazione celano in realtà negli argomenti degli accusatori il principale “peccato” di cui si è macchiata, cioè la non conformità agli ordini dell’austerità, l’irriducibilità a fare di Napoli un comune “virtuoso”. Ci sembra evidente che ci sia un attacco concentrico di poteri economici e politici insoddisfatti, dal punto di vista dei propri interessi, del governo della città.

Riteniamo infatti che in discussione ci sia l’idea stessa che un’amministrazione comunale possa non essere una pura e semplice esattrice della tasse per conto del governo, uno strumento come un altro per garantire il pareggio di bilancio ed il recupero dei crediti di banche e speculatori, tagliando nel mentre trasporti e servizi. La prospettiva del fallimento della città e del commissariamento del Comune nasconde soltanto l’inaugurazione di una stagione di lacrime e sangue, caratterizzata dall’aumento di tutte le tariffe e le aliquote comunali, dal taglio dei servizi, da una nuova ondata di privatizzazioni, dalla perdita di centinaia di posti di lavoro fra Comune e partecipate. Insomma, un inferno per una città già in forte difficoltà dopo 5 anni di crisi.

La nostra non vuole essere una difesa del sindaco De Magistris e dell’operato della sua giunta, sul quale conserviamo diverse riserve. Il nostro è come detto un allarme e soprattutto un invito alla mobilitazione rivolto alle società napoletana, in particolare a chi sta soffrendo la crisi, a chi ha perso o sta perdendo un lavoro, a chi si batte per difendere il proprio territorio, a chi occupa le case, agli studenti, ai migranti. E a tutte le forze della Sinistra conflittuale, politica, sindacale, sociale, di movimento.

Pensiamo infatti che l’attacco in corso si possa sconfiggere soltanto se emergerà un blocco sociale pronto a mobilitarsi contro di esso e ad utilizzare magari il Comune come uno strumento di lotta.
Siamo davanti, a livello cittadino, a quello che è accaduto a livello europeo alla Grecia e agli altri paesi dell’Europa mediterranea. Non è possibile governare la povertà e l’austerità, non si può far altro che lottare per abbatterle. Lo stesso sindaco di Napoli non potrà salvarsi inseguendo sponde ed accordi politici con chi vuole affossarlo, ma dovrà continuare sul terreno della contrapposizione al governo.

I trattati europei e l’austerità sono i principali responsabili anche di quanto succede nei nostri quartieri. Per questo continueremo la nostra campagna politica contro i trattati europei e per una grande manifestazione nazionale sul tema per la primavera.

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