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29/01/2014

Doppia indagine su Mastrapasqua, una patata bollente per Letta

Nei giorni scorsi il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, è finito nel registro degli indagati in quanto direttore generale dell’Ospedale Israelitico di Roma, azienda sotto inchiesta per le migliaia di cartelle cliniche falsificate allo scopo di gonfiare i rimborsi del Sistema sanitario nazionale. Un giro d’affari, si calcola, da ben 85 milioni di euro.

Sarebbero oltre 100 le cartelle cliniche su cui gli investigatori del Nas si stanno concentrando nell'ambito dell’inchiesta su un presunto giro di rimborsi gonfiati che chiama in causa ‘mister 25 poltrone’, che tra tra gli innumerevoli incarichi dirigenziali occupa anche quello – dal 2001 – di procuratore generale del nosocomio romano.
I pubblici ministeri hanno già chiesto ed ottenuto il giudizio su un filone riguardante otto medici dell'Israelitico rispetto ad una serie di falsi interventi e ricoveri non giustificati, che sarebbero poi stati pagati dal Sistema sanitario nazionale, cioè dai contribuenti. Il processo comincerà per questa vicenda il 13 maggio prossimo, davanti al giudice monocratico della IV sezione penale.

E’ poi notizia di ieri che anche la magistratura contabile ha aperto un fascicolo. Il procuratore regionale della Corte dei conti, Angelo Raffaele De Dominicis, ha infatti deciso di procedere per un danno erariale che potrebbe rivelarsi molto consistente.
Ieri però è stato lo stesso presidente dell’istituto previdenziale a smentire le voci sulle sue presunte dimissioni in arrivo che erano circolate sulla stampa.
Per Mastrapasqua “nessun rilievo o interesse assumono nell’indagine il ruolo di presidente dell’Inps né tantomeno quello di Direttore Generale dell’Ospedale Israelitico, in quanto i fatti ipotizzati attengono a condotte che sarebbero state poste in essere da alcuni dirigenti sanitari e non afferiscono né all’Inps né all’Ospedale Israelitico”. Ma secondo quanto rivelato da alcuni quotidiani Mastrapasqua, in veste di direttore dell’Ospedale, avrebbe girato all’Inps, di cui è presidente, contributi previdenziali sotto forma di fatture della Regione Lazio non liquidate.

“Ipotesi di reato molto gravi, che dovrebbero suggerire all’interessato di dimettersi, vista la delicatezza dei diritti che gestisce e l’importanza dell’assoluta assenza di ombre per chi ricopre diverse cariche pubbliche, tra cui in primis quella di presidente dell’Istituto di Previdenza” ha affermato Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. “Siamo coscienti che l’avviso di garanzia non equivalga a una sentenza di colpevolezza – ha continuato Gaudioso – ma consideriamo fondamentale, soprattutto per chi ricopre più cariche pubbliche contemporaneamente, che non ci siano ombre sull’operato. Dalla vicenda, fino alla conferma dei reati, emerge quanto meno una scarsa capacità di controllo sull’operato dei propri collaboratori e sulla gestione economica, nonché un chiaro conflitto di interessi legato alla cessione di crediti non esigibili dell’ospedale di cui era direttore all’Istituto di previdenza. Aspetti davvero inquietanti, vista la quantità di risorse gestita in qualità di presidente dell’Inps e del ruolo fondamentale dell’Istituto nel nostro sistema di welfare, soprattutto in un periodo di crisi economica qual’è questo. Ci auguriamo che la magistratura faccia chiarezza al più presto nel caso in cui le imputazioni venissero confermate, la nostra associazione si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario”. 

Ma l’interessato ha affermato che di dimettersi non ne ha proprio nessuna intenzione, generando non poco imbarazzo all’interno di un governo Letta che ha già dovuto incassare la tegola delle dimissioni della ormai ex ministra Nunzia De Girolamo. Mastrapasqua ha anche, per l’occasione, smentito Adusbef e Cittadinanzattiva spiegando di occupare ‘solo’ 9 poltrone, e non 25 (Equitalia, IdeaFimit, Ospedale Israelitico, Telenergia, Med Nautilus, Adr Engineering, Autostrade per l’Italia, Coni Servizi e Loquendo) e che non è certo l’unico manager pubblico multitasking del paese, e che nel ricoprire più incarichi non c’è nulla di contrario alla legge.
Ma per il governo di centro-destra-sinistra il caso Mastrapasqua rimane una patata bollente, anche perché Mastrapasqua è stato nominato al vertice dell’Inps in base al decreto Salva-Italia del precedente esecutivo Monti. E per toglierlo di mezzo Letta e il ministro Giovannini, ammesso che lo vogliano, dovrebbero agire con un Decreto Legge.

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