Si ringrazia per la segnalazione Alessandra Cecchi, che ricorda la "carriera" dell'industriale Zanussi, prima di cedere tutto a Electrolux.
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Il 9 ottobre è passato, e con lui la ricorrenza del 50° anniversario della strage Vajont. Sulla valle e sul monte Toc si sono spenti di nuovo i riflettori, ricoprendo di silenzio ciò che mezzo secolo fa era già stato coperto dal fango, non solo da quello materiale, ma anche da quello morale e politico. La retorica delle commemorazioni ufficiali ha evitato di ripercorrere la storia successiva alla strage, e in particolare la storia della montagna di miliardi della “Legge Vajont” di cui si è appropriata, derubando i sopravvissuti, l’intera industria del Triveneto.
Questa ed altre storie (come la deportazione degli abitanti di Erto e Casso, o l’epidemia di infarti causati dal dolore fra i sopravvissuti) vengono oggi ricostruite dall’ottimo lavoro delle Officine Tolau attraverso una serie di video/interviste ai superstiti della più grande strage di stato della repubblica.
Ascoltandole diviene anche più chiaro di che lacrime e sangue grondi il così detto “miracolo economico del nord est”. Diviene più chiara l’inconsistenza di uno dei suoi miti fondativi: quello che ne attribuisce lo sviluppo alla mera capacità imprenditoriale dei privati, e non alla pioggia di denaro pubblico devoluta a fondo perduto dai governi democristiani (Leone e Moro) a padroni che nulla c’entravano con le vittime della tragedia.
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