Quando si dice che l’Italia, stretta tra l’austerity, i vincoli di bilancio, imposti dalla Troika, è nel fango fino al collo, in questi giorni sperimentiamo che non è solo una metafora: le alluvioni che stanno interessando la bassa da Albareto di Modena a Medolla per un fronte di 20 km avranno certo più di una causa, dalla inefficienza degli enti locali alla mancanza di risorse finanziarie; assistiamo al balletto di responsabilità tra sindaci e provincie da un lato, che si dichiarano incompetenti, all’Aipo, l’agenzia per il Po che denuncia la mancanza di risorse per gli interventi di manutenzione; ci troviamo sott’acqua tra la responsabilità delle nutrie che fanno le tane indebolendo gli argini e la Troika, il vampiro, che sta strozzando e immiserendo questo paese: abbiamo una tassazione elevatissima da paese scandinavo degli anni ’70 e servizi da paese del 3° mondo: ma non può che essere così, come accade in Grecia, se i soldi delle nostra tasse servono a: pagare gli interessi sul debito e cioè a garantire il salvataggio e i profitti dei gruppi bancari e delle multinazionali, a retribuire una classe politica e di amministratori tra i più corrotti ed inetti al mondo, a garantire le commesse ai produttori di armi e mezzi militari (v. F35), a salvare i profitti dei grandi gruppi criminali politico-mafiosi che non sono altro che il rovescio della medaglia del sistema capitalistico imperante in un parallelismo tra sfruttamento lavorativo, assenza di regole di convivenza civile, violenza e collusioni a tutti i livelli, profitto come dogma assoluto a scapito di vita, salute e tutela del territorio.
Mi sembra che i casi Ilva, terra dei fuochi, alluvioni, cambiamenti climatici speculazione edilizia con case e capannoni che vengono giù alle prime scosse di terremoto, anche non fortissime, abbiano un comune denominatore, che nel nostro piccolo sta mandano in rovina questo povero paese di italiani che storicamente sono corresponsabili di avere dato mandato ad una classe politica di criminali di “governare” questo paese nel modo che abbiamo visto tutti.
Impressionanti in questa fase di crisi di sistema sono le complicità a tutti i livelli istituzionali e delle c.d. parti sociali nel far pagare alla popolazione le ingiustizie e di debiti di un sistema economico insostenibile facendo passare come crisi del debito pubblico ciò che è in realtà il fallimento, materiale e morale, del settore privato-finanziario.
Cordiali saluti
Gabriele Gaddi, "cittadino" modenese
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