E' ufficiale: il nuovo fronte della guerra siriana si è aperto in Libano. Il gruppo jihadista Al Nusra,
in un comunicato diffuso ieri via twitter, ha avvertito la popolazione
sunnita del paese dei Cedri di stare lontano dalle zone a maggioranza
sciita e di unirsi al gruppo nella guerra al "Partito dell'Iran e ai
suoi agenti", così come gli estremisti sunniti definiscono Hezbollah.
La dichiarazione è arrivata a quattro giorni dall'attentato, rivendicato
dal gruppo di ispirazione qaedista, che ha provocato quattro morti ad Haret Hreik,
sobborgo meridionale di Beirut a maggioranza sciita. Pochi giorni
prima, Al Nusra aveva rivendicato anche l'attacco alla città
settentrionale di Hermel, al confine con la Siria, costato la vita a cinque persone.
"Chiediamo ai sunniti del Libano - si legge nel comunicato - di non
andare a vivere nelle zone dominate da Hezbollah o nei pressi delle loro
sedi o punti di raduno".
I centri sciiti sono stati attaccati ben quattro volte negli ultimi
due mesi, con un attentato compiuto contro l'ambasciata iraniana a
Beirut lo scorso novembre, che ha ucciso 20 persone, e un'autobomba
esplosa a Dayihe, roccaforte del Partito di Dio nella capitale libanese,
che ha provocato quattro vittime.
Una vera dichiarazione di guerra, scritta a chiare lettere nel
comunicato: "Noi, il Fronte al-Nusra in Libano, annunciamo che il
Partito dell'Iran e le sue postazioni militari e di sicurezza sono un
obiettivo legittimo per noi ovunque si trovino". "Sunniti - continua la
dichiarazione - aiutate i vostri fratelli combattenti nella guerra
contro il Partito dell'Iran e i suoi agenti".
Bersagliate dal lancio di razzi provenienti dalla Siria, le zone
frontaliere a maggioranza sciita sono state colpite duramente da quando
Hassan Nasrallah ha annunciato la propria partecipazione al conflitto
siriano al fianco di Bashar al-Assad.
L'attività di al-Nusra in
Libano è stata annunciata lo scorso 17 dicembre con la rivendicazione di
una attacco alla diga di Hermel. Abu Mohammed al-Jawlani, leader della
formazione qaedista, in un'intervista ad al-Jazeera (megafono
dell'opposizione anti-Assad) aveva confermato l'attività del gruppo nel
paese dei Cedri per "aiutare i Sunniti" ad affrontare imprecisate
"ingiustizie imposte loro dagli Sciiti di Hezbollah".
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