di Mario Lombardo
Il dibattito attorno alla pena di morte negli Stati Uniti è tornato a
riaccendersi in questi giorni in seguito alla raccapricciante
esecuzione di un condannato a morte in un carcere dell’Ohio, ucciso da
un’iniezione letale dopo quasi mezz’ora di agonia. L’atroce spettacolo
andato in scena la settimana scorsa in un braccio della morte nello
stato del Midwest è stato dovuto con ogni probabilità all’utilizzo di un
nuovo mix di farmaci mai testato in precedenza e a cui le autorità
hanno fatto ricorso per ovviare all’indisponibilità delle sostanze
comunemente usate fino a poco tempo fa.
L’esecuzione del 53enne
Dennis McGuire - condannato per lo stupro e l’assassinio di una donna
incinta nel 1989 - era stata autorizzata in maniera definitiva dopo che
un giudice distrettuale aveva respinto un ultimo ricorso dei suoi
avvocati, preoccupati per i possibili effetti delle nuove sostanze da
utilizzare nel caso del loro cliente.
Il via libera del tribunale
è avvenuto nonostante la mancanza di certezze sull’efficacia del nuovo
metodo che, come previsto da vari esperti, ha infatti causato enormi
sofferenze al condannato, risolvendosi di fatto in una “punizione
crudele e inusuale” in violazione dell’Ottavo Emendamento della
Costituzione degli Stati Uniti. In precedenza, anche il governatore
dell’Ohio, il repubblicano John Kasich, aveva negato una sospensione
della condanna, bocciando un’altra richiesta della difesa, la quale
aveva sostenuto che McGuire soffriva di disturbi mentali essendo stato
vittima di abusi sessuali da bambino.
Secondo i testimoni
presenti, in ogni caso, all’inizio la sua esecuzione era sembrata
procedere senza problemi. Dopo alcuni minuti, tuttavia, il condannato ha
cominciato a respirare rumorosamente e in maniera affannosa, agitandosi
convulsamente e aprendo e chiudendo la bocca in continuazione. Dalle
descrizioni non è stato possibile accertare se McGuire fosse cosciente o
meno durante la procedura.
Di fronte all’orrore dei suoi
familiari, McGuire è stato dichiarato morto dopo ben 26 minuti in
un’esecuzione che è risultata la più lunga tra quelle portate a termine
in Ohio da 15 anni a questa parte, da quando cioè lo stato ha
reintrodotto la pena di morte. Secondo un’esperta legale della Fordham
University sentita da Al Jazeera, una normale esecuzione tramite
iniezione letale dovrebbe durare dai 2 ai 3 minuti, anche se le condanne
eseguite nell’ultimo decennio in Ohio hanno talvolta richiesto fino a
10 minuti.
Ad uccidere Dennis McGuire è stata l’introduzione nel
suo corpo di due sostanze, un potente sedativo (midazolam) e un
antidolorifico (hydromorphone), in sostituzione dei tre farmaci
utilizzati nella procedura standard di quasi tutte le esecuzioni
avvenute negli USA in questi ultimi anni (cloruro di potassio,
pancuronio e pentobarbital).
Come già anticipato, gli effetti
della combinazione dei due nuovi farmaci non sono mai stati testati
sull’uomo, mentre i medici avevano ipotizzato proprio il genere di
sofferenze patite dal detenuto giustiziato giovedì scorso in Ohio.
Il
mix dei tre farmaci era stato abbandonato in alcuni stati dopo che le
case produttrici ne avevano interrotto le forniture destinate agli USA
perché i loro prodotti erano appunto usati nelle procedure di esecuzione
capitale.
Le autorità statali, a cominciare proprio dall’Ohio,
avevano allora sperimentato nuovi metodi, ricorrendo in particolare ad
un singolo farmaco, come l’anestetico tiopental sodico. L’azienda
Hospira, che produceva quest’ultima sostanza in un impianto in Italia,
ha però ben presto interrotto le forniture a causa delle normative che
in Europa impediscono la vendita di farmaci utilizzati per le condanne a
morte.
Successivamente, gli stati americani a corto di farmaci
letali hanno optato per il solo pentobarbital, ma anche in questo caso
la compagnia produttrice - questa volta danese - ha bloccato le vendite
alle autorità degli Stati Uniti. I singoli stati, perciò, hanno iniziato
una ricerca affannosa di sostanze legali ed efficaci per giustiziare i
loro condannati a morte.
Lo stato del Missouri, ad esempio, ha studiato l’ipotesi di ricorrere
al propofol, un altro potente e popolare anestetico, anche se la
proposta è stata subito abbandonata per il timore che questa sostanza
potesse essere boicottata dai produttori europei, causando problemi di
approvvigionamento anche per gli ospedali americani.
La
selezione di sostanze adatte alle esecuzioni negli USA è complicata poi
dal fatto che qualsiasi cambiamento delle procedure stabilite deve
passare attraverso lunghi procedimenti legali e di approvazione, dovendo
rispettare la già ricordata norma costituzionale che vieta punizioni
crudeli e inusuali.
Il ricorso ai due farmaci che hanno ucciso
la settimana scorsa Dennis McGuire aveva ottenuto infine l’approvazione dei
tribunali, così che le prime esecuzioni del 2014 sono state portate a
termine con modalità mai testate in precedenza e con drammatiche
conseguenze. Già nel corso della procedura di condanna a morte eseguita
un paio di settimane fa in Oklahoma, infatti, il detenuto Michael Lee
Wilson, poco dopo la somministrazione dell’iniezione letale, aveva
esclamato di sentire il proprio corpo “bruciare”.
Nel solo Ohio,
invece, ci sono attualmente 138 detenuti nel braccio della morte e
questo stato è uno dei pochi ad avere visto aumentare negli ultimi anni
il numero di condannati alla pena capitale. Nel 2013, l’Ohio ha
giustiziato 6 detenuti e 5 verranno messi a morte nel 2014, un numero
superiore soltanto a Texas e Florida. Già in passato, inoltre, questo
stato ha avuto problemi con le esecuzioni, come nel settembre del 2009,
quando la condanna di Romell Broom venne interrotta dopo due ore e
decine di tentativi di individuare una vena per iniettargli il cocktail
letale.
Mentre i familiari di Dennis McGuire hanno fatto sapere
di volere denunciare le autorità dello stato dell’Ohio per la disastrosa
procedura di esecuzione di giovedì scorso, la ricerca di metodi
alternativi ed economici per giustiziare i condannati ha fatto già
emergere tendenze fascistoidi negli Stati Uniti.
In particolare,
due deputati repubblicani delle assemblee statali di Missouri e Wyoming
nei giorni scorsi hanno annunciato la prossima presentazione di leggi
per autorizzare le esecuzioni capitali tramite fucilazione. Questo
metodo è d’altra parte ancora contemplato in alcuni stati americani, tra
cui lo Utah, dove dal 1977 a oggi sono stati fucilati tre detenuti, di
cui l’ultimo meno di quattro anni fa.
Fonte
C'è da rabbrividire a pensare che simili macellai da 20 anni sono i poliziotti incontrastati del mondo intero.
Poi sta gente ci veniva a fare la paternale sulle brutalità islamiche...
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