Il Presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri. |
Per la quarta volta l’“Alleanza 8 Marzo”, che non ha ancora presentato un suo candidato, ha boicottato l’elezione. A differenza delle volte precedenti, però, il Presidente del Parlamento Nabil Berri ha deciso che il voto resterà aperto fino al 25 maggio (data in cui scadrà il mandato quinquennale di Sleiman) dando così la possibilità ai parlamentari di trovare un accordo all’ultimo momento.
Possibilità che appare molto difficile a
realizzarsi per le profonde distanze tra le due coalizioni rivali: le
Alleanza 14 e 8 Marzo. La prima accusa la seconda di sabotare
l’elezione con il suo “boicottaggio” e perché non presenta alcun
candidato. L’8 Marzo, invece, respinge l’accusa e sostiene che, per
trovare un’intesa, le due parti dovrebbero prima raggiungere un accordo
politico e poi andare a votare.
Le precedenti elezioni del 30 aprile, 7 e 15
maggio, sono state rimandate perché, a causa dell’assenza dei
parlamentari dell’8 Marzo, non è stato raggiunto il quorum di due terzi
necessario ad eleggere un presidente.
“Non stiamo ostacolando le elezioni presidenziali” ha
detto stamattina Alain Aoun dell’8 Marzo ai giornalisti fuori il
Parlamento. Aoun si è poi domandato ironicamente: “c’è qualche candidato
che ha abbastanza voti per vincere? No”. L’ex comandante militare ha
poi lanciato un monito: “Nessun Presidente sarà eletto finché l’Alleanza
14 Marzo presenterà [il leader delle Forze Libanesi Samir, ndr] Geagea
come unico nome. Finché vorranno imporci Geagea, saranno loro ad
ostacolare le elezioni”.
Nella prima votazione, lo scorso 23 aprile,
la maggior parte dei candidati votò scheda bianca. Geagea, in passato
condannato per crimini di guerra, si classificò secondo.
Secondo la costituzione libanese, sono i 128 parlamentari ad eleggere il Capo dello Stato. Un candidato deve ottenere 65 voti (il 50% più uno) per vincere le elezioni.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento