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29/05/2014

Afghanistan è The End. Obama: ‘guerra finita’. I Talebani dicono di no


Trasferta afghana di Obama per annunciare la fine di una guerra infinita. Gaffe dello staff della Casa Bianca. Nella lista dei partecipanti all’incontro col presidente è stato infatti inserito anche il nome del capo della CIA a Kabul, comunicato stampa inviato per mail a circa 6mila giornalisti.

Alla fine del 2014, dopo oltre un decennio, la missione di combattimento americana in Afghanistan sarà ufficialmente finita, promette il presidente statunitense. “Quest’anno, metteremo fine in modo responsabile alla più lunga guerra dell’America”, annuncia Barack Obama, ma gli Usa intendono lasciare in territorio afghano nel 2015 ancora 9.800 soldati con due missioni ben definite: addestrare le truppe locali e offrire sostegno ad operazioni contro al Qaida, che saranno poi definitivamente concluse nel 2016. Se ci sarà l’accordo bilaterale che il presidente afghano Karzai non intende firmare.


Quindi - al momento - una prospettiva, un progetto tutto americano. Serve un accordo definito che inquadri legalmente la presenza delle forze Usa in Afghanistan per il dopo 2014, quando terminerà il mandato Nato, ipotesi di accordo che era stata approvata dall’assemblea di oltre 2.500 anziani e leader tribali, la Loya Jirga. Ma serve altro. “Noi manterremo la nostra presenza militare dopo il 2014 solo se il governo firmerà l’accordo - dice Obama mirando a Karzai - Abdullah Abdullah e Ashraf Ghani, che si affronteranno nel ballottaggio presidenziale, si sono già detti pronti a firmare”.

Le sgarberie tra i due ex amici sono ormai clamorose. Il 24 maggio Barack Obama piomba a sorpresa in Afghanistan, nella base aerea di Bagram, tristemente famosa per le torture praticate per anni dalle truppe americane sui talebani catturati. La trasferta di Obama non prevedeva una sosta a Kabul per incontrare il presidente afghano uscente Hamid Karzai. Conferma della crisi dei rapporti bilaterali tra America e Afghanistan. Lite formalmente logistica. Obama ha declinato l’invito di Karzai di raggiungerlo a Kabul e Karzai, ha deciso di non andare ad “accoglierlo” a Bagram.


Vecchi conti in sospeso tra i due, segnati dalla liberazione di sessantacinque degli ottantotto terroristi talebani identificati come individui “altamente pericolosi” dagli Stati Uniti decisa dalle autorità afghane. I prigionieri hanno così potuto lasciare il carcere di Bagram - lo stessa postazione Usa visitata il 24 maggio da Obama - nella provincia di Parwan. Il procuratore generale di Kabul aveva motivato la decisione affermando che non ci sarebbero prove di colpevolezza a carico dei detenuti, nonostante i numerosi elementi forniti dalle forze americane operative in Afghanistan.

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