Quanto vale la "determinazione italiana" strombazzata da Renzi e i media maninstream nell'"imporre sanzioni alla Russia" in appoggio ai nazisti ucraini?
Un po' meno di niente, com'era ovvio fin dall'inizio. I rapporti di forza sono quelli che sono, il fabbisogno energetico nazionale ed europeo molto alto, quindi non è possibile fare davvero "i coatti" con i russi. Al massimo lo si può dire sui circuiti mediatici nazionali, che sono notoriamente di bocca più che buona. Ma i fatti concreti sono un altro affare...
Anzi, gli affari sono un'altra cosa, molto concreta. E dunque mentre la canea monta per sostenere il cioccolataro ucraino che dovrebbe vincere facile elezioni al di fuori di ogni criterio anche minimo di credibilità, ai piani alti delle aziende multinazionali con storia e sede in Italia - sempre meno, come sappiamo - si procede in direzione esattamente opposta. Complice anche la solita tendenza degli "imprenditori" di questo paese: vendere, fare cassa e poi reinvestire in finanza pura.
La russa Rosneft entra nel capitale di Pirelli per un investimento totale di 552,7 milioni di euro. Dopo le prime intese a metà marzo è arrivata l'attesa firma ufficiale che segna una svolta storica nel gruppo della Bicocca. Nel dettaglio, Rosneft - tramite un intreccio complesso di soggetti investitori in cui spicca il fondo istituzionale russo Neftgarant - avrà il 50% di Camfin, che a sua volta possiede il 26,19% di Pirelli (controllata da una catena di S. Antonio o da una "matrioska" di partecipazioni).
Nel riassetto il colosso petrolifero della Russia andrà a rilevare tutte le quote di Clessidra e metà di quelle delle banche, Unicredit e Intesa, che restano così, seppur con peso dimezzato, accanto alla Nuove partecipazioni di Marco Tronchetti Provera e soci.
L'ipotesi iniziale era quella di un ingresso dei russi in Pirelli tramite la creazione di una nuova società veicolo, in cui avrebbero avuto il 50%. Il gruppo guidato da Igor Sechin acquisterà invece direttamente le quote del 24% di Camfin in mano a Clessidra (comprandone il veicolo Lauro54) e poco meno del 26% in capo a Intesa e Unicredit (tramite Lauro 61). Di fatto, diventa l'azionista di riferimento (se si calcola anche il flottante di borsa, com'è doveroso fare, i russi diventano padroni assoluti di Pirelli).
Per Rosneft, nel dettaglio, interviene la società Long-Term Investments Luxembourg, che fa capo a Long-Term Investments Llc, che fa capo a sua volta al fondo Rfr Long-Term Investments gestito da una 'Società di gestione' e in cui Neftgarant, definito «investitore istituzionale autonomo e indipendente» figura come unico investitore. La matrioska Pirelli verrà insomma sussunta da una matrioska autentica, almeno dal punto di vista linguistico...
Le intese prevedono che Camfin si concentri solo sulla gestione della partecipazione Pirelli. Verrà quindi fatta una scissione parziale non proporzionale in una nuova società veicolo con attività e passività diverse, innanzitutto la partecipazione in Prelios e altre quote minori. Nuove partecipazioni, Intesa e Unicredit conferiranno poi le loro quote in una newco. Per semplificare la struttura Lauro61, ed eventualmente anche Lauro54, verrà poi fusa con Camfin.
Come detto, alla fine del processo Camfin farà capo per il 50% ai russi e per metà alle Nuove partecipazioni di Tronchetti (38,78%), Intesa e Unicredit (5,61% ciascuna). Le varie fasi del riassetto prevedono che i soci italiani stringano patti di sindacato, mentre a valle del riassetto ci sarà un ulteriore patto anche con i russi. Il perfezionamento del riassetto è atteso il 30 giugno, per quella data si prevede che metà dei sei consiglieri Camfin sarà espressione dell'investitore russo.
L'aspetto strategico dell'ingresso di Rosneft in Pirelli è già stato sottolineato in giornata con due nuovi memorandum d'intesa siglati dai due gruppi per consolidare la cooperazione industriale e commerciale già avviata in passato. Un nuovo accordo di carattere commerciale prevede tra l'altro che siano aperti, attraverso il network di stazioni di rifornimento della compagnia russa, dei punti Pirelli dove vendere prodotti a marchio Pirelli: ne sono previsti almeno 60 fra il 2014 e il 2015 e in totale almeno 200 entro il 2019.
Sul fronte industriale, poi, è prevista una collaborazione nella produzione di gomma sintetica, inclusa la gomma stirene-butadiene, nella città russa di Nakhodka.
Le "facilitazioni" per la controparte russa non sono state - pudicamente - comunicate alla stampa.
Fonte
Siamo un paese industrialmente parlando sempre più allo sfascio, preda di ogni appetito internazionale.
Se gente come Fonzie se la ride a reti unificate è semplicemente perché non ha la minima idea della portata distruttiva - anche per i propri interessi di riferimento - di ciò che gli succede intorno e che "auspica".
Ancora un lustro in quesa direzione e ci ridurremo come l'Argentina di Menem.
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