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24/05/2014

Iran - Aiea: “Teheran ha ridotto le riserve di uranio”

A quasi due mesi dalla data prevista per la fine del negoziato sul nucleare tra l’Iran e le potenze del 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania), la Repubblica Islamica sta dando segnali di forte collaborazione nella riduzione delle sue riserve di uranio altamente arricchito. Ad annunciarlo, è stata ieri l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), preposta alle ispezioni dei siti nucleari di Teheran secondo un accordo preliminare siglato a Ginevra nel novembre scorso con le potenze del 5+1.

Il rapporto mensile diffuso dall’agenzia Onu parla chiaro: l’Iran ha tagliato circa l’80 percento delle sue scorte di uranio arricchito oltre il 20 percento – scorte che, sebbene insufficienti per fabbricare un potente ordigno nucleare, avevano allarmato la comunità internazionale, Israele in primis, sulle presunte attività belliche della Repubblica islamica – aumentando piuttosto le scorte di uranio a basso arricchimento. Secondo un rapporto confidenziale ottenuto dall’Associated Press, inoltre, Teheran possiede ora 40 kg di uranio altamente arricchito: un quinto di quello che gli servirebbe per costruire un eventuale ordigno nucleare.

Soddisfazione è giunta dalle cancellerie occidentali, che continuano a lavorare su un accordo definitivo da implementare entro il prossimo 20 luglio, data limite del negoziato. I colloqui della settimana scorsa con i rappresentanti si erano conclusi con dei piccoli progressi su alcune divergenze di fondo – prima fra tutte l’arricchimento dell’uranio – in un clima da tutti definito “fruttuoso”.

Eppure questo non è bastato a fermare la mano punitiva degli Stati Uniti: non potendo sanzionare ulteriormente le autorità e personalità iraniane per il programma nucleare, il dipartimento del Tesoro ha annunciato di aver congelato i fondi di un alto ufficiale iraniano per aver “posto dei limiti alla libertà di parola in Iran”. Morteza Tamaddon, attualmente capo del Consiglio di sicurezza provinciale di Teheran, è accusato di aver molestato i manifestanti anti-governativi del 2009 durante le marce dell’Onda Verde e di aver minacciato pubblicamente i manifestanti del 2012, oltre ad aver tagliato le comunicazioni cellulari durante le proteste.

Ci si chiede come mai gli zelanti Stati Uniti, eterni paladini delle libertà fondamentali degli uomini dei cinque continenti, non abbiano mai sanzionato fino al 1992 il loro amico Saddam Hussein mentre decimava la popolazione sciita dell’Iraq o sterminava i curdi di Halabja con il gas nervino. E i materiali chimici usati contro i civili – sostanze quali l’antrace e la peste bubbonica – secondo un’inchiesta del giornalista americano Michel Dobbs del Washington Post, venivano consapevolmente venduti da Ronald Reagan prima e George Bush Sr. poi all’allora alleato Saddam.

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