E' passato poco più di un anno da quando era finito in manette Giuseppe Mussari, l'ex presidente dell'Abi (l'associazione dei banchieri italiani) per gli “impicci” del Monte dei Paschi di Siena, adesso a finire in carcere è l’ex presidente del Consiglio di Amministrazione di Banca Carige spa nonché attuale vice presidente dell’Abi e della Cassa di Risparmio di Carrara, Giovanni Berneschi. E' una vera e propria bufera quella che si è abbattuta su Banca Carige, storica banca ligure che alcuni definivano come la “Scajola bank” (anche Scajola è in carcere ma per un'altra inchiesta). Sarà una coincidenza, ma ieri la Guardia di Finanza ha rivoltato come un calzino anche la sede del nuovo gruppo assicurativo-finanziario UnipolSai a Bologna, nato dalla "controversa" fusione tra la Unipol e la Fonsai del finanziere Ligresti, annche lui finito in manette con annessi rampolli. Un momentaccio, dunque, per banchieri e squali della finanza, ma che per dimensioni e protagonisti, deve cominciare a far ritenere che questi "incidenti" siano ormai più una norma che una eccezione del sistema finanziario nel nostro paese.
Sulla base dell'indagine coordinata dai procuratori Piacente e Franz, la Guardia di Finanza di Genova ieri ha eseguito 7 provvedimenti cautelari, emessi dal Tribunale di Genova, nei confronti di esponenti di spicco del precedente management del gruppo Carige, di alcuni professionisti ed imprenditori immobiliari. I reati contestati agli imputati eccellenti vanno dall’associazione per delinquere, al concorso, alla truffa con l’aggravante della sussistenza di delitti contro il patrimonio, al riciclaggio, al trasferimento fraudolento di valori. Le ipotesi di reato sono aggravate proprio dalla transnazionalità costituita dalla creazione e dall’esistenza, per il loro compimento, di un gruppo criminale organizzato per compiere le attività illecite in più di uno Stato.
A Genova, oltre a Berneschi sono finiti in manette anche Francesca Amisano, nuora di Berneschi, in custodia cautelare in carcere; Giovanni Ferdinando Menconi , ex amministratore delegato di Carige Vita Nuova spa, finito agli arresti domiciliari: Ernesto Cavallin, imprenditore immobiliare, agli arresti domiciliari; Davide Enderlin, avvocato, cittadino svizzero, in custodia cautelare in carcere; Sandro Maria Calloni, imprenditore, in custodia cautelare in carcere; Andrea Vallebuona commercialista di Genova, in custodia cautelare in carcere. L’indagine ha portato a scoprire l’indebita appropriazione di cospicui fondi aziendali mediante la distrazioni di ingenti somme di denaro dalla cassa della società assicurativa del gruppo Carige attraverso acquisizioni, in forma diretta o indiretta, di immobili e partecipazioni societarie sopravvalutati e celati dietro articolate operazioni commerciali e finanziarie, aventi l’esclusivo fine di giustificare l’esborso di somme di denaro assolutamente sproporzionate rispetto ai reali valori dei beni oggetto di compravendita. In un periodo collocato dal 2006 al 2009, gli acquisti “gonfiati” di società facenti capo a prestanome, sono finiti in Svizzera. Il malloppo sarebbe di circa 22 milioni di euro, parte dei quali sono stati impiegati per un rilevante investimento immobiliare sul territorio svizzero, i cui titolari risultano essere i massimi vertici del gruppo Carige al centro delle attenzioni della stessa attività di vigilanza della Banca d'Italia.
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