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28/05/2014

Iraq - HRW: bombe barile su Fallujah

Fallujah General Hospital. Foto Human Rights Watch, 13 gennaio 2014.

Le famigerate bombe barile, salite agli onori della cronaca per l’impiego che il governo di Damasco ne sta facendo contro le forze di opposizione in Siria, sarebbero state sganciate anche dall’aviazione irachena su un ospedale della città di Fallujah, nella provincia occidentale dell’Anbar. La denuncia è arrivata dall’organizzazione statunitense Human Rights Watch (HRW) che ha ricordato anche i crimini commessi dagli jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil), che hanno occupato parte della provincia a maggioranza sunnita al confine con la Siria, dove combattono i suoi miliziani.

La crisi dell’Anbar è scoppiata lo scorso dicembre. In seguito alla dura repressione delle proteste contro il governo a guida sciita, l’Isil ha preso piede nella zona, ha occupato Fallujah e sta combattendo per la conquista della capitale della provincia, Ramadi, contro le truppe governative. La battaglia ha provocato centinaia di migliaia di sfollati e centinaia di vittime, anche tra la popolazione civile, che si aggiungono al tragico bilancio dello scontro confessionale in atto in Iraq. La minoranza sunnita lamenta vessazioni e discriminazione da parte degli sciiti saliti al potere dopo la caduta di Saddam Hussein, nel 2003, e il Paese è teatro di attentati e violenze, soprattutto nelle zone sciite, in cui l’anno scorso hanno perso la vita quasi 9.000 persone. Il bilancio di quest’anno è altrettanto tragico: oltre 3.000 morti. In questo clima incandescente si sono da poco tenute le elezioni parlamentari, che hanno confermato al potere, per la terza volta, il premier Nouri al Maliki, accusato dai suoi detrattori di usare il pugno di ferro contro i sunniti, invece di cercare la strada del dialogo, impiegando leggi antiterrorismo che nel 2013 hanno portato al patibolo centinaia di “terroristi”.

Nell’Anbar non si è votato per ragioni di sicurezza e la situazione in questa provincia al confine con la Siria è davvero instabile. Le Forze armate dicono di avere ucciso centinaia di miliziani jihadisti, ma l’offensiva del governo non ha messo fine all’occupazione della provincia. Secondo le testimonianze raccolte da HRW, dall’inizio del mese di maggio l’aviazione avrebbe sganciato le micidiali bombe barile (barili pieni di materiale esplosivo, armi a basso costo e molto letali) su quartieri popolosi della città e sul principale ospedale di Fallujah. E il bombardamento del nosocomio non sarebbe stato un errore, ha sottolineato l’organizzazione che parla di “serie violazioni delle leggi di guerra”. Le autorità irachene negano le accuse. Ma anche le milizie jihadiste stanno commettendo “crimini orribili”, secondo HRW: attentati suicidi, autobombe ed esecuzioni sommarie. “Non si possono però paragonare con i crimini di un governo che non si assume la responsabilità di proteggere i suoi cittadini, che viola le sue stesse leggi e il diritto internazionale”, ha detto Erin Evers, di HRW.

L’Iraq è dilaniato dalle violenze settarie, alimentate anche da una classe politica che si appella alle divisioni per restare al potere, è afflitto da una corruzione dilagante nell’amministrazione e fatica a garantire lavoro e accesso ai servizi essenziali a una grossa fetta della popolazione. Una situazione aggravata dalla vicina guerra siriana: l’Isil ha approfittato del vuoto istituzionale che si è creato nell’area orientale della Siria e adesso domina un territorio che si estende dalla città siriana di Raqqa fino a Fallujah. Una situazione che rischia di spingere il Paese in un conflitto civile. Oggi una bomba nel mercato della città di Sadr, a est di Baghdad, ha fatto due morti e otto feriti.

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