Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

12/08/2015

La relazione tra i corpi secondo me

“La premessa da fare è che questo mio coso potrebbe essere scambiato per una sparata moralista su usi e costumi di chicchessia, però così non è.

Dunque.

Ci stiamo buttando via.
Io vedo i miei coetanei, donne-uomini-alieni-ufo-animali a pelo corto e pelo lungo, e parlo con loro e assisto, indirettamente sia chiaro, alla loro vita sessuale, al loro modo di relazionarsi con altri individui, di viversi il proprio tempo.
Non so, di certo non ho la verità in tasca, però mi sembra che ci sia poca consapevolezza del sé nelle persone, poca consapevolezza del proprio valore.
Nietzsche parlerebbe di volontà di potenza.
Non scomodo Foucault perché sennò non finisco più.
Il mio non è un giudizio morale, quello l’ho sospeso a vent’anni, quando ho scoperto che la donna per la quale provavo un sentimento molto simile all’amore, nella sua manifestazione borghese, si prostituiva per pagarsi il soggiorno in Inghilterra.
Da quel momento smisi di giudicare le persone secondo la morale.
Il mio è un giudizio politico, se vogliamo.

Il sesso, sostanzialmente, viene trattato come un bisogno prettamente fisico. Io invece trovo che sia tutto l’opposto. E non sto dicendo che non si debba ballare il mambo orizzontale se non si hanno serie intenzioni o se non c’è – mioddio – l’ammmore.
Dico che, secondo me, farlo per dieci minuti bam bam bam non ha senso. Trovo, anzi, che sia la perfetta fotografia di questi tempi, in cui tutto è apparenza senza contenuto. Secondo me ogni esperienza deve arricchire d’un qualcosa, deve lasciare una sensazione sulla pelle, bella o brutta che sia.
Non si può vedere il corpo altrui solo come l’oggetto della soddisfazione dei propri pruriti sessuali – per quello uso la mia mano, e sono anche ambidestro, e confesso che si fa anche molta meno fatica –.

Un corpo è un libro da conoscere, una terra da esplorare. Ogni corpo è diverso da un altro, ogni ansa, ogni curva. Ogni vagina differisce dalle altre, ogni piacere è diverso.
Trovo molto triste che i miei consimili dotati di pisello non si dedichino troppo alla scoperta del corpo femminile e si limitino solo a un ritmico e ripetuto movimento che, generalmente, culmina nel piacere di uno solo.
Perdio, voglio dire, conosco soggetti che credono che il clitoride, IL CLITORIDE, sia verso l’ano.
E trovo molto triste che molte mie amiche siano orientate solo al piacere dell’uomo e non pretendano di provarne anche loro. O che non siano riuscite a vivere un’esperienza che non sia “mmm, ci sta”.

Per dio, le persone dovrebbero stabilire che meritano molto di più di un “mmm, ci sta”.
Io credo che l’autodeterminazione passi anche attraverso il sesso e credo che il sesso, nella stragrande maggioranza dei casi, sia oggi totalmente sovradeterminato da una struttura che affida agli attori dei ruoli prestabiliti.

Perché, ad esempio, l’uomo deve per forza arrivare a fine corsa e la donna anche se non ci arriva pace?
Perché, ad esempio, nell’immaginario comune il sesso orale è visto solo come fellatio e mai come quella grandissima pratica che si chiama cunnilingus?

Non dico tutte, ma alcune delle donne con le quali mi è capitato di trovarmi nudo, seguivano dei noiosissimi schemi prestabiliti.
Saran cazzate, ma perché la donna aspetta di essere spogliata? A me è capitato di essere letteralmente privato dei vestiti – nel senso che è stato più o meno un assalto improvviso – ed è stato una cosa bellissima.
A me sta sui coglioni che in molte cose, la maggior parte impercettibili, si sia sovradeterminati in questo modo.

La cosa triste è che a volte basta davvero far provare un orgasmo alla propria partner per essere considerati alla stregua di un’esperienza indimenticabile.
Questa è una cosa che più di una volta mi ha fatto riflettere.

Che poi magari sbaglio io a politicizzare in questo modo il sesso, però sono convinto che le pretese che si hanno per il proprio io sono poi quelle che si hanno per il proprio divenire.
E io voglio fare la rivoluzione, quindi non posso accontentarmi di uno scialbo rapporto da dieci minuti netti che culmina col rumore d’un accendino, del fumo nella stanza e un ammiccamento da faccia da schiaffi del tipo “sono incredibile”.

Dirò di più.
Molte persone sono insoddisfatte perché fanno un sesso di merda.
Cosa che dipende dalla qualità del partner che si sceglie, ma anche dalle pretese che si ha nei confronti del proprio corpo.
Anziché dire “ho questo, mi accontento”, sarebbe opportuno iniziare a stabilire cosa si vuole.
Secondo me far sesso per lenire un prurito è come chi scende in piazza quando s’indigna e basta. In piazza bisogna starci sempre, anche senza l’indignazione, perché la rivoluzione non la si fa con l’indignazione, ma costruendo mattone su mattone tutti i giorni.

Sono andato un po’ a stream of consciousness, spero si capisca cosa voglio intendere.

Sarebbe bello venisse insegnata un’educazione sessuale che insegni a vivere i corpi, ad esplorarli, ad esplorarsi, capire se stessi in relazione agli altri.
Sarebbe bello venisse spiegato che il piacere non sta nella conclusione del rapporto, ma in tutto quello che accade tra l’inizio e la fine.
Io sono triste, ogni volta che eiaculo, perché devo aspettare per poter essere in grado di ritornare a provare tutti quei piaceri diversi che comporta il rapportarsi nudo ad un corpo nudo.
A provare quella sensazione d’immortalità che è poi una delle interpretazioni etimologiche di amore – dal latino a-mors, assenza di morte -, perché io penso anche che non sia necessario desiderare dei figli insieme per chiamare amore quello che si sente nello stomaco.

Io dico che ci stiamo buttando via perché viviamo – direi vivono ma mi sta sul cristo fare l’inquisitore – relazioni di plastica, dove si tromba ma non ci si conosce mai per davvero, dove il giorno dopo del corpo dell’altro non si ricorda niente.
Io sono amareggiato ogni volta che sento un mio conoscente che mi racconta un qualche rapporto.
Sono stanco delle persone che si accontentano, che non si pongono dei quesiti, che non indagano.

Che è poi tutto riassumibile in una mancanza di sensibilità verso se stessi e verso gli altri, figlia di una indifferenza di fondo che porta a fregarsene dei problemi sociali della comunità – che sono poi anche i propri – e ad indignarsi solo se muoiono più di duecento individui da qualche parte nel globo, nello stesso modo in cui non ce ne importa nulla del piacere proprio o altrui, ma ci si incazza solo nel caso ci vengano in faccia.

In sostanza odio gli indifferenti, e trovo che, oggi, nella maggior parte dei casi si trovi nelle persone un sesso indifferente, talmente piatto che, come detto, basta praticare del dozzinale cunnilingus per sentirsi dire “sei molto generoso”.

Quando ne parlo in giro mi guardano come fossi scemo, spero non sia l’impressione che ho dato a te!
Ho finito le minchiate sparse, spero siano minimamente comprensibili.
Buon proseguimento e complimenti, è interessante leggerti.
Soprattutto rincuorante sapere che almeno qualcuno prova a creare dibattiti politicamente e socialmente stimolanti.”
   
Fonte

Nessun commento:

Posta un commento