Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

26/08/2015

Wall Street non ci crede. E’ durata solo una notte la “ripresa” delle borse

E’ durata poco la “ripresa” delle borse europee e statunitensi di ieri. Oggi sono già tornate in rosso con Milano che al momento perde oltre il 2%. Apertura in calo anche per le altre Borse europee con Londra che cede l'1,32%, Francoforte che perde l'1,68% e Parigi, che arretra dell'1,80%. A complicare uno scenario che ieri aveva visto addirittura nascere il partito degli “ottimisti”, è stata la chiusura in negativo delle borse di  Wall Street e Shanghai. Insomma Wall Street “ non ci ha creduto” alla ripresa. L’euforia sembrava aver contagiato ieri dopo l’Europa anche Wall Street che, dopo le forte tensioni di lunedì, ieri si era mossa in forte rialzo, con Dow Jones e Nasdaq che rispettivamente progredivano più del 2 e del 3%.

Ma a pochi minuti dalla chiusura gli indici hanno invertito la rotta, e il Dow Jones è finito in territorio negativo con un -1,3%, mentre il Nasdaq ha chiuso con un -0,44%. Si sono fatti sentire chiari e forti i dubbi sulla reale efficacia delle misure della Banca Centrale Cinese e sulle conseguenze per l'economia mondiale della crisi del Dragone.

Sul versante asiatico infatti la Borsa di Shanghai ha risentito invece dell'intervento della Banca Centrale Cinese che ieri ha cercato di ridurre i danni  tagliando i tassi di interesse dello 0,25% ed effettuando una nuova iniezione di liquidità. Questa misura aveva consentito stamattina alla Borsa di Shangai di aprire in moderato progresso (+0,5%) e continuare a salire fino a metà seduta. Ma sul finale l'indice ha girato in territorio negativo chiudendo in calo dell'1,27%. La Borsa di Shenzhen ha lasciato sul terreno il 3,1%. In controtendenza invece la Borsa di Tokyo che, dopo sei sedute negative consecutive, ha visto l’indice Nikkei risalire e chiudere con un indicatore positivo di oltre il 3 per cento.

“Avendo deciso di abbassare i tassi, immettere abbondante liquidità nel sistema e usare il massimo di flessibilità degli strumenti monetari, Xi ha cominciato a dare vita a una politica di Quantitative easing alla cinese” commenta oggi Romano Prodi sul Sole 24 Ore “I così detti mercati internazionali sembrano avere gradito”. Ma è lo stesso Prodi a segnalare il fattore “P” cioè la politica nelle relazioni economiche internazionali, sottolineando il rischio della contrapposizione politica tra Unione Europea e Usa verso la Cina, al contrario secondo Prodi, la Cina andrebbe integrata ancora di più nel sistema finanziario e monetario mondiale, insomma una sorta di investitura allo yuan come altra moneta di riserva internazionale insieme a dollaro, euro, yen. Non mancano comunque quelli che continuano a vedere il bicchiere mezzo pieno. In un rapporto gli analisti di Goldman Sachs si dicono convinti che «una recessione globale sia davvero improbabile», perché la diminuzione dei prezzi del petrolio avvantaggerà la ripresa nella Unione Europea e Stati Uniti. C’è da credergli?

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento