Alla fine è accaduto quello che era prevedibile. Le autorità di Grecia e Macedonia si sono accordate per lasciar passare i rifugiati e i migranti in Serbia, ovvero ai confini di quell’Unione Europea rappresentata dall’Ungheria che si sta barricando con un muro. E’ evidente che nei prossimi giorni questa contraddizione esploderà non più nella periferia esterna della Ue - e dove le autorità di Bruxelles speravano di scaricare i problemi - ma ai suoi confini formali. Oggi pomeriggio la cancelliera tedesca Angela Merkel riceverà a Berlino il presidente francese Francois Hollande con il quale farà il punto sulla crisi dei migranti in Europa. Ieri il vice-cancelliere socialdemocratico tedesco Sigmar Gabriel aveva definito l'attuale crisi dei rifugiati come "la sfida più importante che la Germania si trova ad affrontare dai tempi della Riunificazione". La Merkel si è impegnata con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker a presentare a settembre un piano per il superamento della crisi dei migranti. Merkel punta a fare breccia, grazie al sostegno francese, nel compatto fronte dei Paesi Ue dell'Est europeo che si oppongono all'ipotesi di quote obbligatorie per l'accoglienza dei rifugiati.
Si avvicinano intanto a circa ottomila i rifugiati e i migranti arrivati in Serbia dalla Macedonia e accolti nel centro di accoglienza di Presevo e di Miratovac, nel sud paese. I profughi, in gran parte provenienti dal Medio Oriente, sono entrati in Serbia dalla Macedonia che ha aperto la frontiera con la Grecia dopo l'arrivo in massa dei migranti. Il segretario locale della Croce Rossa Ahmet Halimi ha precisato all'agenzia di stampa Beta che gli arrivi sono durati per tutta la notte, mentre un gran numero di rifugiati continua a giungere dalla Macedonia. Ai profughi vengono forniti cibo e acqua in attesa di essere trasferiti sugli autobus messi a disposizione da Unhcr che li trasporta a Belgrado. La stazione ferroviaria di Gevgelija, in Macedonia, ora è completamente vuota, situazione completamente diversa da ieri quando c'erano più di sei mila profughi. Nella zona di nessuno, tra la Macedonia e la Grecia, si trovano ancora profughi che in gruppi di 100-200 persone entrano in Macedonia dove vengono registrati e poi trasferiti in Serbia. Da ieri sera, le autorità di Skopje e quelle di Atene hanno avuto diversi incontri in seguito ai quali hanno concordato una collaborazione per affrontare l'emergenza profughi ed evitare i problemi alla frontiera dei giorni precedenti.
Contrariamente a quanto è accaduto nei giorni scorsi, la frontiera tra Grecia e Macedonia è praticamente aperta. La polizia lascia passare i profughi a gruppi di 200 - 300 senza problemi. La priorità è data a donne con bambini e agli anziani. E’ stato organizzato il trasporto con autobus e minibus che li portano verso la Serbia, informano le agenzie locali. Jasmin Rexhepi della ONG macedone informa che dalle 19 a mezzanotte più di 50 pullman di profughi sono andati da Gevgelija, dove c’è la stazione ferroviaria, verso il confine con la Serbia.
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