E' difficile, ma qualche volenteroso complice di un torturatore si trova sempre. Sottoponiamo perciò alla vostra attenzione questo lancio dell'agenzia Ansa, la "matrice" da cui quasi tutti i giornalisti apprendono una notizia e la "inquadrano" dentro un certo contesto.
Noterete che, riprendendo un articolo altrettanto infame del britannico Daily Mail, il video viene definito "controverso", come se ci potesse essere un equivoco di fondo su quello che si vede.
Si parla di "provocazione palestinese", come se qualcuno avesse buttato il bambino addosso al "povero soldato" che, non sapendo come reagire alla "provocazione", fa quello che fa avendo una qualche "giustificazione".
Non basta. Intervengono diverse donne palestinesi, tra cui una ragazzina di 15 anni. La quale cerca come altre donne di sottrarre il bambino alla morsa strangolatrice del soldato israeliano. Il quale perde la testa, tira cazzotti, brandisce il fucile mitragliatore mentre siede sul corpo del bambino. La ragazzetta ha ovviamente una famiglia e una storia. E quindi se la sua famiglia è di "attivisti", diventa giocoforza "ovvio" che se la vanno a cercare, no?
Peggio. La ragazza è stata protagonista di altre proteste antioccupazione militare, tanto da guadagnarsi un riconoscimento internazionale. Quindi, fa capire l'ignoto estensore del testo che dovrà influenzare tutta la stampa nazionale, non dovete commuovervi vedendo la violenza che subisce, perché gli "attivisti palestinesi", ancorché minorenni e di sesso femminile, "meritano" di essere trattati in quel modo. Se poi, addirittura, mentre il soldato le tira un cazzotto, la ragazzina morde la mano che la picchia, ecco che - come fate a non capirlo - si dimostra che è la ragazza la vera "violenta". Non il soldato, no?
Anzi, tutta la sequenza sarebbe una messinscena dei palestinesi, autori di una "aggressione" nei confronti del "povero soldato".
Si prosegue dunque ironizzando sulla ragazza, utilizzando a piene mani le informative dell'esercito occupante.
Ci sembra dunque utile proporvi sia il video che il lancio Ansa, perché possiate liberamente trarre le vostre conclusioni sull'attendibilità di questo modo di fare disinformazione.
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