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27/08/2015

Torta in faccia a Paolo Mieli

La torta in faccia di oggi, la merita ampiamente Paolo Mieli con il suo editoriale sul Corsera.

Il supponente Mieli, che continua a godere di successo e credibilità assai superiori alle proprie qualità di storico e giornalista, oggi si sofferma su un disco incantato. Rivolto alla sinistra greca (ma anche a quella tedesca o italiana) ripete uno stantìo ritornello: “se, per un accidente della storia, vi capita di vincere le elezioni, sfogliate i giornali, cercate un pretesto, sparate a zero contro il vostro governo e pensate subito a dividervi”. Dunque avrebbe fatto male la sinistra greca – quelli di Unità Popolare ma anche il Kke – a prendere le distanze dalle scelte del governo di Tsipras. Così come avrebbe fatto male Oskar Lafontanine a prendere le distanze dalla Spd e fondare la Linke. Avrebbe fatto male Pastorino a guastare la possibile vittoria della candidata renziana del Pd alla regione Liguria. C’è poi il non detto: avrebbe fatto male la sinistra italiana (il Prc allora) a rompere con il governo Prodi.

Il discorso di Mieli è quello che ci sentiamo fare da tempo e da sempre. La sinistra deve governare e in nome del governo deve rinunciare ai propri contenuti di classe, “di sinistra”, perché il governo... è il governo.

Ma se un governo di sinistra o con dentro la sinistra firma gli stessi memorandum con l’Unione Europea che avevano accettato i governi di destra continuando il massacro sociale della popolazione, perché mai una forza di classe dovrebbe sostenere o rimanere con quel governo? Se la Spd ha fatto le medesime politiche sociali di destra della Cdu trovando quasi naturale allearvisi per formare il governo, perché avrebbe fatto male Lafontaine? E vogliamo parlare poi dei governi Prodi? Stendiamo un velo pietoso sulla inutilità e cosciente inservibilità di ben sessanta parlamentari in quell’esecutivo.

La torta in faccia a Paolo Mieli la lanciamo volentieri, ma avendo già avviato l’ordinazione in pasticceria per chi, ancora oggi e dentro la gabbia costruita da Unione Europea, Eurozona, Patto di Stabilità e pareggio di bilancio in Costituzione, venisse ancora a parlarci di “sinistra di governo”.

Non si può fare! Alternativa significa esattamente il contrario: rottura, priorità sociali definite, duttilità ma nessuno sconto al nemico in difficoltà.

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