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27/08/2015

Il ministro “tarocca” i numeri sul lavoro, ancora una volta

Ennesima figuraccia del Ministro del Lavoro Poletti, il quale ha dovuto ammettere di aver diffuso le cifre sbagliate sui contratti di lavoro nel periodo gennaio-luglio 2015, cioè quelli che sarebbero il beneficio del jobs act approvato dal governo Renzi.

Il ministero ha ammesso di aver divulgato “una tabella che dava conto delle attivazioni e cessazioni di contratti di lavoro di tutti i settori di attività, escluso il lavoro domestico e la pubblica amministrazione, nei primi sette mesi del 2015 in confronto allo stesso periodo del 2014. Purtroppo, un errore nei calcoli relativi alle diverse componenti ha prodotto valori non esatti”.

Secondo le tabelle corrette, nei primi sette mesi del 2015 le cessazioni sono state 4 milioni e 14.367 e non 2 milioni e 622.171 come precedentemente affermato. Sbagliati anche i dati sui contratti attivati nel complesso: 5 milioni e 150.539 contro i 4 milioni e 954.024 della prima tabella. Con i nuovi dati il saldo fra i nuovi contratti registrati e quelli cessati nei primi sette mesi del 2015 registra 1.136.172 contratti attivati in più. Il ministro annunciava un aumento del 30,6% dei contratti a tempo indeterminato, a fronte di oltre 600mila cessazioni, ma è proprio il dato sulle interruzioni a essere stato riportato sballato nelle tabelle ministeriali.

Ma l'ennesima gaffe di Poletti, che era intervenuto su questo al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, ha creato problemi anche nella tabella di marcia del governo proprio sul jobs act. "Se non ci saranno dei cambiamenti nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri — aveva sottolineato in mattinata il ministro del Lavoro Giuliano Poletti  al Meeting di Rimini — è previsto che portiamo domani gli ultimi quattro decreti e quindi a quel punto la legge delega sarà completamente attuata". Invece, da quanto si apprende da fonti ministeriali i decreti attuativi del Jobs act non saranno esaminati oggi dal consiglio dei ministri.

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