di Chiara Cruciati
Le relazioni ai minimi
termini tra Russia e Turchia si sono palesate ieri al summit parigino
sul clima. La delegazione russa non ha rivolto la parola a quella turca,
mentre Putin continua a rifiutare le telefonate di Erdogan.
Ieri il gelo ha toccato l’apice con la più grave delle accuse: secondo
il presidente russo, la Turchia ha abbattuto il jet di Mosca per
proteggere le vie di rifornimento di greggio che dai territori occupati
dallo Stato Islamico verrebbe inviato in Turchia. “Abbiamo
ragione di credere che la decisione di colpire il nostro aereo sia stata
dettata dal desiderio di proteggere le vie di approvigionamento del
greggio al territorio turco, verso i porti dove viene immagazzinato nei
container – ha detto Putin da Parigi – Abbiamo ricevuto altre
informazioni che sfortunatamente confermano che questo greggio, prodotto
in aree controllate dallo Stato Islamico e da altre organizzazioni
terroristiche, viene trasportato su scala industriale alla Turchia”.
Un’accusa di complicità gravissima, seppure da tempo Ankara sia sotto
i riflettori per l’aiuto più o meno diretto garantito allo Stato
Islamico nello spostare uomini e armi verso la Siria. Ma Putin
fa un passo in più: da leader di una delle superpotenze che paiono avere
in mano il futuro della Siria, accusa l’avversario di sostenere il
sedicente califfato nella principale attività economica di cui gode e
che gli permette di mantenere in piedi la propria struttura militare.
Il presidente turco Erdogan ha reagito subito: pronto a dimettersi,
si è detto, se tali accuse fossero provate. Mosca, però, non intende
frenarsi: Putin ha messo sul tavolo anche la libertà di movimento di cui
adepti dell’Isis godono nell’ingresso in Siria dal territorio turco,
accusando Ankara di non prestare alcuna attenzione, soprattutto nei
confronti di islamisti provenienti dal nord Caucaso.
Impossibile creare una coalizione anti-terrorismo, ha concluso Putin,
“se qualcuno continua ad usare diverse organizzazioni terroristiche per
raggiungere i propri obiettivi”. Ovvero, la caduta del presidente Assad
di cui Ankara non ha mai fatto mistero: l’abbattimento del jet
russo aveva un fine preciso, ricordare a Mosca il ruolo della Turchia
(con, alle sue spalle, la Nato) e la definizione dell’influenza sul nord
della Siria. Un territorio che Erdogan vuole destinare a zona
cuscinetto per infilarci dentro i rifugiati siriani e dove addestrare i
ribelli anti-Assad, una zona dentro il territorio siriano che però sia
nella pratica amministrata dalla Turchia. Se Mosca la usa per raid contro Isis e organizzazioni anti-Damasco, la Turchia alza la voce.
Ma il braccio di ferro non si ferma alle parole: se Erdogan da una
parte tenta di ridurre le tensioni riconsegnando il corpo di uno dei due
piloti del Su-24, ucciso da ribelli turkmeni dopo essersi lanciato con
il paracadute, Putin non fa sconti. La scorsa settimana ha emesso un
pacchetto di sanzioni economiche contro la Turchia, tra cui il blocco
all’importazione di determinati beni e la cancellazione dell’ingresso in
Russia senza visto per cittadini turchi a partire dal prossimo anno.
C’è anche chi avanza però un altro tipo di vendetta: secondo al-Monitor,
Mosca starebbe valutando di fornire armi, servizi di intelligence e
informazioni logistiche alle Ypg, le Unità di Difesa Popolari dei kurdi
siriani di Rojava, spauracchio turco per gli stretti legami con il Pkk.
Armi in cambio di sostegno terrestre: ai kurdi la Russia potrebbe
chiedere di avanzare verso i territori a ovest dell’Eufrate, zona che la
Turchia considera off-limits. Il timore è di un avvicinamento al valico
di Jarabulus tra Turchia e Siria, verso il cantone kurdo di Afrin, che
Ankara ha volutamente isolato dal resto del progetto democratico di
Rojava.
La Turchia sembra essere finita all’angolo ma in suo soccorso è già
giunta l’Unione Europea. Che sia solo una coincidenza che solo ieri la
Ue abbia raggiunto un accordo da tre miliardi di dollari con Ankara e riaperto all’adesione a
Bruxelles, mentre Mosca (secondo paese in rapporti economici con la
Turchia) colpisce con le sanzioni?
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