“I due fermati a Fermo dai carabinieri del comando provinciale di Ascoli Piceno (…) sono Martino Paniconi, 44 anni, e Marco Bordoni detto “Lupo”, 30 anni, entrambi del luogo, ultras fermani, gravitanti nell’ambiente anarchico, sono accusati “in concorso tra loro ed in esecuzione del medesimo disegno criminoso, fabbricato, senza licenza dell’autorità, ordigni esplosivi, che venivano poi illegalmente portati in luogo pubblico e fatti esplodere, al fine di incutere pubblico timore ed attentare alla sicurezza pubblica” (…). In particolare, nel decreto sono nominati cinque episodi contestati: a Porto Sant’Elpidio, tra il 9 e 10 gennaio 2016, nelle vicinanze della Chiesa di San Pio X; a Fermo, tra il 27 e 28 febbraio 2016, al Duomo di Fermo, con lievi danni al portone di ingresso; tra il 7 e 8 marzo 2016, alla Chiesa San Tommaso di Canterbury di Lido San Tommaso di Fermo “cagionando gravi danni alla porta d’ingresso”; a Fermo, tra il 12 e 13 aprile 2016, alla Chiesa San Marco alle Paludi, di cui è parroco Don Vinicio Albanesi “cagionando gravi danni al portone d’ingresso”; a Fermo, il 22 maggio 2016, alla Chiesa San Gabriele dell’Addolorata di Campiglione (…). Secondo le accuse, basate su numerose intercettazioni, “il lupo” sarebbe “l’ideatore del disegno criminoso dopo aver letto un libro che trattava temi e teorie anarchiche”, mentre l’altro fermato nelle intercettazioni dice agli amici di averlo “appoggiato”.
Il fermo è stato deciso anche perché, secondo gli inquirenti, imminente era il pericolo di fuga: non solo entrambi hanno “disponibilità di automobili veloci”, soprattutto un’intercettazione ambientale, mentre erano in auto con un altro ultrà rivela “la volontà di entrambi i soggetti di allontanarsi dall’Italia a breve (lunedì) per raggiungere Londra””.
Così l’agenzia di stampa Askanews riassumeva i fatti nella giornata di ieri. Di tenore affatto diverso i lanci diffusi rispettivamente dall’Adnkronoss e dall’Ansa:
“Sono ultras di area anarchica i due fermani fermati dai carabinieri del Comando provinciale di Ascoli Piceno, in collaborazione con il Ros di Ancona, per le bombe piazzate in quattro chiese di Fermo, tra febbraio e maggio di quest’anno. Si tratta di M.P., 40 anni, e M.B., di 30, entrambi residenti a Fermo. A incastrarli appostamenti e intercettazioni ambientali ma anche un’impronta digitale mentre, a confortare il quadro investigativo emerso nei loro confronti, ci sono micce e resti di lavorazione di ordigni rudimentali ritrovati durante la perquisizione domiciliare (…)”.
“I due uomini in stato di fermo di indiziati di delitto per gli attentati a quattro chiese del Fermano sono Martino Paniconi, 40 anni, e Marco Bordoni, di 30, entrambi residenti a Fermo. A loro i carabinieri di Fermo e Ascoli Piceno, in collaborazione con il Ros di Ancona, sono risaliti attraverso appostamenti e intercettazioni ambientali e telefoniche. I due indagati sono ultrà della Fermana Calcio, con simpatie anarchiche. Avrebbero agito per sfregio alle istituzioni. Ne è convinto il procuratore di Fermo Domenico Seccia, che parla di “insofferenza” nei confronti delle istituzioni, appunto, nella fattispecie rappresentate dalla chiesa. Entrambi gli uomini finiti ora in carcere hanno precedenti per porto d’armi abusivo e Daspo (…)”
Insomma per tutte le agenzie di stampa, e per la stragrande maggioranza dei media italiani che hanno ripreso la versione diffusa dal sostituto procuratore Mirko Monti, a mettere le bombe davanti alle chiese di Fermo e a prendere di mira Don Vinicio Albanesi perché accoglieva e sosteneva migranti e rifugiati sarebbero stati due ultras ‘anarchici’ o di ‘simpatie anarchiche’.
Durante la conferenza stampa di ieri Monti ha affermato inoltre che lo stadio sarebbe il solo legame tra i due e Amedeo Mancini, il simpatizzante di Casapound che lo scorso 8 luglio uccise a botte il nigeriano Emmanuel Chidi Namdi dopo aver insultato la moglie, offesa al grido di ‘scimmia’. In effetti i due arrestati sono entrambi membri degli ambienti più esagitati della tifoseria della Fermana, così come lo era Amedeo Mancini.
Monti ha escluso poi la natura politica dell’ondata di attentati perché “dovremmo parlare di destra e anarchia, ma non siamo in presenza di soggetti dotati di cultura politica”. Ma allora perché lui stesso ha citato la presunta identità anarchica di Paniconi e Bordoni orientando così in maniera univoca la lettura dei fatti proposta da praticamente tutto il sistema mediatico mainstream?
In realtà basta andare a vedere il profilo Facebook di Paniconi per rendersi conto che di ideali e tendenze anarchiche non c’è affatto traccia, mentre la sua pagina sul social network pullula di post razzisti, di elogi a Matteo Salvini, di offese agli immigrati, di prese di posizione a difesa di Amedeo Mancini – definito più volte ‘fratello e amico mio’ – e di innumerevoli attacchi contro don Albanesi, preso appunto di mira perché accusato di speculare sull’assistenza ai profughi. Anche il profilo facebook di Bordoni è molto istruttivo: anche qui odio per i migranti e pure post che esortano alla collaborazione con i carabinieri... un classico esempio di anarco-insurrezionalista!
Non è dato ancora sapere se Paniconi e Bordoni oltre alla curva di estrema destra dello stadio frequentino anche ambienti politici più classici, ma non si può certo negare che i rudimentali attentati contro le chiese e le abitazioni dei parroci di Fermo non abbiano nulla a che fare con la politica e che siano stati compiuti solo ‘in sfregio alle istituzioni’. Le bombe quei due mica le hanno piazzate al Municipio o alle caserme dei Carabinieri... Che poi per farsi una cultura sulle “bombe fai da te” abbiano utilizzato un “manuale” scritto da qualche anarchico non vuol dire proprio nulla.
Eppure i media parlano di ‘ultrà anarchici’. Spettacolare è il volo pindarico di Repubblica quando scrive: “Gli arrestati hanno entrambi 36 anni e vivono di lavori saltuari. Secondo le prime indiscrezioni, sarebbero in qualche modo legati ad Amedeo Mancini, in carcere per l’omicidio del profugo nigeriano. Uno dei due sarebbe una sorta di ideologo, convertito dai valori ultrà di destra a quelli anarchici. In casa dell’uomo i carabinieri hanno trovato e sequestrato alcuni libri che testimonierebbero questo passaggio e gli orientamenti ideologici dell’indagato. In questo contesto avrebbe maturato la decisione di colpire l’ordine costituito, scegliendo in particolare le chiese. Sarebbe stato lui a dare incarico all’altro fermato di confezionare gli ordigni che avrebbero poi materialmente posizionato insieme nei luoghi da colpire”.
Non è molto chiaro se il passaggio sia stato dall’estrema destra all’anarchia o il contrario. E comunque anche nel caso di Mancini, assiduo frequentatore delle iniziative di Casapound nelle Marche, si continua a ripetere che in città era conosciuto come un ‘gran comunistone’...
D’altronde in Italia dare la colpa agli anarchici per coprire le responsabilità degli apparati dello Stato o dell’estrema destra in episodi ben più gravi e sanguinosi di quelli registrati a Fermo è una sorta di sport nazionale. Ma stavolta la farsa non può passare inosservata neanche ai più distratti.
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