Un altro episodio di assurda brutalità da parte della polizia degli Stati Uniti potrebbe rinfocolare l’odio nei confronti delle forze dell’ordine oggetto nei giorni scorsi di numerosi attacchi organizzati da chi non reputava più efficaci le sole proteste civili e pacifiche da parte del movimento Black Lives Matter.
Oggi il terapeuta di un uomo autistico è stato ferito con un colpo di pistola da un poliziotto, in Florida, mentre era sdraiato a terra, avendo le braccia visibilmente in aria, come raccontato dalla vittima e in parte testimoniato da un video girato con un telefonino pochi attimi prima degli spari.
Charles Kinsey, afroamericano, che lavora con persone con disabilità, stava cercando di calmare e riportare nella struttura da cui era scappato un paziente di 27 anni, a North Miami. La polizia era arrivata sul posto dopo che era stata avvertita da qualcuno della presenza di un uomo che minacciava di spararsi; gli agenti hanno ordinato a Kinsey e al paziente, che era seduto in strada con un giocattolo in mano, di restare fermi a terra.
Kinsey, sdraiato a terra e con le mani in alto, cercava di fare in modo che il paziente seguisse gli ordini della polizia; a un certo punto, un poliziotto ha sparato tre colpi, ferendo alla gamba il terapeuta; nessuna arma è stata trovata addosso a Kinsey o al suo paziente.
Kinsey, prima di essere colpito, aveva spiegato agli agenti di non essere armato, di essere un terapeuta e che il ragazzo aveva in mano solo un camioncino. “Quando mi ha sparato, non volevo crederci. Gli ho detto: 'Perché mi ha sparato?’; lui ha risposto: ‘Non lo so” ha raccontato alle tv statunitensi. “Ero davvero molto più preoccupato per lui (il ragazzo autistico, ndr) che per me. Pensavo che, finché avessi tenuto le mani in alto, non mi avrebbero sparato. Cacchio, mi sbagliavo”.
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