Non è un momento facile per le ambizioni di potenza della Francia. Attaccata con attentati sanguinosi nelle sue città principali (Parigi, Nizza) ha dovuto ammettere anche la perdita di tre uomini delle sue unità speciali impegnati in azioni coperte sul territorio libico. Una conferma che la Francia è dentro una guerra – per quanto asimmetrica – che ha fatto vittime in Libia, Siria, Mali, Costa d’Avorio, Repubblica Centrafricana e che alla fine è giunta fin dentro le retrovie francesi attraverso il terrorismo.
Nei giorni scorsi erano circolate indiscrezioni, ma adesso il governo di Parigi ha ufficialmente confermato la morte dei tre commandos e la presenza sul campo delle sue truppe in Libia al fianco della milizia del generale libico Khalifa Haftar e fino ad oggi smentita. I tre commandos forse erano membri dei servizi armati degli apparati di sicurezza francesi. Secondo alcune informazioni i tre erano a bordo di un elicottero che sarebbe stato colpito da un missile o dal fuoco della contraerea nella giornata di domenica. Il velivolo apparteneva allo schieramento di Haftar ed era coinvolto in un attacco contro una brigata islamista di Bengasi. Come è noto in Libia, oltre alle truppe speciali francesi, agiscono unità scelte statunitensi – con un centro a ovest ed uno nell’area di Bengasi –, i commandos del Sas britannico e soldati italiani. Missioni di cui spesso si nega la stessa esistenza.
Il portavoce del governo, Stéphane Le Foll, ha confermato, su France Info, la presenza di forze speciali in Libia. Senza specificare con chi e contro chi stanno combattendo. Il Quai d’Orsay propende per l’esercito nazionale libico, di cui il gen. Haftar (uomo forte per conto dell’Egitto e dell’Arabia Saudita) ambisce la guida. “Le forze speciali ci sono, naturalmente, e per contribuire a garantire che la Francia è presente ovunque nella lotta contro i terroristi” dichiarano al ministero degli esteri francese. Secondo le Monde la conferma della presenza delle forze speciali francesi a Bengasi – 120 soldati installatisi all’aeroporto di Benina – ha scatenato tensioni con alcuni partner europei.
Per l’opinione pubblica francese, già traumatizzata dalla strage di Nizza e prima ancora di Parigi – è la rivelazione che il suo governo e il suo paese non sono “innocenti”. E’ la conferma di essere stati trascinati in una guerra i cui costi umani cominciano ad essere pesanti, sia nei paesi dove la Francia interviene militarmente sia sul territorio francese.
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