Mentre la BCE concede privilegi finanziari ad apparati statali e banche, le famiglie scivolano nel baratro della povertà
Assistiamo quotidianamente a tentativi di salvare lo Stato sovrano da parte della Banca d’Italia: acquisto di buoni ordinari del tesoro con i soldi presi dalla “stamperia”. Insieme ai tentativi di salvare le banche italiane colpite dai non rientri relativi ai prestiti (i c.d. not performing loans) che non vengono né verranno ripagati, con l’assistenza del Fondo Atlante 2 (4,25 mld di € sostenuto da istituti bancari per 3 mld, Cassa depositi e Prestiti per 250 mln, Fondazioni Bancarie 500 mln e Assicurazioni e Enti Previdenziali altri 250 mln) che promette un 6% di rendimento atteso a coloro che vogliano finanziarlo. Nonostante la propaganda politica di questo buffo ma preoccupante regime di governance europea c’è anche nel mondo della finanza coordinata, nel nostro caso dalla politica italiana, chi non si fida più. Diversi fondi pensionistici di alcune corporazioni professionali ma anche interne allo Stato come i forestali si sono tirati indietro poiché timorosi dell’intera operazione. Per questo il Fondo Atlante 2 incontra delle difficoltà anche se vitale per Mps ed altre banche nazionali, si consideri per avere un’idea che la quota dei prestiti che non troveranno successo ammonta in Italia al 17% dell’intero massa di capitale in gioco.
Al di la delle promesse dei rendimenti attesi come anche della vendita certa dei titoli di Stato con rendimenti negativi (!?), coperti appunto dalla banca centrale a tutti è comprensibile che è il motore a non funzionare più e tutti i tentativi di manovre monetarie hanno abbastanza fallito non smuovendo niente di particolarmente innovativo sia sul piano economico che sociale. Sarebbe opportuno che la Commissione Europea con i suoi geni iniziasse a rendicontare anziché restare in silenzio aspettando che sempre una maggior quantità di popolazione europea torni ad innamorarsi di derive nazionaliste fuori dal tempo e guerrafondaie. Sarebbe proprio opportuno andare oltre il proposito del PSPP* (pubblic sector purchase programm) che prevede fino al 2017 una serie di acquisti di azioni relative a imprese in difficoltà (prima bancarie ma anche energia e simili), su tutto il territorio europeo quindi un altro tentativo tampone.
La strategia comunitaria si fonda sui due pilastri fondamentali: l’analisi economica e l’analisi monetaria. Però la reale attenzione è orientata verso la gestione del rischio e la stabilità dei prezzi per cui sembra evidente che la “regolazione” sia economica che finanziaria continui ad essere il compito istituzionale più importante. Il problema è: come avviene la regolazione, rispetto a quali mercati e secondo quali orientamenti di sviluppo? Continua ad esser questa la cosa nascosta e difficile da comprendere e continua ad esser questa l’occupazione dei tecnocrati di cui non conosciamo praticamente nulla.
Eccoli qui “i super eroi della Marvel” per l’Europa.
Tutti questi signori, i cui curriculum sono legati veramente alla vecchia e stantia politica della moderazione democristiana europea, dovrebbero sviluppare politiche innovative per l’economia reale che si coordinino con il mondo della finanza. Sono loro che dovrebbero gestire insieme alla BCE il rischio sistemico, quella componente relativa alla conduzione delle aziende sia nel settore privato che alla gestione di bilancio degli Stati Sovrani, interpretando allo stesso tempo il destino dell’economia comunitaria nel contesto mondiale. Quindi andare a fondo nella comprensione della crisi ci fa capire le cause e sembrerebbe accettata la ricostruzione storica del 2007 dell’eccesso di liquidità e crollo dei prezzi di mercato dove nell’economia reale la caduta della domanda è stata senza precedenti rispetto anche a tutta l’offerta in eccesso proveniente dalle produzioni localizzate in Asia.
Il mondo si è inceppato? Forse è proprio questa la parola giusta e la fiducia nell’altro sta scomparendo a livello sociale, la fase del sospetto sta prendendo il sopravvento e la guerra che per molti è divenuta la realtà si sta estendendo sempre di più.
Quali soluzioni sono proposte dal sistema politico? Da tutta quella gente che anima commissioni e parlamenti di istituzioni comunitarie o internazionali?
Non sembrano esserci nuovi approcci che ridimensionino monetarismo e produzione sempre maggiore di beni dando speranza a chi si trova senza più nulla. Come reazione a questi problemi si pensa a chiudersi nell’illusione di potersi salvare materialmente e come identità culturale. Tutti infatti vorrebbero salvarsi chiudendo i confini e all’occorrenza sparando. L’Australia in testa con i suoi 23 milioni di persone su un territorio di quasi 7.703.429 kmq contro la Cina con 9.579.000 kmq per 1,3 miliardi di persone. In un contesto del genere l’Australia meriterebbe di essere invasa.
Nel mentre è necessario trovare soluzioni per non continuare una deriva verso l’impoverimento generalizzato, insistendo su tentativi che già non hanno dato risultati, come appunto le manovre monetarie della Bce e l’illusorio Piano Juncker per l’economia reale.
La prima domanda da farsi è: di cosa abbiamo bisogno?
La domanda implica una valutazione in ambito sociale legata al benessere delle persone, del vivere in Europa nel nostro caso. Lasciare sacche di disoccupazione dove non esiste neanche più un lavoro nero per la sopravvivenza crea situazioni di pericolo perché la povertà specialmente dopo aver provato il benessere genera cattiveria verso tutti.
Continuare a non promuovere passaggi importanti verso l’economia verde sembra sempre di più un paradosso.
Pensare di lasciare gran parte del territorio in abbandono e sotto la pressione nociva di inquinanti è un crimine protratto nel tempo.
Nell’eccesso di liquidità i soldi ci sono e se si stampano per salvare banche e comprare titoli di Stato per finanziare un apparato che attualmente è fuori dal tempo se non altro per le remunerazioni relative ai vecchi contratti nella Pubblica Amministrazione, allora perché non devolvere masse monetarie per curare dei passaggi importanti nell’economia reale verso stati di benessere superiore?
Se si parla di rischio nel mondo della finanza e si sono creati dei dispositivi di garanzia contro i fallimenti bancari, Basilea 1/2/3, perché non è possibile guardare oltre lo steccato di un approccio che mostra tutta la sua fatiscenza e valutare i rischi reali di una mancata emancipazione?
L’emancipazione determina l’economia sana e con il bagaglio conoscitivo che ci siamo fatti in ogni settore il passaggio verso il benessere generalizzato è più vicino di quanto si pensi.
Con Basilea 3 i banchieri si son detti: non diamo più il coefficiente 100% ai prestiti verso le aziende private perché non sono tutte uguali, rivediamo anche i prestiti ai paesi Ocse con lo 0% di rischio visto che ci sarebbe anche la Turchia che lo 0% non merita di certo. Hanno capito, senza dirlo, che le posizioni standard del capitalismo monetarista sono senza senso per cui hanno modificato l’impostazione seppur con un marcato ritardo.
A questo punto la pretesa, la rivendicazione politica da portare avanti è legare le coperture finanziarie per mano delle banche centrali in progetti pubblici e iniziative di produzione di aziende private che vadano nella direzione del miglioramento della qualità della vita. Ne conseguirebbe una nuova ondata di domanda pubblica che le politiche di austerità hanno cancellato completamente.
Per fare esempi concreti sto indicando nuove forme di depurazione e gestione dei rifiuti, sistemi idrici di distribuzione di acque sempre migliori, bonifiche in generale, mobilità urbane, infrastrutturazioni non pesanti e non legate ad interessi particolari, redditi di cittadinanza, agricoltura e pesca in ambienti sempre più curati e tutelati etc. etc.
I rischi di una nuova inflazione sono ridotti principalmente per un motivo che è legato all’enorme massa valutaria denominata in €. Abbiamo uno strumento che finalmente qualche vantaggio ce lo potrebbe iniziare a dare: la consistenza dell’EURO, una massa di moneta così grande che cresce mediamente del 4,5% l’anno tale da sostenere una maggior domanda proveniente da redditi e relative rivalutazioni reali legati a nuovi posti di lavoro. La massa monetaria M3 denominata in € è andata nelle mani della finanza anziché in quelle della gente e delle aziende artigiane e PMI. La contesa politica sta proprio come redistribuire questa massa monetaria.
Politica di sinistra cosa stai aspettando? Se sarà il caso del PSPP la rivendicazione politica da fare è che abbia un efficacia migliorativa per tutti e per la qualità della vita di tutti e non contribuisca a creare bolle speculative come è accaduto fino ad oggi.
Per Senza Soste, Jack RR
5 settembre 2016
* si veda sul web https://www.bancaditalia.it/compiti/polmon-garanzie/pspp/index.html e la specifica https://www.bancaditalia.it/media/comunicati/documenti/2015-01/cs-110515.pdf per una miglior comprensione dell’intera operazione proposta dalla BCE.
Fonte
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