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24/02/2017

Fascisti su Marte? No leghisti su Napoli

L’effetto, meno esilarante, è comunque ugualmente straniante. Salvini ci riprova. Per l’11 marzo annuncia la venuta in città. Anche se ha già dovuto ridimensionarsi; aveva infatti in un primo momento parlato di comizio di piazza ed invece parlerà all’interno del teatro Mediterraneo nella Mostra d’oltremare. Teatro comunque con quasi duemila posti di capienza. Insomma il capo dei razzisti padani cerca voti al sud per il suo “partito nazionale” e per la costituzione alle prossime elezioni politiche (che non sembrano più tanto lontane: si parla addirittura di giugno) delle liste elettorali NOI CON SALVINI. Ovvero vuole intercettare il bacino elettorale dove pescavano Berlusconi, An e centrodestra vari. La militanza politica e l’organizzazione degli eventi è però affidata a Casapound, formazione neofascista che da anni oramai esprime simpatie per la Lega Nord e i suoi esponenti politici. Casapound che in città ha una sede ubicata in via Foria e che è presidiata da polizia e carabinieri praticamente h24.

In effetti appare tutto così paradossale e ci sarebbe quasi da ridere nel pensare che il leader di una formazione denominata Lega Nord, che ha avuto nel razzismo antimeridionale il suo primario tratto costitutivo, possa cercare voti proprio da queste parti. Ma la questione purtroppo è seria. La crisi spinge i settori popolari in lotta sempre più competitiva tra di loro e la rabbia anti stranieri fa presa anche al meridione. Salvini vuole capitalizzare e non si fa problemi a passare per provocatore. Anzi. Già qualche anno fa tentò la medesima operazione con l’approssimarsi delle elezioni politiche e la fine del governo tecnico di Monti. Un comizio previsto a Piazza Carlo III (a pochi passi dalla sede di Casapound) che però non si svolse perché il leader padano riuscì appena a scendere dall’auto che dopo 3 minuti fu velocemente allontanato da agenti Digos e rimesso in auto. Troppi i contestatori e troppo pochi i militanti di Casapound a difenderlo. Napoli è anche l’unica città del sud dove non è mai riuscito a costituire liste elettorali. Insomma è un avamposto troppo importante per le mire espansionistiche della neo lega nazionale. Da conquistare assolutamente. Non sarà cosa facile, sia chiaro. Soltanto l’annuncio della sua venuta ha scatenato in città tutta una serie di polemiche.

Una addirittura con il sindaco De Magistris che ha definito il movimento leghista “nazifascista” prendendo spunto dalle parole di Salvini sui rastrellamenti casa per casa, a caccia di clandestini, nei quartieri delle città. Il sindaco ha ricordato che Napoli è città accogliente e solidale, per cultura, per storia, per vocazione e che non può accettare sul proprio territorio manifestazioni quali quelle leghiste. Ha chiesto al prefetto, in nome della costituzione, di vietare l’iniziativa salviniana. Il prefetto non ha risposto e Salvini ha annunciato querele.

Polemiche mediatiche anche con la consigliera comunale Di Majo, eletta con la lista Dema, la lista del sindaco, già leader del centro sociale Insurgencia che ha risposto a un post su facebook di Salvini sugli scontri tra polizia e studenti bolognesi annunciando per lui un  comitato d’accoglienza” per quando scenderà a Napoli per trattarlo nella medesima maniera in cui la polizia ha trattato gli studenti bolognesi. Tanta carne al fuoco dunque per nutrire di polemiche e accuse i prossimi giorni a ridosso dell’evento.

Ma al di là delle polemiche mediatiche c’è realmente una Napoli che si prepara a dare il degno benvenuto a un così ripugnante personaggio. Lunedì si è svolta una prima assemblea pubblica, presso i locali dell’ex asilo Filangieri, per organizzare manifestazioni di protesta in contemporanea al comizio leghista. Le settimane a venire, per il mondo antagonista sarebbero state, Salvini o non Salvini, già ampiamente piene visto che il primo marzo è giornata di lotta dei migranti e l’otto c’è sciopero delle donne. Supplemento di fatica per accogliere anche il leader dei razzisti.

Assemblea giovane e partecipata. Sono tanti infatti i ragazzi e le ragazze presenti in sala. Loro neanche possono immaginare cosa fosse la comunicazione politica e pubblica in generale prima dell’avvento della Lega. La prima e maggiormente decisiva formazione che ha concorso all’abbassamento verticale del discorso pubblico. Dei ragionamenti collettivi. La formazione politica che ha sdoganato i peggio stilemi comunicativi, razzisti e fascistoidi. La formazione che ha lavorato con forza e determinazione all’abbattimento dei livelli economici e sociali meridionali, che ha preteso l’ulteriore rapina delle risorse sudiste a vantaggio dei territori settentrionali. Che ha scatenato l’odio in un crescendo di tutti contro tutti. Nordisti contro sudisti e italiani contro stranieri. La formazione che ha espresso come ministro delle Finanze un certo Tremonti, vero killer della formazione padana che con la sua finanza creativa ha dimezzato le risorse destinate al sud per dirottarle verso i territori e le regioni del nord. A quei tempi Bossi e la Lega non si facevano nessuno scrupolo a sparare a zero sui meridionali. Lo stesso Salvini in qualità di giovane consigliere comunale presentava un emendamento per riservare posti sui mezzi pubblici milanesi agli autoctoni a scapito di terroni e extracomunitari (testuali parole del consigliere Salvini). Lo stesso Matteo che mezzo ubriaco cantava in una festa leghista, insieme ad altri tamarri celtici, di cani che scappano nel vedere i napoletani.

Ecco: la nemesi di Salvini è tutta qui. I cani scappano quando ci sono i napoletani. E i leghisti invece?

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