Leggo il Corriere della Sera del 22
febbraio per puro caso. Ho da ingannare il tempo e per curiosità mi
soffermo sull’editoriale di Alesina e Giavazzi, ricordo alcuni dei loro working papers
mia materia di studio circa venti anni fa. Una riflessione sullo stato
della politica italiana nel mentre il Pd fa questa strana e
insignificante assemblea nazionale senza contenuti, raffazzonata ma più
che altro disperata. Passo agli articoli interni e leggo di Emiliano
nuovo prestigiatore che riesce a parlare solo di marcature e strategie
per arrivare alla segreteria. Nella pagina seguente ho ancora lucidità
per leggere l’intervista ad Epifani che si defila con un arrivederci e
poi ripenso al “ganzino” Renzi volato in California a bersi una
birretta. Rendiamoci conto a chi siamo in mano ed è facile infatti per i
due economisti togliersi la soddisfazione di ridicolizzare un po’
tutti. Considerato il piano su cui dibattono è vero che la classe non è
acqua ma su questo Pd è come sparare sulla croce rossa. Ce lo avevano
detto loro che era meglio un mercato meno regolato che aumentasse la
competizione e rendesse i vincitori più competitivi! È da vent’anni che
lo ripetono.
La domanda che mi viene è: ma di chi
stanno parlando? Di tassisti, di categorie protette, di ordini
professionali, di pensionati e mangia pane a ufo, di lavoratori
sindacalizzati che sotterrerebbero le speranze di quei cervelli in erba
che attraverso una borsa di studio potrebbero rivelarsi veri e propri
emergenti? Negli emoticon ci sono diversi tipi di faccine e
gesti utili per fare una recensione sintetica a quell’editoriale
ingiallito come le icone scissioniste emerse in assemblea, senza ancora
una connotazione né un nome immaginiamoci con quale programma
riformista. Chi doveva salvarsi in questo mondo opulento per pochi ce
l’ha fatta al momento, utilizzando intelligenza umana rastrellata dalla
massa ripagandola anche bene soprattutto con giochi di specchi. Gli
opulenti hanno fatto in grande come Renzi, mentre tutti si azzuffavano
per un tozzo di pane, si son levati dalla mischia vivendo nelle loro
cerchie. Sto parlando di coloro che sulla crisi e sui differenziali di
ogni tipo a livello economico e finanziario scommettono come il
giocatore incallito presso un picchetto di un ippodromo.
Mentre miliardi di persone a breve
mangeranno insetti una piccola categoria dei, purtroppo per loro,
mortali appunto ha fatto come il “ganzino” fiorentino. Ma “il mondo è
piatto” diceva un altro esaltato del liberismo, tale Thomas Friedman che
utilizzava parole di encomio verso la trasformazione dei processi
economici e sociali come ai tempi in cui l’uomo inventò il sapone. Oggi
non è più così, su questo pianeta tondo e non piatto si inizia a sentire
sulla nostra pelle la sua finitezza. Non parlano di questo il Pd
neanche Alesina e Giavazzi. Non parlano di nuove economie, da
perfezionare se fossero messe in moto delle politiche educative di
apprezzamento del mondo e di vittorie nella preservazione della razza
uomo. Ragionano sempre di mondi piatti, pieni di tabù e simbolismi
opulenti.
A cosa dovrebbe tendere secondo loro il
giovane studente intelligentissimo e abile nel competere? Dovrebbe
diventare un buon econometrico per poter metter mano al computer
quantico che prima o poi entrerà in funzione per aumentare i rendimenti e
ridurre i rischi sugli investimenti di portafoglio oppure si potrà
muovere verso una risoluzione dei problemi delle masse proprio grazie
allo stesso computer che possa redistribuire risorse e benessere senza
distruggere risorse come fino ad oggi si è fatto? Né i due economisti né
il Pd intero ancor prima di perdere qualche vecchio impresentabile
mostro della politica parla di questo: del rapporto tra potere vero dei
giocatori di cavalli a livello internazionale che invece delle fiches usano pezzi di destino di intere popolazioni rispetto alle necessità di base di miliardi di persone.
Devono capire che tutti loro non servono
già più da anni alla difesa della causa pubblica e bisogna che vadano a
procurarsi uno stipendio in un altro modo perché il loro ruolo è
completamente spiazzato dalla governance europea fatta di personaggi
indicati direttamente da settori influenti della finanza internazionale.
E poi visto che gli piace molto il privato vadano a guadagnare
prestando lavoro in aziende private. Mi viene in mente di abbinare
ironicamente un Gentiloni a una call option, un Renzi a un
pronti contro termine denominato in valuta, un Salvini rispetto a un
derivato e Grillo a un’obbligazione, di una azienda che prometta
infrastrutture in project financing, acquistata direttamente
dalla Bei. Sai che grasse risate si faranno nei cda di queste grandi
società. Intanto li trattano da morti di fame perché non guadagnano
niente rispetto a loro ma soprattutto perché gli rendono la vita agile
anche senza corromperli. Sono già educati, sono già prostrati, sono
perfetti nella loro sudditanza come delle scimmiette ammaestrate e
soprattutto li paga il contribuente. È proprio il politico che non
esiste più all’emergere però di una vera consapevolezza che il mondo è
tondo, finito e purtroppo pubblico. Gli opulenti hanno il terrore di non
poter scappare e quindi pompano a più non posso attraverso i media per
non far capire ai giovani intelligenti che potrebbero esserci altre vie
per la felicità anche dando merito e riconoscimento ai più bravi.
L’intelligenza alla lunga però vince sempre.
Per Senza Soste, Jack RR
26 febbraio 2017
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