Crescono ormai quotidianamente le adesioni di giuristi, sindacalisti,
costituzionalisti, docenti universitari, attivisti politici e sociali
all’appello lanciato da Bologna per fermare l’escalation repressiva in
corso nel paese, escalation strettamente funzionale alla governabilità
autoritaria delle conseguenze sociali della crisi e delle misure
antipopolari imposte dal governo e dalle istituzioni europee. “C’è
un nesso palese tra estensione dei provvedimenti repressivi e le
conseguenze della crisi economica che produce disoccupazione di massa,
sfratti, chiusura di aziende, aumento vertiginoso delle disuguaglianze,
brusche precipitazioni in condizioni di povertà per milioni di persone” scrive un passaggio dell’appello.
Le decine di fogli di via, obblighi di dimora, denunce, condanne,
sanzioni economiche che si stanno abbattendo contro lavoratori,
sindacalisti, attivisti sociali o contro i manifestanti dei recenti
cortei del 25 marzo a Roma e del 27 maggio a Taormina, indicano
chiaramente una torsione poliziesca da parte del Ministero degli Interni
nella gestione dei conflitti sociali e dei diritti costituzionali
difesi nel referendum del 4 dicembre scorso.
Tra i primi firmatari dell’appello figurano il vicepresidente emerito
della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, Giorgio Cremaschi, Fabrizio
Tomaselli, il costituzionalista Claudio De Fiores, un nutrito gruppo di
docenti dell’Università di Napoli, Calabria e altri atenei, la
europarlamentare Eleonora Forenza e tantissimi altri. Un segnale di
allarme ma anche un appello alla resistenza e alla legittima difesa
comune. L’appello si conclude con la richiesta di depenalizzazione e di
una amnistia per i reati connessi alle proteste sociali, annunciando
contestualmente “una vasta campagna democratica e popolare per abrogare il decreto Minniti, diventato legge”.
Il testo dell’appello e l’elenco dei firmatari sono leggibili su eurostop.info, le adesioni vanno inviate a: Appello30maggio@gmail.com
Si vanno sviluppando intanto altre iniziative analoghe, confermando
come ormai ci sia una percezione diffusa e collettiva del clima
crescente da Stato di polizia e di repressione preventiva nei confronti
dei soggetti politici e sociali che animano i conflitti e la resistenza
alle misure antipopolari.
Per il 22 giugno alle 16.30 nella sede della Fondazione Basso è
previsto un convegno sul tema: “Misure di prevenzione personali.
Controllo sociale e idolatria del decoro”. Sono previste relazioni e
interventi del magistrato Livio Pepino, di Romeo Francesco avvocato, di
Enrico Gargiulo dell’Università del Piemonte Orientale, di Antonello
Ciervo dell’Asgi e Cesare Antetomaso dei Giuristi Democratici. Ma le
iniziative di contrasto stanno assumendo, giustamente, anche una
dimensione che trascende dalla sola Italia.
Il 28 e 19 giugno a Bruxelles l’Osservatorio Repressione propone la nascita di una “rete Europea per il diritto di dissenso in difesa delle lotte sociali”.
Una rete che sia capace di investigare sulle forme della repressione a
partire dai singoli stati Europei verificando le similitudini
legislative dei singoli paesi trovando i punti in comune. Un lavoro che
deve andare oltre la sola testimonianza, il denunciare quanto la
repressione sia crudele e quanto gli Stati Sovrani rispondendo al
turbocapitalismo, finiscono per non garantire più il minimo dei diritti
democratici e diventino più propensi a esportare la Democrazia nel mondo producendo
un’infinita lotta al terrorismo.
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