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25/06/2018

Ballottaggi. La destra travolge Pd e M5S

Come da previsioni Lega e controdestra si prendono quasi tutti i comuni che andavano al ballottaggio. Con la conferma che non esistono più “roccaforti” dove il voto continua ad andare alle stesse forze anche a dispetto della storia e dei fatti.

Il voto, in questo paese come in tutto l’Occidente capitalistico, è diventato “liquido”, nel senso che di volta in volta la maggioranza dell’elettorato si sposta verso la proposta politica apparentemente meno lontana, più efficace, più pompata dai media. Come consumatori tra gli scaffali del supermercato...

Il fenomeno è molto più evidente nelle regioni un tempo “rosse”, dove per 70 anni era sembrato che l’egemonia della “sinistra” fosse intangibile e perenne. Dalla caduta del Muro ad oggi, il passaggio del Pci (poi Pds, Ds, Pd, ecc.) al campo del liberismo assoluto ha bruciato rapidamente quel patrimonio di valori costruiti in un secolo di lotte, “liberando” gli elettori da qualsiasi vincolo di appartenenza. Ossia di partecipazione a un progetto.

Lo si vede dall’astensionismo, ormai superiore al 50%. Un fenomeno che non ha nulla a che vedere con le dinamiche anni ‘70 (quando era sensato dire “non votare, lotta”), ma segnala semplicemente una resa di fronte all’impossibilità di riconoscersi in qualcuna delle proposte politiche in campo.

Il quadro dei risultati è in larga misura chiarissimo.

Il “centrosinistra” targato Pd viene travolto in Toscana e in Emilia. I Cinque Stelle si affermano ad Avellino e Imola, ma perdono Ragusa. Avanzano Lega e centrodestra un po’ ovunque.

E’ un vero e proprio ribaltone quello avvenuto in Toscana dove Pisa, Siena e Massa passano in blocco al centrodestra. A Pisa il nuovo sindaco è Michele Conti candidato di Lega, FI e FdI, che ha battuto Andrea Serfogli. A Siena Luigi De Mossi, con il 50,8% batte di misura il sindaco uscente Bruno Valentini (Pd) fermo al 49,2%. A Massa Francesco Persiani è al 56,6% e batte senza problemi Alessandro Volpe, sindaco uscente, fermo al 43,4%.

Ammette la sconfitta anche Maurizio Perinetti, candidato sindaco del “centrosinistra” a Ivrea: qui la sinistra amministrava ininterrottamente dal Dopoguerra. Ad Ancona, unico capoluogo di Regione al voto, si riconferma la sindaca uscente, Valeria Mancinelli, di “centrosinistra”. Ad Avellino si impone a sorpresa Vincenzo Ciampi candidato M5S che strappa la cittadina campana finora guidata dal “centrosinistra”.

Il M5S espugna anche Imola, governata per oltre 70 anni dal “centrosinistra”. Dopo 20 anni passa al centrodestra Terni – finora guidata dal Commissario straordinario – con Leonardo Latini esponente della Lega che al ballottaggio ha nettamente superato Thomas De Luca, candidato del Movimento 5 stelle.

Da Brindisi arriva una delle poche consolazioni per il “centrosinistra”: è vincitore Riccardo Rossi, ribaltando i risultati del primo turno che vedevano favorito Roberto Cavalera del centrodestra. Brindisi era uno dei comuni guidati dal Commissario straordinario. A Imperia la lotta tutta interna al centrodestra, vede la vittoria dell’ex ministro Claudio Scajola, rappresentante di quattro liste civiche, che prevale sul candidato del centrodestra unito Luca Lanteri, ex delfino dello stesso Scajola e ora uomo sostenuto dal governatore Giovanni Toti.

Anche a Sondrio prevale il centrodestra con il candidato Marco Scaramellini che batte Nicola Giugni, sostenuto dal “centrosinistra”. A Teramo Gianguido D’Alberto del “centrosinistra” ha avuto la meglio su Giandonato Morra del centrodestra (il comune era guidato da un commissario straordinario). A Viterbo, città finora guidata dal “centrosinistra”, il nuovo sindaco è Giovanni Arena del centrodestra con il 51,1 che ha battuto Chiara Frontini, a guida di una lista civica. Sorprese dai ballottaggi in Sicilia.

A Ragusa, guidata finora dai Cinque Stelle, il candidato sindaco del M5s Antonio Tringali è stato battuto dal rivale Giuseppe Cassì, sostenuto da liste civiche e FdI. A Messina, Cateno De Luca (Udc) si impone su Dino Bramanti, sostenuto dal centrodestra. E a Siracusa vince Francesco Italia (Cs) che batte Paolo Ezechia Reale, appoggiato dal centrodestra. Al “centrosinistra”, infine, è andato il Terzo Municipio di Roma.

Che senso trarne? E’ finita l’epoca in cui – a “sinistra” – si poteva “far politica” guardando soltanto alle dinamiche istituzionali, contando sul fatto che il proprio “bacino elettorale” era tutto sommato stabile e fedele. In quell’epoca si giocava a scomporre e rimettere insieme pezzi di sigle e ceti politici all’unico scopo di “eleggere” alcuni consiglieri o parlamentari.

E’ insomma finito il tempo dei “comitati elettorali” più o meno stabili, con protagonisti fissi e sigle mobili, programmi vaghi e compromessi stipulati in segrete stanze; ossia il tempo in cui le strutture dei “partiti” venivano risvegliate dal sonno per raccogliere firme, presentare una lista, chiamare gli iscritti, telefonare agli affezionati elettori...

Non esiste ormai alcuna possibilità di “raccattare voti” a prescindere da una presenza sociale quotidiana sui territori. Si raccoglie quel che si è seminato, e se non hai seminato nulla – come “a sinistra” avviene ormai da tempo immemorabile – non puoi raccogliere altro.

Da questa consapevolezza, del resto, è nato Potere al Popolo. Per costruire opposizione e rappresentanza politica serve lavoro sociale, presenza, fatica ed entusiasmo. Chi vuole “risultati” subito, come i bambini viziati, può rivolgersi al Pd. Anzi, nemmeno più lì...

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