di Michele Giorgio – Il Manifesto
Sono decollati con ogni
probabilità da una base aerea in Sicilia i droni americani MQ-9 Reaper
che hanno di nuovo colpito in Libia obiettivi di “Al Qaida nel Maghreb
islamico” (Aqim). Mercoledì gli aerei senza pilota hanno ucciso un
qaedista a circa 50 miglia a sud-est di Bani Walid. Lo scorso 24 marzo
avevano colpito Musa Abu Dawud, descritto dal comando americano Africom
come un «responsabile di alto livello» di al Qaida.
Da quando si è insediato alla Casa Bianca Donald Trump, gli
Stati Uniti hanno condotto in Libia almeno 11 raid aerei. E decine di
militari americani, membri di unità speciali, addestrano e di fatto
guidano formazioni armate alleate del governo di accordo nazionale del
premier Fayez al Sarraj. Nel frattempo riesplode la faida per il controllo delle risorse petrolifere.
La milizia guidata da Ibrahim al Jadharn, l’ex comandante della
Guardia petrolifera libica (Pfg), ha occupato i terminal di Ras Lanuf e
Sidra, nella Libia nordorientale, dopo aver lanciato un attacco
nell’area nota come la “Mezzaluna petrolifera”, una vasta zona di
giacimenti che rappresentano oltre i due terzi della produzione
petrolifera libica che è sotto il controllo del parlamento
Tobruk. La National Oil Company (Noc), la compagnia
petrolifera statale ha chiesto ad al Jadharn di ritirarsi,
sottolineando che a causa dei combattimenti in corso da giovedì il
deposito di stoccaggio nel terminal di Ras Lanuf è stato gravemente
danneggiato.
Un’intimazione a cessare subito l’occupazione dei pozzi è giunta
anche dai due governi libici ma i miliziani non hanno alcuna intenzione
di ritirarsi. Al Jadharan due giorni fa ha spiegato che gli
attacchi nella Mezzaluna petrolifera intendono mettere fine
«all’oppressione dei residenti della regione» controllata dal marzo
dello scorso anno dall’Esercito nazionale libico del generale Khalifa
Haftar. «Non è una battaglia per fini personali, tribali o di
partito», ha precisato al Jadharn assicurando che i rifornimenti di
petrolio proseguiranno tramite la Noc.
Haftar aveva preso il controllo di Ras Lanuf e Sidra consentendo la
loro riapertura dopo un lungo blocco. Ora è pronto al contrattacco per
sbaragliare i miliziani – ai quali si sono unite le Brigate di Difesa
di Bengasi – ma non avrà vita facile. Il grosso dei suoi uomini
è impegnato nella battaglia per il controllo della città costiera di
Derna che infuria da tre settimane. Per questo la risposta
all’occupazione dei due terminal petroliferi è arrivata dal cielo, con
bombardamenti aerei.
Già lo scorso marzo le truppe fedeli ad Haftar furono impegnate per
10 giorni in combattimenti durissimi contro la stessa milizia. I
combattimenti in corso a Derna sono ostacoli significativi ai piani
delle Nazioni Unite di tenere elezioni il 10 dicembre. I combattimenti
nei porti petroliferi sono un ricordo delle aspre divisioni che
stringevano la Libia nella morsa.
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