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27/06/2018

Clash with reality

I Pantera sono stati senza dubbio, insieme a Sepultura e Fear Factory, i padroni indiscussi del metal anni '90 e, quanto a vendite, probabilmente l'ultimo grande fenomeno dell'hard & heavy, avendo piazzato in giro per il mondo più di 60 milioni di copie dei propri album.

Certamente anche per questo, lo stile che hanno creato a cavallo tra Cowboys From Hell e Great Southern Trendkill è stato in assoluto il più inflazionato degli anni '90 e, almeno, del primo lustro degli anni 2000.

Una riproposizione così pedissequa e ossessiva quella del groove metal in quel periodo, da divenire assolutamente indigesta.

Ai tempi, ricordo che smadonnavo superficialmente addosso a chi diede i natali al genere, Pantera appunto e Sepultura di Roots.

Un po' di cultura marxista, seppur terra terra, fortunatamente mi ha fornito gli strumenti per comprendere che le imprecazioni andavano dirette all'industria discografica, che plasmava il mercato secondo la propria necessità di profitto fino a decretarne lo schianto, testimoniato dal vuoto cosmico che è dilagato nell'ultimo decennio.

Uno schianto che, riferito ai Pantera, si è riverberato nella maniera peggiore anche sui componenti del gruppo.
Dopo Darrell Abbott, morto ammazzato sul palco durante un concerto dei trascurabili Damageplan l'8 dicembre 2004, infatti, i giorni scorsi è passato a miglior vita anche il fratello Vincent, chiudendo definitivamente il cerchio sulle residue possibilità, più volte paventate nel corso degli anni successivi allo scioglimento dei Pantera, di rivedere sul palco la formazione texana, magari con Zakk Wylde alla chitarra.

Una fine talmente mesta, da annullare anche il senso di qualsiasi chiosa al termine di questo testo.


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