“Lì dove cresce il pericolo cresce anche ciò che salva”, diceva il poeta tedesco Hölderlin.
È un verso perfetto per inquadrare questo momento storico. Perché, che il pericolo cresca, è sotto gli occhi di tutte e tutti: in Europa come in Italia, dove il governo Lega/5 Stelle sta giocando un gioco pericolosissimo. Non potendo dare risposte ai problemi degli italiani su lavoro, casa, servizi, il governo spinge sul razzismo, trova dei nemici fra i più deboli, scarica la rabbia delle persone sui rifugiati, sui rom, sui gay... Salvini, diventato il vero centro di questo governo, occupa lo spazio mediatico e incoraggia la parte peggiore del paese a uscire allo scoperto: da qui l’aumento di aggressioni contro i migranti, il diffondersi di allucinanti discorsi di odio...
In questo modo Salvini copre l’operato del Ministro dell’Economia Tria, che proprio in queste ore chiarisce che non c’è spazio per il reddito di cittadinanza, l’abolizione della Fornero e nemmeno per la Flat Tax. Si rispetteranno i parametri europei, non si toccheranno i patrimoni dei ricchi. Si annunciano piuttosto ulteriori tagli alla spesa sociale, un bel condono fiscale per fare cassa e la famosa riforma del codice degli appalti nella speranza che si sblocchino un po’ di lavori pubblici, per realizzare opere inutili e dannose, anche al rischio di rendere più semplici i fenomeni corruttivi.
Il Movimento 5 Stelle, complice e subalterno, ha di fatto consegnato alla Lega i ministeri decisivi, ceduto su tutti i punti del “cambiamento”, tradito il Mezzogiorno – e qualche effetto scenico di Di Maio non basterà a cambiare la sostanza liberista di questo governo.
Ma, chi ha occhi per vedere, nota che sta lentamente crescendo anche “ciò che salva”. Di fronte al pericolo, molte italiane e italiani stanno prendendo consapevolezza della natura dell’alleanza Lega/5 Stelle. Molti lavoratori e lavoratrici hanno iniziato a fare concretamente i conti su stipendi e pensioni, accorgendosi che le misure annunciate non cambieranno la loro condizione materiale. Molte persone sensibili, molti attivisti, dopo un primo periodo di sbandamento, di fronte alla montante ondata di barbarie stanno riprendendo coraggio.
La rabbia provocata dalla morte del sindacalista Soumaila Sacko in Calabria, l’assurda vicenda dell’Aquarius, il corteo del 16 giugno che ha visto la partecipazione di decine di migliaia di persone, ci parlano di un iniziale movimento di opposizione a questo governo e in generale a tutte le politiche che non vogliano rompere con l’austerity e le disuguaglianze sociali. Ci parlano della possibile composizione di un blocco sociale fatto da giovani, lavoratori e lavoratrici più o meno precari, migranti, abitanti delle periferie...
È lecito ipotizzare che questo governo a breve incontrerà ostacoli significativi: trovare i soldi per evitare l’aumento dell’IVA, ovviare ai problemi causati dalla fine del Quantitative Easing. È lecito attendersi che il malcontento sociale aumenterà, e che il governo giallo-verde cercherà di indirizzarlo verso nuovi nemici, forte della mancanza di alternative credibili.
Per questo motivo, come Potere al Popolo!, abbiamo cercato, sin da subito, di cogliere le occasioni, valorizzare i segnali positivi e di far crescere l’opposizione a questo governo. Un’opposizione sociale, che parta dal basso, concreta, che sappia portare a casa vittorie anche parziali, successi su ogni singolo territorio, un’opposizione ragionata, che sappia mostrare i limiti delle loro politiche economiche e il nostro programma per una vera redistribuzione della ricchezza, per un serio intervento pubblico, per la creazione di posti di lavoro e il miglioramento delle condizioni di vita di tutti gli sfruttati.
Per questo siamo stati in massa al corteo del 16 a Roma e abbiamo sfilato insieme a tante lavoratrici e lavoratori a Piacenza e Reggio Calabria il 23 giugno, per questo stiamo aprendo ovunque possibile Case del Popolo, avviando attività mutualistiche, per questo stiamo cercando di sostenere chi lotta nei sindacati e fuori.
Ora si tratta di fare questo sempre meglio, e per questo abbiamo bisogno di strutturarci sempre meglio. Non possiamo farci trovare impreparati quando il governo comincerà a colpire davvero. Rischiamo che l’opposizione finisca nelle mani di PD e soci, che al popolo italiano non hanno nulla di diverso da proporre che nuova austerità, magari riverniciata da una spruzzata di umanitarismo.
Dunque allargamento del fronte di opposizione e collaborazione con tutti i soggetti che lottano, devono andare di pari passo con la nostra capacità di essere incisivi, di radicarci sui territori, di funzionare rapidamente e bene. Di fronte al pericolo, non possiamo permetterci di perdere tempo.
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