La Siria ha chiesto ieri al Consiglio di Sicurezza dell’Onu un
incontro urgente che affronti la recente decisione statunitense di
riconoscere le Alture del Golan come parte del territorio israeliano. Due
giorni fa il presidente degli Usa Donald Trump ha confermato la sua
decisione firmando un documento in cui Washington riconosce l’annessione
israeliana del Golan (occupato da Tel Aviv durante la Guerra
dei Sei giorni del 1967), nonostante la comunità internazionale e le
risoluzioni delle Nazioni Unite lo ritengano territorio occupato.
In una lettera indirizzata alla presidenza del Consiglio (attualmente francese), la
delegazione siriana ha chiesto un incontro “per discutere della
situazione del Golan occupato siriano e della recente palese violazione
(degli Usa) della risoluzione del Consiglio di sicurezza da parte di un
stato membro permanente”. La presidenza francese per ora tace, tuttavia il Consiglio dovrebbe trattare questo tema oggi quando si
riunirà per discutere sul rinnovo della missione di pace delle Nazioni
Unite nel Golan (nota con l’acronimo Undof).
A criticare la scelta di Trump è ovviamente il partito
libanese sciita Hezbollah, alleato dell’Iran e del presidente siriano
Bashar al-Asad. Il suo segretario generale Hassan Nasrallah ha
detto che l’unico modo per i siriani di riprendersi la loro terra e per i
palestinesi di ottenere i “loro diritti legittimi” è attraverso la
“resistenza”. Secondo Nasrallah, la mossa di Trump rappresenta un “punto
di svolta fondamentale nella storia del conflitto arabo-israeliano”.
“La sua decisione – ha aggiunto – dà un colpo mortale al cosiddetto processo di pace nella regione.
Processo che si basa sull’idea di terra in cambio di pace”. Nasrallah
ha poi invitato la Lega araba a compiere passi concreti al prossimo
vertice arabo che avrà luogo alla fine del mese a Tunisi.
A contestare il riconoscimento di Trump sono anche 5 Paesi europei (Gran Bretagna, Francia, Belgio, Germania e Polonia)
che hanno ribadito ieri come la posizione dell’Europa riguardo al Golan
non sia affatto cambiata: le Alture, hanno sottolineato, sono
territorio siriano occupato da Israele secondo quanto affermano le
risoluzioni dell’Onu.
“Non riconosciamo la sovranità israeliana sui territori
occupati da Israele nel giugno del 1967, tra cui vi sono anche le Alture
del Golan. Non le consideriamo parti del territorio
d’Israele”, ha detto l’ambasciatore belga all’Onu Marc Pesteen
affiancato dagli altri quattro suoi colleghi europei.
I cinque stati hanno poi espresso tutta la loro
preoccupazione per le conseguenze politiche che tale riconoscimento
potrebbe avere per l’intero Medio Oriente. Contrarietà alla recente decisione Usa è stata espressa anche da Russia, Cina, Indonesia, Sud Africa e Kuwait.
Alle critiche mossegli contro, Washington si è difesa affermando che ha agito in questo modo per resistere ad al-Asad e all’Iran.
“Permettere il controllo delle Alture del Golan ai regimi siriani e
iraniani vorrebbe dire chiudere gli occhi alle atrocità compiute da
al-Asad e alla presenza maligna e destabilizzante dell’Iran nella
regione” ha detto l’ambasciatore Usa all’Onu Jonathan Cohen. “Non ci può
essere un accordo di pace – ha aggiunto – che non si occupi in modo
soddisfacente dei bisogni di sicurezza d’Israele nel Golan”.
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