di Stefano Mauro
Aumentare la pressione su
Hezbollah. Questo l’obiettivo della visita di ieri del Segretario di
Stato americano, Mike Pompeo, in Libano. Pompeo ha incontrato il
presidente Michel Aoun, il presidente del parlamento Nabih Berri, il
ministro degli esteri Gibran Bassil – tutti e tre alleati politici di
Hezbollah – e il premier Saad Hariri.
Secondo la stampa araba, il principale argomento è stato “il disarmo di Hezbollah”. Il quotidiano kuwaitiano Al Jarida
ha citato alcuni suoi contatti diplomatici a Beirut, indicando che è
diventata prioritaria la via del disarmo del partito sciita come
ulteriore passo per “contrastare l’influenza iraniana nella regione”. “I libanesi non potranno smarcarsi ancora a lungo da questa scelta – ha affermato al Jarida – perché questo è un atto politico per far diventare Hezbollah un semplice partito politico, come gli altri partiti libanesi”.
Anche il giornale Asharq al Awsat ha scritto che Mike
Pompeo ha discusso con le istituzioni e i partiti libanesi invitandoli a
quel principio di neutralità affinché solo l’esercito diventi
“l’unico garante della sicurezza in Libano” e il governo si liberi definitivamente della minaccia “rappresentata dall’Iran e da Hezbollah”.
Avvertimenti nei confronti del partito sciita, che detiene una
maggioranza nell’attuale governo, che si aggiungono alla campagna
portata avanti dall’amministrazione americana a sostegno di Israele.
Pronta la risposta da parte del presidente Aoun, in procinto
di partire per Mosca. “Hezbollah è parte integrante del sistema di
difesa libanese – ha dichiarato il presidente maronita – e ha
dimostrato la sua lealtà nei confronti del nostro paese sia nella lotta
contro Israele (quando nel 2000 l’esercito di Tel Aviv fu costretto ad
abbandonare il Libano o nell’invasione del 2006, ndr) sia nella lotta contro i gruppi jihadisti di Al Nusra e Daesh in questi anni”.
Riguardo a Trump che si è dichiarato “favorevole alla sovranità
israeliana del Golan”, rimangono ferme le proteste anche da parte
libanese. In un comunicato ufficiale, il partito sciita ha
ricordato che la scelta di Trump “non fa altro che aumentare la tensione
in tutta la regione”. “Lo stesso principio di annessione univoca, al di
fuori di tutte le leggi e risoluzioni internazionali (come avvenuto per
Gerusalemme capitale dello Stato di Israele), per le alture del Golan –
continua il comunicato – rischia di destabilizzare tutta la regione”.
Riguardo all’argomento dei territori occupati, Hezbollah ha ricordato
che oltre ai Territori Occupati della Palestina, alle Alture del Golan
in Siria esiste ancora una parte di territorio libanese da liberare
dall’occupazione israeliana: le fattorie di Shebaa.
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