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31/03/2019

Francia - Atto XX: “Nel 2025 forse avremo vinto”


Per il ventesimo sabato di fila i Gilets Jaunes hanno manifestato a Parigi e in tutta la Francia.

Nonostante fossero stati proibiti i centri di numerose città – ben 27 secondo “Le Monde” – Bordeaux fosse stata dichiarata “città morta” (praticamente in stato d’assedio), e nella capitale fossero stati vietati i Campi Elisi, i dintorni dell’Eliseo e dell’Assemblea Nazionale, il movimento non ha conosciuto un calo significativo.

Dall’inizio del movimento il 17 novembre scorso sono state arrestate 8.000 persone, 2.000 sono state giudicate, e più del 40% sono state condannate alla detenzione in carcere.

Il bilancio provvisorio delle violenze poliziesche, effettuato da David Dufresne, ha registrato 594 segnalazioni, un decesso, 234 ferite alla testa, 23 persone che hanno subito amputazioni e 5 mani sono state “disintegrate”.

Come al solito la guerra della cifre si è ripetuta tra i dati forniti dal ministero dell’interno, 33.700 in tutta la Francia questa settimana di cui 4.000 nella sola Parigi, contro i 40.500 della scorsa settimana, mentre “Nombre Jaune”, la pagina Facebook nata per dare stime attendibili delle mobilitazioni, ha censito 102.713 persone.

La scorsa settimana, una manifestante di 73 anni, Geneviève Legay, portavoce locale Attac, era stata gravemente ferita a Nizza ed era successivamente entrata in coma.

L’ospedale Pasteur dov’è ricoverata è stata la meta finale del corteo di questo sabato, dopo che durante la settimana c’era stata già una mobilitazione in suo sostegno. Sempre in settimana un’inchiesta di “Mediapart” aveva smentito le dichiarazioni del Presidente e del Procuratore, che avevano dichiarato che le forze dell’ordine non l’avrebbero toccata durante la carica che aveva sgomberato i GJ da piazza Garibaldi, ritrovo tradizionale delle “giacche gialle” nizzarde, che era stata vietata dal Prefetto dalle Alpi Marittime su pressioni del sindaco.

A Bordeaux, nonostante la strategia del terrore messa in campo, come ogni sabato i GJ si sono ritrovati a piazza della Bourse, dove hanno ricevuto da subito le pressioni delle forze dell’ordine. Nonostante questo le “giacche gialle” – 5.000 secondo “France Bleu” – si sono riprese le strade (tra cui rue Sainte Catherine) e Place Republique, dove sono stati attaccati.

Al corteo erano presenti due figure di spicco dei GJ, Eric Drouet e Jerome Rodrigues.

Nella città girondina erano presenti numerosi Gj di Tolosa venuti a dare man forte.

In questa città, uno degli epicentri della “marea gialla” anche questo sabato, nonostante i divieti, come riporta Libération la mobilitazione non è calata.

Migliaia di manifestanti hanno percorso circa una dozzina di chilometri, con le vie d’accesso alla centrale piazza Capitole completamente sbarrate dalle forze dell’ordine.

Verso le cinque del pomeriggio, dopo un “faccia a faccia” tra manifestanti e CRS, sono iniziati i lanci di lacrimogeni e di granate “disaccerchianti” ed un camion con l’idrante è stato utilizzato per disperdere un centinaio di GJ.

Numerosi appuntamenti sono stati indetti all’interno della stessa giornata, dando vita a differenti “convergenze” sul tema dell’istruzione, così come del diritto all’abitare, e della gentrificazione.

C’è stata anche una riuscita mobilitazione a Lione, come mostrano i filmati postati sulla pagina FB “Gilets Jaunes Actualité”.

La stessa pagina FB mostra il filmato dell’inizio manifestazione a Rouen, dove il centro cittadino era vietato. L’appello alla manifestazione regionale itinerante indicava Caen come luogo in cui convergere per il ventesimo sabato di fila, dove la situazione si è scaldata a causa del lancio di lacrimogeni da parte della polizia e delle barricate erette dai manifestanti.

“Objetif Gard” riporta la manifestazione di “qualche centinaio “ di GJ a Nimes, che dopo avere sfilato per il centro città sono defluiti su una rotatoria all’ingresso del centro abitato, mentre la manifestazione in cui convergevano dalla regione era prevista ad Avignone.

In questa città, nonostante il divieto amministrativo e l’ingente schieramento di forze dell’ordine, i Gj hanno cercato di manifestare, ma sono stati respinti fuori dalle mura, ed insieme ai motards verso le 15 hanno raggiunto il quartiere di Saint-Ruf, raggiunti dai lacrimogeni in una atmosfera di tensione, come riporta la testata locale.

“La Province” mostra il filtro adoperato dalle forze dell’ordine e la manifestazione di fronte al comune.

Ad Alès, i manifestanti si sono incontrati invece in un’atmosfera gioviale, come testimonia il video postato sempre da “OG”.

A Limoges, la manifestazione è stata caratterizzata dalle mobilitazioni del mondo dell’istruzione, sostanzialmente svoltasi in modalità “bon enfant”. Anche a Tarbes si è svolta una mobilitazione, le cui immagini postate da un partecipante si trovano sulla pagina FB “France en Colére – carte des rassemblents”.

La pagina riporta una scena di violenza poliziesca ingiustificata a Bencançon, dove un GJ viene “manganellato” da un membro delle forze dell’ordine, durante le cariche e le caccia all’uomo e il pesante lancio di lacrimogeni.

A Montpellier, centro delle mobilitazioni regionali in mattinata c’è stato un primo appuntamento alla rotatoria Prés d’Arènes, mentre alle due c’è stato un appuntamento alla Comédie per “riappropriarsi dello spazio pubblico favorendo l’espressività cittadina e il dibattito delle idee che può portare a delle proposte”, come riferisce “lemouvement.info”.

I GJ si sono mossi verso la prefettura, mentre altri si erano incontrati alla rotatoria Grand M.

Alla Comédie è stata lanciato l’appuntamento del 4 maggio, approvato per alzata di mano.

Verso le 16:30, come mostrano le immagini le forze dell’ordine hanno iniziato la loro opera repressiva.

“France Bleu” stima a 2.000 le persone che hanno sfilato a Saint-Étienne, con un ingente dispiegamento di polizia e della gendarmerie, con un elicottero che ha sorvolato la manifestazione. Il centro cittadino era stato vietato per le manifestazioni ieri dal prefetto della Loira, per quello che era l’appuntamento regionale.

Dal quartiere di Monthieu, tradizionale concentramento delle manifestazioni di 20 settimane, poco prima delle 14 i manifestanti si sono diretti verso il centro cittadino, in una atmosfera tesa. Numerosi manifestanti sono stati feriti nel corso della manifestazione conclusasi verso le 18:30, che urante il suo percorso ha ingrandito le proprie fila fino a raggiungere le 3.500 persone come riporta “France Bleu”.

A Lille, come riporta la “Voix du Nord”, a rue Solferino, in un corteo molto partecipato si sono scontrati GJ appartenenti all’estrema sinistra (gli “antifa” che erano in testa al corteo) contro i fascisti “identitari”.

A Clermont-Ferrand, c’è stata una convergenza tra GJ e movimenti di lotta per la casa (DAL – Droit Au Longement), che temono con la fine della tregua invernale il 1 aprile di rivedere numerose persone di nuovo in strada, nonostante esistano in città 7.000 appartamenti sfitti.

A Digione hanno sfilato nella calma circa 700 GJ, che hanno provvisoriamente occupato i binari della stazione. Sono avvenuti incidenti a fine manifestazione, quando una parte dei GJ si è diretta verso la Prefettura, i cui paraggi sono stati vietati alle mobilitazioni.

Concludiamo questo report approssimativo con Parigi, anche questo sabato al centro di un imponente dispositivo “di sicurezza”: sono stati effettuati 8.053 controlli preventivi, effettuati 25 verbali per avere manifestato in zona vietata, e proceduto all’interrogatorio di 25 persone.

La polizia in moto, per il secondo sabato, ha percorso in lungo ed in largo le strade della capitale.

La nuova contravvenzione di 135 euro, prevista per le manifestazioni in zona vietata, rimane in vigore dopo il rigetto del ricorso effettuato dalla Lega dei Diritto dell’Uomo da parte del Consiglio di Stato.

Erano stati dichiarati due cortei, il prima partito dalla Gare de l’Est per raggiungere piazza Trocadero, la seconda da Châtelet a Trocadero.

Anche qui c’è stata la convergenza tra GJ e militanti del diritto alla casa.

P.S. Il titolo, preso dalle parole di una manifestante di questo sabato, rende bene la coscienza che l’attuale braccio di ferro con il governo è una lotta “di lunga durata”.

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