Finalmente, con colpevole ritardo, nella mattinata del 20 agosto l’ATS Insubria ha attivato, all’aeroporto di Malpensa, una zona dedicata ai tamponi nasali per chi arriva da Spagna, Grecia, Croazia e Malta, come richiesto dalle disposizioni ministeriali del 12 ultimo scorso.
Per l’aeroporto di Linate, si prevede un’attivazione nei prossimi due giorni, mentre nulla si sa per l’aeroporto di Orio al Serio, che, non va dimenticato, è il terzo scalo nazionale per numero di passeggeri (oltre che l’accesso alla martoriata zona bergamasca).
Nonostante l’attivazione, comunque tardiva, del servizio per i tamponi a Malpensa, il caos regna come sempre sovrano sulla Sanità Lombarda. Per ottenere il tampone all’arrivo a Malpensa, infatti, occorre prenotarsi via internet due giorni prima e molti cittadini denunciano comunque di non avere ricevuto alcuna conferma dall’ATS. Di contatti telefonici, nemmeno parlarne perché la linea istituita dalla Regione è esclusivamente un numero verde, quindi non raggiungibile dall’estero.
Chi non riesce a registrarsi, non viene accolto all’area tamponi di Malpensa (attiva comunque solo sino alle 17:30, anche se molti voli atterrano più tardi) ma deve contattare in seguito la propria ATS per ottenere un tampone nelle successive 48 ore.
Inoltre, il tampone può essere effettuato allo sbarco solo ai cittadini lombardi e agli stranieri che soggiorneranno in Italia più di 96 ore. Immaginiamo un viaggiatore che sbarchi a Malpensa ma che, dato che tale aeroporto serve gran parte dell’alta Italia, sia residente a Torino o a Genova. Costui prenderà un autobus per la stazione di Milano Centrale, poi un treno per la sua città, dove, in seguito, salirà su un mezzo pubblico per arrivare a casa.
Nel corso di questo viaggio, probabilmente, avrà necessità di sostare in un bar o in un ristorante. Tutto ciò con la possibilità di essere infettivo e avendo una quantità di contatti significativa e impossibile da tracciare in caso di test positivo.
Non meno grave la situazione per quanto riguarda gli stranieri. Oggi, esistono molte persone che, per ragioni di lavoro, si spostano anche per pochi giorni. Novantasei ore, cioè quattro giorni, sono tante e consentono al virus una comoda passeggiata tra aziende, partner commerciali, ristoranti e alberghi che in questi casi si frequenta.
Anche per quanto riguarda i lombardi, esiste comunque una situazione di grave disagio, poiché la Regione, in deroga a quanto previsto dalla Circolare ministeriale del 12 agosto, ha previsto che l’isolamento fiduciario domiciliare non sia necessario.
Questo grazie alle autonomie decisionali regionali che la Lega (ma anche il PD) vorrebbero persino allargare sino all’autonomia “differenziata”. In pratica, un cittadino lombardo può richiedere il tampone, ma nell’attesa che esso sia effettuato (ci risulta in molto di più che 48 ore), può circolare liberamente, soprattutto andare al lavoro, se con la mascherina. Ma la mascherina non è affatto sicura.
Attilio Fontana ha spiegato questa bizzarra deroga dicendo che la sua giunta non considera i lombardi come “sudditi” e che confida nel senso di responsabilità dei cittadini. Una dichiarazione ipocrita e falsa, che nasconde il fatto che oggi, in Lombardia, è impossibile ottenere un tampone gratuito in 48 ore e che molte aziende, sfruttando la deroga della Regione alle disposizioni governative, vogliono i dipendenti al lavoro non appena rientrati dalle ferie.
Un capitolo a parte dell’insipienza della giunta lombarda riguarda l’aeroporto di Orio al Serio. In assenza di qualunque attività diagnostica nello scalo, l’assessore Gallera ha dichiarato che i viaggiatori in arrivo potevano rivolgersi per il tampone, anche senza prenotazione, al vicino ospedale di Seriate.
Purtroppo tale ospedale, piuttosto piccolo, non solo non sarebbe mai stato in grado di reggere un tale compito (migliaia di tamponi al giorno) ma nemmeno era stato informato di doverlo adempiere, con il risultato che migliaia di turisti rientranti hanno invaso tale ospedale ma sono stati reindirizzati alle loro ATS di provenienza.
In pratica, Gallera si era inventato una bugia di facciata, dalle gambe corte come sempre, per nascondere le incapacità della sanità lombarda da lui diretta.
In questa situazione di assoluto caos, speriamo che sia accolta almeno la richiesta della CUB trasporti di effettuare il tampone anche ai dipendenti degli aeroporti, che in questi mesi sono stati sottoposti a molti rischi e che giustamente temono per la loro salute, dato anche che, in particolare a Linate, a causa di lavori di ristrutturazione in corso, è stato difficile per mesi rispettare le norme sul distanziamento fisico.
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