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26/09/2020

La Cina è “perfetta”? Il Partito tra ideologia e controllo sociale

È in uscita in libreria e nei negozi online il poderoso volume “Una Cina ‘perfetta’. La Nuova era del PCC tra ideologia e controllo sociale” di Michelangelo Cocco.

Il volume, edito da Carocci e con una prefazione del prof. Guido Samarani, affronta tematiche attualissime quali lo scontro con gli Stati Uniti, l’innovazione tecnologica, la nuova via della Seta, la transizione verde, analizzando la genesi e le possibili conseguenze dei grandi progetti del Partito comunista per dar vita a una Cina “perfetta”.

Fondato a Shanghai il 23 luglio 1921, con i suoi 90 milioni di iscritti il Partito comunista cinese è il partito politico più grande del mondo. Dopo 70 anni ininterrotti al potere, il Partito ha permesso alla Repubblica popolare cinese di superare l’Unione Sovietica, diventando il regime socialista più longevo della storia. Con Xi Jinping la Cina affronta un altro tornante epocale, dopo il maoismo, la Rivoluzione culturale, il denghismo, la partecipazione al capitalismo globale.

In un mondo post-ideologico, la “Nuova era” proclamata dal segretario generale scommette sul marxismo e sul confucianesimo per disciplinare il Partito e il popolo, per centrare quella “rinascita nazionale” che renda finalmente il paese ricco, forte e protagonista sullo scacchiere internazionale.

L’ascesa della Cina però sconvolge vecchi equilibri e suscita le resistenze delle grandi potenze, che temono la competizione di un sistema autoritario efficiente, che promette di far diventare la Repubblica popolare un’economia avanzata e di riparare a decenni di catastrofe ambientale. Secondo Xi e compagni, anche la crisi del Covid-19 conferma che per affrontare le grandi sfide di governance del XXI secolo resta imprescindibile il Partito, sempre più dominante: nello Stato, nell’economia, nella società.

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