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27/09/2020

L’aumento di Tridico, l’ipocrisia del potere

La vicenda dell’aumento di stipendio del Presidente dell’INPS è emblematica dello stato di qualunquismo e populismo che ormai si sta affermando in Italia grazie a un numero sterminato di mass media che, pur di attrarre qualche consenso e lettore, sparano a palle incatenate su tutto e tutti.

L’ INPS, di cui Tridico è presidente, è un Ente di importanza strategica per il Paese, gestisce un bilancio che è secondo solo a quello dello Stato ed è, volente o nolente, un baluardo nella difesa del welfare.

Per chi fa finta di dimenticarlo ricordo che gli emolumenti dei presidenti degli Enti pubblici non li stabiliscono gli interessati, ma una legge dello Stato e che quindi il provvedimento adottato dall’INPS è la diretta conseguenza dell’applicazione di una legge.

Ho quindi come l’impressione che il can can scatenato intorno al provvedimento sia dettato dalla volontà di togliere di mezzo dalla guida dell’INPS un personaggio che, in questo limitato periodo di tempo, si è distinto per la sua strenua difesa dei compiti istituzionali dell’Ente, per le sue posizioni certamente sgradite a Confindustria sul reddito minimo, sugli ammortizzatori sociali, sulla riduzione dell’orario di lavoro e cercando di far fronte a tutti gli adempimenti straordinari richiesti all’Istituto previdenziale dall’emergenza Covid nonostante la drammatica mancanza di personale.

Per di più, guarda caso, l’attacco prende corpo proprio mentre segretari generali di CGIL, CISL e UIL chiedono al Governo di riesumare il trucco del silenzio-assenso per scippare ai lavoratori il TFR/TFS da dirottare a quei fondi pensione negoziali, nei cui Consigli di Amministrazione siedono proprio loro e mentre si sta discutendo di una ulteriore modifica restrittiva del sistema pensionistico pubblico.

Mi viene il dubbio quindi che l’oggetto reale degli attacchi in corso non sia lo stipendio del Presidente dell’INPS, che mi sembra – nonostante tutto – ancora compatibile con i compiti del suo mandato e delle sue funzioni, ma la non acquiescenza di Tridico alle manovre in atto per continuare nell’aggressione al sistema previdenziale pubblico e al welfare.

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Dello stesso tenore anche due tweet di Marta Fana, apprezzata analista delle politiche sociali.

Ma dite, come mai lo stesso accanimento non avvenne e continua a non avvenire nei confronti dell’ex presidente Inps Boeri che fin da subito percepiva la stessa cifra? 103mila di base + 45mila di benefit.

Lungi da me giustificare qualsiasi aumento di stipendio dirigenziale oggi, però se @repubblica diffonde una notizia falsa, smentita da @INPS_it ufficialmente, bisognerebbe da giornalista cercare fonte e solo poi parlare. Altrimenti non è giornalismo.



Fonte

Tutto formalmente corretto, bisognerebbe però rendersi conto che al posto di fare la difesa di ufficio di Tridico, andrebbero difesi i pensionati italiani (soprattutto quelli al minimo) e gli aspiranti tali. In questo modo si potrebbe fare del populismo di quaità finendo pure per "difendere" anche Tridico.

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