A conferma del proverbio che invita a guardarsi dagli “amici” perché ai nemici dovrebbe pensarci il padreterno, alla fine della storia nella guerra civile libica, ad uscire di scena sarà proprio il “premier riconosciuto dalla comunità internazionale”, come ci hanno ripetuto ipocritamente per anni giornali, agenzie, telegiornali e cancellerie.
Fayez Al Serraj, l’attuale premier libico, ha infatti annunciato la sua intenzione di lasciare l’incarico entro fine ottobre, cedendo il passo al nuovo esecutivo che dovrebbe scaturire dai negoziati nell’ambito del Dialogo Politico Libico sotto egida Onu.
Insomma la prima testa a cadere per la ripresa del dialogo nazionale in Libia è stata proprio quella del personaggio politico le cui debolezze sul campo erano più evidente dei suoi punti di forza (legittimità internazionale, sostegno della Turchia).
Il capo dell’esercito nazionale libico (Lna), generale Khalifa Haftar, ha annunciato che la Libia riprenderà la produzione e l’esportazione di petrolio dopo mesi di sospensione.
I primi effetti dell’uscita di scena di Serraj sono stati quelli attesi da tempo, soprattutto sul piano della produzione ed esportazione del petrolio libico, e quindi dello sblocco delle ingenti somme che ne derivano ma che erano rimaste congelate.
“Alla luce del deterioramento delle condizioni di vita dei cittadini libici, lo stato maggiore delle forze armate dell’Lna ha deciso di riprendere la produzione e l’esportazione di petrolio, rispettando tutte le condizioni e le misure che garantiscono un’equa distribuzione del reddito e che non ci sia un utilizzo per sponsorizzare il terrorismo”, ha detto il gen. Haftar, rivale di Serraj, sul profilo dell’account Facebook dell’Lna.
La maggior parte dei giacimenti e dei porti petroliferi libici erano stati infatti chiusi da gennaio a causa del conflitto armato in corso tra le milizie di Tobruk (Haftar) e quelle di Tripoli (Serraj).
Ma sulla normalizzazione si sta mettendo di traverso un altro generale. Si tratta del comandate della regione militare occidentale della Libia sotto controllo del governo di Tripoli. Il generale Osama Jawili, ha annunciato il proprio rifiuto all’accordo tra il vicepresidente del Consiglio presidenziale del Governo di accordo nazionale (Gna) di Tripoli Ahmad Maiteeq, e il comandante dell’Esercito nazionale libico (Lna), Khalifa Haftar, sulla ripresa di estrazione ed esportazioni di petrolio.
A riferirlo è l’agenzia Nova che riprende il portale libico “Al Wasat”. “Siamo in attesa di una presa di posizione da parte dei membri della presidenza e dai parlamentari riguardo al presunto accordo”, ha affermato Jawili, aggiungendo che chiunque tenga all’unità libica deve astenersi dagli interessi personali nei prossimi colloqui internazionali.
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