Ieri è stato il primo giorno di scuola in molte città e gli studenti, insieme ai lavoratori della scuola, sono scesi già sul piede di guerra per l’inadeguatezza delle misure governative.
Gli studenti di Osa (Opposizione Studentesca di Alternativa), sottolineano come durante la pandemia siano emerse tutte le fragilità della scuola, tra cui l’autonomia scolastica che ha messo ancora più in difficoltà studenti, insegnanti e personale ATA. Le differenze tra istituti e la mancanza di fondi hanno infatti causato l’abbandono di parecchi studenti e parecchie scuole.
Nonostante questo il rientro verrà comunque fatto nel rispetto dell’autonomia scolastica e in linea con tutte le politiche di smantellamento organizzativo di questi anni. Questo vuol dire che ogni scuola dovrà arrangiarsi da sé e contare solo sulle proprie forze per organizzare il rientro tra i banchi, che anche per questo si è già dimostrato un disastro.
“Questo modello scolastico è un fallimento, lo hanno dimostrato trent’anni di politiche distruttive che hanno fatto sì che la scuola pubblica italiana non sia riuscita a fronteggiare l’emergenza covid nel modo giusto” scrivono gli studenti di Osa. “Per la ministra è stato facile dichiarare un ritorno a settembre, scaricando su presidi e singole scuole le sue responsabilità, generando ulteriore confusione in un contesto già frammentato e aumentando il dislivello tra scuole di serie A e scuole di serie B”.
Ora più che mai, sostengono gli studenti, è necessario “un piano nazionale che sia uguale per tutti, l’abolizione dell’autonomia scolastica e un cambiamento radicale nel sistema scolastico”.
L’alternativa, secondo Osa, esiste e sta a noi costruirla con la lotta, per questo il 24 e il 25 settembre scenderanno in piazza per due giornate di sciopero e una giornata di mobilitazione nazionale dell’intero mondo dell’istruzione!
“Il 24-25 settembre scioperiamo per pretendere una netta inversione di tendenza! Chiediamo assunzioni e investimenti per poter ripartire garantendo il diritto all’istruzione e la sicurezza di tutti” scrive in una nota l’Usb Scuola.
Lo stesso Miur ha diffuso la comunicazione che le Associazioni sindacali USB P-I Scuola, UNICOBAS Scuola e Università, Cobas Scuola Sardegna e Cub scuola Università e Ricerca hanno proclamato azioni di sciopero per i prossimi 24 e 25 settembre.
In vista dei due giorni di sciopero e mobilitazioni del 24 e 25 studenti e lavoratori della scuola pretendono quelle misure strutturali che potrebbero realmente garantire un rientro in sicurezza. Edilizia scolastica e spazi aggiuntivi per garantire la sicurezza sanitaria, ma anche assunzioni e stabilizzazioni dei precari per garantire il diritto al lavoro per insegnanti e personale ATA e allo stesso tempo la sicurezza di una didattica di qualità e in presenza per gli studenti, scongiurando il ritorno alla didattica a distanza.
La mobilitazione nazionale del 24 e 25 settembre sarà un momento molto importante per ribadire la centralità dell’istruzione e aprire una nuova stagione di lotta per riconquistare i nostri diritti. Dalle scuole alle università, mobilitiamoci per invertire la rotta!
Intanto, la foto di una scuola cubana nella quale si dimostra come affrontare con relativa semplicità il problema della sicurezza contro il Covid-19, è diventata virale e fa discutere. In particolare a fronte della costosa e tardiva operazione di sostituzione dei banchi e del reperimento di spazi scolastici che consentano il distanziamento indicato come necessario. Tant’è che in molte scuole, di fronte alla necessità, è stata adottata la “soluzione cubana”.
Una cosa semplice che nel nostro sistema è stata ritenuta difficile a farsi, un po’ come il comunismo, per dirla con Bertold Brecht.
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