È quasi un segnale di resa, da parte del modello americano. O, visto il suo defunto successo globale, del “modello neoliberista”.
L’intervista che Stephen Roach ha concesso a Xinhua – agenzia di stampa cinese di grande rilevanza, legata al governo di Pechino – distrugge senza dirlo la presunta contraddizione tra protezione della salute e normale produzione.
O meglio, fa emergere come salute e crescita economica entrano effettivamente in contraddizione solo se si segue la logica del “prima il profitto”, che tanto assilla i vampiri di Confindustria guidati da Carlo Bonomi (che uno stipendio principesco se lo è procurato anche dagli enti pubblici, grazie alla regione Lombardia a trazione leghista).
Roach – che non è affatto un’anima candida, visto che ha diretto per anni la filiale asiatica e l’ufficio studi economici di Morgan Stanley, un pilastro della “triade” delle grandi banche d’affari Usa – è costretto ad ammettere quello che andiamo ripetendo dall’inizio della pandemia: chi cerca di “convivere con il virus” per non fermare neanche temporaneamente la produzione sarà costretto a pagare un prezzo molto più elevato.
Non solo in termine di vite umane (che palesemente non interessano alla classe dirigente, che anzi preferisce “farci morire prima”), ma anche sul piano della crescita del Pil (che è il loro vero faro nella notte).
Tutto l’Occidente, e le aree del mondo da questo controllate direttamente o indirettamente, sono in crisi feroce ormai da otto mesi. Mentre da Wuhan – culla della prima infezione da coronoavirus – giungono foto e video di gente in giro, senza mascherina, che vive normalmente la propria vita (e anche la movida...). Senza neanche un contagiato.
Ma Roach è un’economista, neanche a lui frega molto della gente e di come vive. E quindi ai suoi occhi la “chiave del successo” è rappresentata da quel +4,9% di crescita cinese, che annuncia un risultato annuale basso rispetto a quando l’economia del Celeste Impero viaggiava in doppia cifra, ma pur sempre l’unico dato positivo del pianeta nel 2020.
Insomma, di fronte ad una pandemia vince – anche economicamente – chi mette al primo posto la lotta all’epidemia, e dunque la salute della popolazione, e non la “libertà delle imprese” di continuare a produrre merci e contagiati. Per avere un’economia sana, insomma, serve anche una popolazione sana... è qualcosa che si sa fin dai proverbi dell’antica Roma...
Era qualcosa che anche in Italia si poteva fare, all’inizio di marzo, quando i focolai di contagio erano pochi e identificati con chiarezza (la Val Seriana grida vendetta), come era stato fatto per Vò Euganeo, Codogno e il basso lodigiano.
I nazisti imprenditoriali di Assolombarda – allora guidati da Bonometti e Bonomi – si misero di traverso, spalleggiati dalla giunta leghista lombarda del duo Fontana-Gallera. E “convinsero” anche il governo.
I risultati ora si vedono.
L’intervista che Stephen Roach ha concesso a Xinhua – agenzia di stampa cinese di grande rilevanza, legata al governo di Pechino – distrugge senza dirlo la presunta contraddizione tra protezione della salute e normale produzione.
O meglio, fa emergere come salute e crescita economica entrano effettivamente in contraddizione solo se si segue la logica del “prima il profitto”, che tanto assilla i vampiri di Confindustria guidati da Carlo Bonomi (che uno stipendio principesco se lo è procurato anche dagli enti pubblici, grazie alla regione Lombardia a trazione leghista).
Roach – che non è affatto un’anima candida, visto che ha diretto per anni la filiale asiatica e l’ufficio studi economici di Morgan Stanley, un pilastro della “triade” delle grandi banche d’affari Usa – è costretto ad ammettere quello che andiamo ripetendo dall’inizio della pandemia: chi cerca di “convivere con il virus” per non fermare neanche temporaneamente la produzione sarà costretto a pagare un prezzo molto più elevato.
Non solo in termine di vite umane (che palesemente non interessano alla classe dirigente, che anzi preferisce “farci morire prima”), ma anche sul piano della crescita del Pil (che è il loro vero faro nella notte).
Tutto l’Occidente, e le aree del mondo da questo controllate direttamente o indirettamente, sono in crisi feroce ormai da otto mesi. Mentre da Wuhan – culla della prima infezione da coronoavirus – giungono foto e video di gente in giro, senza mascherina, che vive normalmente la propria vita (e anche la movida...). Senza neanche un contagiato.
Ma Roach è un’economista, neanche a lui frega molto della gente e di come vive. E quindi ai suoi occhi la “chiave del successo” è rappresentata da quel +4,9% di crescita cinese, che annuncia un risultato annuale basso rispetto a quando l’economia del Celeste Impero viaggiava in doppia cifra, ma pur sempre l’unico dato positivo del pianeta nel 2020.
Insomma, di fronte ad una pandemia vince – anche economicamente – chi mette al primo posto la lotta all’epidemia, e dunque la salute della popolazione, e non la “libertà delle imprese” di continuare a produrre merci e contagiati. Per avere un’economia sana, insomma, serve anche una popolazione sana... è qualcosa che si sa fin dai proverbi dell’antica Roma...
Era qualcosa che anche in Italia si poteva fare, all’inizio di marzo, quando i focolai di contagio erano pochi e identificati con chiarezza (la Val Seriana grida vendetta), come era stato fatto per Vò Euganeo, Codogno e il basso lodigiano.
I nazisti imprenditoriali di Assolombarda – allora guidati da Bonometti e Bonomi – si misero di traverso, spalleggiati dalla giunta leghista lombarda del duo Fontana-Gallera. E “convinsero” anche il governo.
I risultati ora si vedono.
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“L’aspetto più impressionante delle prestazioni dell’economia è che la massima priorità è stata data al contenimento dell’epidemia di COVID-19“, afferma Stephen Roach.
L’economia cinese sta mettendo in scena una ripresa impressionante dallo shock pandemico COVID-19, sostenuta dall’efficace controllo del paese sul nuovo coronavirus, ha detto un noto economista statunitense.
“Il PIL del terzo trimestre è stato incoraggiante“, il che dimostra che “la Cina è su un solido percorso di ripresa economica dopo lo shock COVID-19 nei primi mesi di quest’anno“, ha affermato Stephen Roach, senior fellow del Jackson Institute for Global della Yale University. Affari, ha detto a Xinhua in un’intervista video online martedì.
“I pezzi incoraggianti hanno a che fare con il contributo alla crescita economica fornito dai consumatori cinesi, che chiaramente sono stati maggiormente influenzati negativamente dal blocco all’inizio di quest’anno“, ha detto Roach, ex presidente di Morgan Stanley Asia e capo economista di Morgan Stanley, una banca d’affari con sede a New York.
Il prodotto interno lordo (PIL) della Cina è cresciuto del 4,9% anno su anno nel terzo trimestre, più velocemente della crescita del 3,2% registrata nel secondo trimestre, come mostrato dai dati ufficiali all’inizio di questa settimana.
Inoltre, nell’ultimo rapporto World Economic Outlook pubblicato all’inizio di questo mese, il Fondo monetario internazionale ha previsto che l’economia cinese crescerà dell’1,9% nel 2020, 0,9 punti percentuali al di sopra delle previsioni di giugno del FMI, rendendola l’unica grande economia che vedrà una crescita positiva questo anno.
“L’aspetto più impressionante delle prestazioni dell’economia è che la massima priorità è stata data al contenimento dell’epidemia di COVID-19“, ha affermato Roach.
“L’approccio della Cina alla salute pubblica è rigoroso, è disciplinato“, ed è “un modello di ciò che si può fare per contenere gli impatti di un’epidemia in una grande economia“, ha detto, aggiungendo che “è un modello che il resto del mondo deve prendere molto sul serio come un esempio di ciò che manca oggi e di ciò che potrebbero fare“.
Uno shock come una pandemia non va semplicemente “via”, ci vogliono azioni di salute pubblica molto rigorose, mirate e disciplinate per ridurre la diffusione e tenere sotto controllo la malattia, ha detto il famoso studioso di Yale.
“La lezione dalla Cina è (che) hanno affrontato lo shock prima di tutto e questo è stato l’obiettivo principale degli sforzi del governo nei primi mesi del 2020. E poi, contenendo lo shock, sono stati in grado di utilizzare strumenti politici, fiscali e monetaria, per stimolare la domanda aggregata dopo che lo shock era stato controllato”, ha detto Roach.
“Questa è una lezione importante per altre economie nel mondo“, poiché “un massiccio stimolo fiscale e monetario potrebbe essere indebolito se non si ha un controllo efficace sulla malattia“, ha osservato.
L’economista ha detto di aspettarsi che la Cina vedrà “ulteriori progressi nella crescita economica nel quarto trimestre” e “sarà un numero positivo” per l’intero anno.
Nel frattempo, ha ammonito che le sfide rimangono, soprattutto data la complessità e l’incertezza della pandemia.
Secondo Roach, ulteriori sforzi nel campo della salute pubblica, della sicurezza sanitaria e della rete di sicurezza sociale, e continuare sulla strada delle riforme, sono tra gli aspetti in cui la Cina potrebbe continuare a impegnarsi per mantenere lo slancio economico e rafforzare la resilienza.
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