L’avvocato della famiglia Rocchelli, il reporter italiano ucciso nel 2014 in Donbass ha mosso un durissimo attacco al documentario “The Wrong Place” definito “inutile, fuorviante e oltraggioso”. Andrea Rocchelli, era un giovane fotoreporter che venne bersagliato dall’esercito ucraino con colpi di mortai nel 2014 nel Donbass, mentre documentava le condizioni dei civili durante il conflitto nell’Ucraina orientale.
Nel 2019, Vitaly Markiv, un ultra-nazionalista ucraino con cittadinanza ucraina, è stato condannato in primo grado dal tribunale di Pavia a 24 anni di carcere per concorso in omicidio del fotoreporter.
Dal 2019 il giornalista Cristiano Tinazzi (un passato nell’organizzazione neofascista “Fronte Nazionale” di Tilgher) col supporto di Danilo Elia (molto impegnato nella crociata anti-russa), Ruben Lagatto (film maker) e Olga Tokariuk (giornalista ucraina antirussa con qualche collaborazione a Rai News 24), stanno producendo un documentario chiamato, appunto, “The Wrong Place” avvalendosi del supporto dei Radicali Italiani e della Guardia Nazionale d’Ucraina per compiere prove balistiche che possano scagionare il soldato Markiv.
L’articolo di Contropiano pubblicato alcuni giorni fa, ha scatenato un putiferio e le ire della cordata che sta lavorando a sostegno di Markiv, un mix di gente di destra, vicini al Partito Radicale e ai network antirussi che pensano di vivere ancora ai tempi della Guerra Fredda, oppure di arruolarsi in quella di seconda generazione.
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