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24/10/2020

Il leghista parla senza pensare. Ma soprattutto non fa nulla

Anche i leghisti possono essere utili, diciamo la verità. Quando si tratta di sapere qual’è la posizione sbagliata, loro non mancano mai di farcela vedere fisicamente.

Prendiamo il più depresso e chiacchierato (causa inchieste giudiziarie) dei presidenti di regione, ossia l’Attilio Fontana da Varese. Per motivare la sua versione del coprifuoco regionale, con chiusura delle scuole superiori, è stato decisamente più chiaro che non nel giustificare i suoi movimenti di soldi su conti esteri.

“Nell’ora di punta c’è un grande affollamento, soprattutto sulle metropolitane e sui bus. Dobbiamo cercare di ridurre questo affollamento e le ipotesi sono due: o riduciamo la gente che va al lavoro o la gente che va a scuola”.

Questa frase dice molto, praticamente tutto, su come il governo nazionale e quelli regionali hanno affrontato l’epidemia e come pensano di andare avanti.

Sorvoliamo, per compassione estrema, sul fatto che la circolazione delle persone – per qualsiasi ragione – è il vettore di contagio; e che, dunque, bisognerebbe preoccuparsi di testare tutta la popolazione, in modo da poter decidere chi si deve fermare perché contagioso e chi no. E facciamo finta che il discorso di Fontana sia serio, cioè utile rispetto all’obbiettivo di fermare l’epidemia.

La prima cosa da notare è quasi ovvia: la produzione (qui presa dal lato del “lavoro”) non si tocca. Dunque bisogna far stare a casa studenti, docenti e Ata.

Ma l’equazione fontaniana ha senso solo se viene applicata nella realtà: lavoratori e studenti usano i mezzi pubblici (bus, metro, treni pendolari, ecc), grosso modo in orari vicini e sovrapponibili.

Dunque, un buon matematico ma anche politico, dovrebbe considerare il terzo fattore dell’equazione: per avere meno assembramenti sui mezzi di trasporto si potrebbero aumentare i mezzi, senza diminuire il numero dei passeggeri totali in una giornata feriale.

“Non si può”, gridano a questo punto – tutti insieme – sia gli amministratori fascioleghisti sia quelli del Pd o dei Cinque Stelle. Per le solite ragioni di bilancio, nessuno di loro pensa di acquistare altri autobus o treni. Tanto meno è disposto ad assumere altri autisti e meccanici per la manutenzione.

Dunque, l’unica variabile invariabile è la quantità dei mezzi di trasporto. E a “sacrificarsi”, tra le altre due dovranno essere gli “improduttivi” (inutile spiegare a un leghista che l’istruzione è un “investimento”…).

Sentiamo già arrivare l’orda dei commenti dei robot de La Bestia: “criticate, criticate, ma voi che fareste?”

Ve lo diciamo qui e prima, così evitate di sprecare tempo.

Noi requisiremmo – temporaneamente, così non vi stracciate le vesti – i pullman turistici che giacciono inutilizzati in tante rimesse, a partire da quelli che fanno abitualmente servizio cittadino (tipo Sightseeing ed altri, ovviamente non quelli “en plein air”...).

È un scelta che costa pochissimo (l’affitto temporaneo, calmierato perché “ognuno deve fare la sua parte”, anche le società).

Gli autisti già ci sono. Non bisogna assumerli perché stanno in cassa integrazione Covid (pagata dallo Stato!). Basta integrare la differenza rispetto allo stipendio e anche in questo caso si spende il minimo.

Come dite? La “proprietà privata” è sacra? Anche la salute della popolazione, il diritto allo studio, ecc.

Quindi può pure essere sospesa, per un po’...

Sappiamo bene che quest’idea, oggi, non servirebbe a molto. Andava realizzata prima dell’estate, semmai, per diradare i contagi dopo la fine della “prima fase”. Ma serve a chiarire il fatto che un leghista (o uno del Pd, non cambia) è inadatto a ricoprire qualsiasi ruolo di responsabilità quando c’è in gioco la vita e la morte di centinaia di migliaia di persone.

P.s. In più, i cittadini più anziani ricordano l’Italia degli anni ’50, quando i camion dell’esercito venivano mandati a fare servizio di trasporto pubblico... quando c’era lo sciopero e bisognava boicottarlo, certo. Ma sempre meglio che chiamarli per trasportare le bare, no?

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