La faccia tosta del presidente della Lombardia Fontana, è davvero enorme. I contagi stanno aumentando esponenzialmente in tutta la Regione, ma in particolare a Milano, dove gli ospedali hanno dovuto riattrezzare i reparti Covid, approntare posti di terapia intensiva e in alcuni casi sospendere gli interventi e i ricoveri programmati. Si teme già che gli ospedali possano essere travolti dai troppi casi di Covid.
In questa situazione Fontana non trova altro da dire se non che è “meno preoccupato che a marzo”, quando la sua inettitudine e il suo asservimento alla “produzione” provocarono una vera strage. Una frase dissennata e che anzi, fa preoccupare i cittadini di fronte a tanta irresponsabilità.
Ancora più inquietanti i provvedimenti che la Regione Lombardia ha assunto e che vogliono essere una stretta ulteriore rispetto ai decreti governativi. Infatti, tali provvedimenti vanno a toccare tutti i settori della vita sociale, dalla chiusura serale dei bar e ristoranti all’impedimento, in pratica, di ogni attività sportiva amatoriale; ma non toccano quelli che sono, molto probabilmente, i luoghi dove si verifica la maggior parte dei contagi, vale a dire le fabbriche, gli uffici e i mezzi di trasporto.
Che i luoghi di lavoro siano un focolaio importante di contagio è testimoniato dalla tragica esperienza della bergamasca, dove a marzo l’ostinazione a non voler fermare le attività produttive, condivisa da governo e regione ha provocato un’enorme diffusione del virus.
Oggi si lavora ovunque, in tutta la Regione, con misure di sicurezza che però non sono sufficienti e che soprattutto nessuno controlla, data la smobilitazione degli ispettorati del lavoro avvenuta negli ultimi anni. E si sa che ai padroni il profitto interessa più della salute dei lavoratori.
Quanto ai trasporti pubblici la posizione assunta da Fontana è a livello del paradosso. È infatti noto che sui mezzi pubblici è stato posto il limite di occupazione dell’80% della capienza, che è già di per sé troppo elevato e che comunque in molti casi non viene rispettato. Di fronte a una tale situazione qualunque amministratore assennato potenzierebbe il servizio.
Invece Fontana propone di chiudere, in parte, le scuole appena riaperte per ridurre l’utenza. In questo fronte si trova sciaguratamente a fianco anche il sindaco di Milano, Sala (Pd), che ha ripetuto più volte che l’Azienda Trasporti Municipale non può potenziare il servizio per mancanza di mezzi e di personale. Ciò mentre lo stesso Sala ha fortemente limitato il telelavoro per i dipendenti comunali, limitandolo a sei giorni al mese...
Peraltro, la paura di ammalarsi porta molti cittadini e pendolari a usare la propria automobile anziché il trasporto pubblico; fatto che porterà ben presto l’inquinamento a livello pericolosi. Tutto ciò avviene nel momento in cui la sospensione di viaggi, gite, uscite scolastiche tiene fermi nei garage centinaia di autobus e pullman di ditte private, che potrebbero essere usati a rinforzo del servizio pubblico.
I provvedimenti per fermare l’epidemia agiscono quindi, in Lombardia, solo sulla vita associativa e sociale e su questioni di contorno, senza andare al cuore del problema e imponendo ai cittadini sacrifici che non sembrano comunque poter dare frutti adeguati.
Un potere pubblico può chiedere ai cittadini, in una situazione emergenziale, di sacrificare una parte della propria vita sociale e di limitare comportamenti che possono essere pericolosi, ma può farlo solo se da parte sua ha adempiuto pienamente ai propri doveri.
E non è davvero il caso della giunta lombarda, che esagera i rischi della “movida” giovanile per coprire le proprie inadempienze. Inoltre, l’esempio di irresponsabilità e inefficienza della giunta non incentiva sicuramente i comportamenti sociali virtuosi.
Peraltro, se Fontana non è preoccupato, lo sono invece 600 medici e infermieri che hanno stilato una lettera per chiedere alla Regione di intervenire per migliorare la medicina di base, che versa ancora in condizioni pietose.
Fontana e il suo assessore Gallera, anziché rilasciare dichiarazioni farneticanti (poche settimane fa la giunta lombarda voleva persino autorizzare un aumento degli spettatori negli stadi) dovrebbero rispondere ad alcune domande che i cittadini lombardi si stanno ponendo.
Tra queste il motivo del mancato potenziamento del trasporto pubblico, ma anche le ragioni per cui i medici di base sono lasciati soli esattamente come in primavera e i motivi per cui la campagna vaccinale contro l’influenza in Lombardia non è nemmeno iniziata quando in altre regioni è ormai conclusa.
Ancora: perché non sono stati assunti i medici e gli infermieri necessari, perché le USCA (le unità d’intervento urgente sul territorio) non sono state aumentate e il tracciamento dei casi sospetti è reso difficile a causa della lentezza e difficoltà a praticare i tamponi.
Tutte queste domande, a cui Fontana non risponde perché significherebbe ammettere le sue pesanti responsabilità, preoccupano fortemente i cittadini lombardi, ma non solo, poiché l’esperienza ci ha insegnato quanto alto sia il livello di interconnessione del rischio tra le regioni.
Insistiamo quindi su quanto ripetiamo da tempo: la giunta Fontana è pericolosa, è necessario revocarle i poteri e commissariare la regione Lombardia.
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