Se non lo fa lui e se non intervenisse Mr. Draghi, allora a dimettersi dovrebbe essere chi lo ha nominato.
Il Fatto Quotidiano di oggi, 24 novembre, pubblica un articolo esplosivo che, se le notizie verranno confermate, dovrebbe indurre il presidente di ITA a dimissioni immediate ed il governo Draghi ad intervenire immediatamente con la revoca del mandato nel caso Altavilla non volesse lasciare la guida di ITA.
Ecco alcuni passaggi dell’articolo a firma Mauro del Corno (“Metà dei lavoratori fuori!” Insulti e minacce di Mr. Ita) che si può leggere integralmente su Il Fatto Quotidiano, insieme ad un commento di Peter Gomez (“Cazz... ti sei flippato il cervello”: Altavilla è un manager debole).
“Fra quattro mesi la metà li voglio fuori”: sono parole del presidente di Ita Airways, Alfredo Altavilla, pronunciate nel corso del comitato direttivo che si è riunito il 1º ottobre scorso di cui ilfattoquotidiano.it ha potuto ascoltare alcuni estratti.
Siamo dunque a 15 giorni dal debutto della nuova compagnia sorta dalle ceneri di Alitalia e il riferimento di Altavilla è ai 1.077 dipendenti assunti dalla ex compagnia. Il presidente vorrebbe contenere il travaso di personale dalla vecchia alla nuova società anche per abbassare il tasso di sindacalizzazione.
Uno dei partecipanti all’incontro ricorda che “il livello di sindacalizzazione della cabina (il personale navigante, ndr) è elevatissimo (...) stiamo tenendo strette le maglie proprio per evitare infiltrazioni”.
Secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, circa 8 assistenti di volo su 10 di Ita provengono da Alitalia. Più nel dettaglio Altavilla afferma: “Allora stabiliamo una regola. Se tutti questi 1.077 hanno quattro mesi di prova, fra quattro mesi la metà li voglio fuori. Semplice. Usate pure il meccanismo delle revolving doors che vi ho detto. Perché non vi preoccupate, a scanso di equivoci, dal 16 ottobre cominciamo il meccanismo delle revolving doors qua dentro”.
Alla richiesta di un commento e/o contestualizzazione delle parole del presidente da parte de ilfattoquotidiano.it, Ita Airways non ha smentito le intenzioni di Altavilla, ma ha risposto: “Ci preme sottolineare come, alla luce del noto stile editoriale della testata per cui lei lavora, la suddetta pubblicazione recherebbe un danno in un momento delicato di rilancio di un’azienda strategica per il Paese; infatti, il piano di rilancio di Ita Airways, come noto, si presenta estremamente articolato e necessita del massimo supporto possibile da tutti compresi gli organi di stampa”.(...)
Ita grazie a un’apposita deroga al codice civile introdotta dal governo Draghi, ha potuto assumere i dipendenti ex novo, senza continuità rispetto ad Alitalia. Si sono azzerate anzianità maturate e diritti come la tutela ex art. 18.
Partendo da zero, tutti i lavoratori affrontano il periodo di prova di 4 mesi. Chi non venisse confermato non potrebbe neppure beneficiare degli ammortizzatori sociali.
La compagnia, controllata al 100% dallo Stato, ha inoltre scelto di non applicare il Contratto collettivo basandosi su un semplice regolamento aziendale.
(...) Il resto del dialogo tra Altavilla e i suoi collaboratori si concentra sui ritardi nel processo di selezione. I toni sono aspri. Altavilla si rivolge a uno dei partecipanti alla riunione affermando: “Ma che cazzo ti sei flippato il cervello?”.
E ancora: “Tu lo sai bene che con i numeri non mi potete prender per il culo perché vi spiumo tutti quanti”. E in conclusione: “Ma queste priorità, puttana troia, le devo scegliere io, porca puttana, non le devi scegliere tu, cazzo. Chi cazzo ti ha dato questa autorità?”. (...).
A prescindere dal tono e dai termini usati, Altavilla esprime concetti che non possono essere sopportati in un paese dove ancora esiste, o dovrebbe esistere, una parvenza di civiltà.
Concetti assolutamente illegali, antisindacali e non costituzionali, contro il diritto del lavoro ed i basilari principi che dovrebbero essere alla base di una società civile. Affermazioni che colpiscono duramente i lavoratori di un’azienda nata male e che si sta dimostrando assolutamente inadeguata, sia industrialmente, sia eticamente.
Come rileva Il Fatto Quotidiano “(...) Altavilla è stato indicato per la presidenza di Ita da Francesco Giavazzi, economista della Bocconi di Milano e consulente di Mario Draghi. (…)".
Bene, se Draghi e il suo “governo dei migliori” non dovessero intervenire immediatamente rimuovendo Altavilla dal suo incarico, si confermerebbe una rottura irreversibile nel tessuto sociale e democratico di questo Paese.
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