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27/11/2021

Non si convive con il virus. Le borse mondiali si arrendono

Contrordine, finanzieri! La ripresa non ci sarà, anzi, forse, vediamo... ‘Sto cavolo di virus ci ha tolto le certezze...

Nell’economia dominata dalla finanza, che credeva di aver eliminato i fastidi del mondo reale – con tutte le sue ineliminabili lentezze, inciampi, incertezze – il Covid semina scompiglio.

Tutta colpa, o merito, della variante “Omicron”, apparsa in Sudafrica solo tre settimane fa, ma già dominante nell’Africa australe “grazie” alla sua estrema variabilità (ben 32 versioni differenti, pare).

Peggio ancora: già presente sul territorio europeo (un caso in Belgio), rilevata in Estremo Oriente (Hong Long) e in altri paesi.

Immediati e isterici i riflessi: borse attraversate da un’ondata di panic selling su tutti i titoli, meno che – ovviamente – quelli di Big Pharma, che ha in mano la produzione di vaccini e non solo, e quindi non soffre quando gli altri soffrono.

Crolli che vanno in media dal 3 al 5%, al di qua e al di là dell’Atlantico o del Pacifico.

Tutte le previsioni fatte fino al giorno prima – grande ripresa mondiale, dopo un 2020 da infarto – sono azzerate. Se neanche la vaccinazione di massa nei paesi ricchi (per quanto in completa e insufficiente, viste le “diffidenze” no vax rilevanti soprattutto nei paesi più importanti ed “evoluti” (Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Olanda, ecc) mette al riparo da una improvvisa ricaduta, le prospettive diventano nere.

Se la nuova variante sarà effettivamente più contagiosa e pericolosa delle precedenti, per il momento, non lo sa nessuno. Ma è chiaro che un super-mutante in grado di presentarsi in 32 versioni differenti ha qualche probabilità in più di “bucare” i vaccini fin qui prodotti. E dunque di far ripiombare i paesi industrializzati nell’incubo dei lockdown e della produzione a ritmi ridotti, con circolazione e commerci al minimo vitale.

Al di là delle conseguenze economiche immediate – il prezzo del petrolio è crollato di oltre il 10% in un solo giorno – sembra evidente che la strategia adottata dall’Occidente neoliberista per affrontare la pandemia sta clamorosamente fallendo anche sull’obiettivo principale: preservare l’economia, a costo di far ammalare e morire decine di milioni di persone.

E’ la strategia del “convivere con il virus”, chiudendo alcune delle attività solo quando l’occupazione dei posti letto in ospedale – mai aumentati, in due anni, in nessun paese “sviluppato” – superava il livello di guardia.

Una strategia che affidava al solo vaccino la soluzione del problema, nella convinzione idiota che tanto sarebbe bastato per “tornare alla normalità”.

La realtà fisica – il virus, in questo caso – si è dimostrata come sempre più complessa. Le varianti si moltiplicano, per il banale motivo che gran parte della popolazione mondiale non è stata vaccinata e non è previsto che lo sia a medio termine.

Perché – altra idiozia derivante dal servilismo nei confronti della multinazionali farmaceutiche – non si è provveduto a liberalizzare i brevetti sui vaccini, consentendo così di produrli anche fuori dalle “case madri” (Pfizer e Moderna, in pratica, visti i limiti dei prodotti di AstraZeneca e Johnson&Johnson), a prezzi infinitamente minori (è uscito fuori che il prezzo imposto dalle due major è 24 volte il costo di produzione!)

Siamo così dentro la tempesta perfetta, stretti tra varianti più aggressive e vaccini a copertura comunque breve (4-6 mesi, in pratica), che riduce la popolazione effettivamente protetta resta troppo bassa per ipotizzare qualsiasi “ripresa” di dimensioni mondiali e di spessore adeguato.

In pratica la prospettiva diventa una corsa alla vaccinazione comunque più lenta del decadimento della copertura vaccinale. Bisognerebbe insomma somministrare ogni giorno, su tutto il pianeta,e a tutta la popolazione, molte più dosi di quante persone vengono a perdere la “copertura anticorpale”.

Oltre a raggiungere tutti quelli che, per mancanza di fondi pubblici degli Stati di appartenenza o suicida “convizione anti-vaccinista”, sono tuttora senza alcuna coertura, anche se temporanea.

Un problema immenso, che coinvolge tutta l’umanità, e che non può certo dipendere dalla ristretta visione di due multinazionali preoccupate soltanto di massimizzare il profitti sui prodotti che hanno in mano (da riprogrammare comunque per affrontare le varianti). Secondo logica del “mercato” infatti, i prezzi spuntati possono essere più alti solo se c’è una certa scarsità… E al momento ce n’è tantissima.

La soluzione razionale è evidente: abolizione totale dei brevetti sui vaccini “euro-atlantici”, rapido esame di quelli “nemici (i tre vaccini cubani, più quelli cinesi e lo Sputnik russo), produzione militarizzata a valanga e moltiplicazione delle squadre sanitarie per la somministrazione di massa su tutto il pianeta.

Ma quel che è razionale per l’umanità nel suo insieme è una bestemmia per la follia neoliberista.

E anche le borse se ne stanno accorgendo.

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