Nel secondo trimestre del 2021 negli Stati Uniti il gioco d’azzardo ha fatturato 13,6 miliardi. Se il trend si manterrà stabile l’anno si chiuderà con una cifra superiore ai 44 miliardi raggiunti nel 2019, avvicinandosi alle dimensioni del mercato di film, libri e musica messi insieme.
In Nevada (+17%), Pennsylvenia (+44,6%), New Jersey (+35,5%) si gioca alla grande, e gli Stati incassano cospicue creste. Il Nevada, a giugno, ha incassato 1,2 miliardi, e Lo Strip di Las Vegas (casinò) ha realizzato il suo terzo maggiore incasso di tutti i tempi.
L’iGaming, la vera grande novità, legale solo in 6 stati, ha maturato un aumento del 15%, con incassi superiori a quelli di tutto il 2020.
Il giro di scommesse si è allargato alla borsa, generando un processo di concentrazione, con un volume d’affari superiore ai 20 miliardi. (forbes.com).
DraftKings, specializzata in scommesse sportive, ad agosto 2019 valeva al NYSE 9,85. Il 21 marzo 2021 chiudeva a 71,98. MGM Resorts International, nello stesso lasso di tempo, è passata da 5,90 a 51. International Game Technology PLC, controllata da De Agostini, il 22 aprile del 2020 valeva 3,59. L’11 luglio del 2021 è balzata a 32,95. Sono numeri da tavolo da gioco.
I ricavi delle scommesse sportive sono cresciuti del 69% dal 2019 al 2020, e di un altro 270% durante il primo trimestre del 2021 (theatlantic.com).
Il processo è contagioso. Anche i conduttori delle trasmissioni sportive sono entrati nel giro. Discutono allegramente di scommesse e probabilità di vincita. Charles Barkley, di TNT, ha un contratto di sponsorizzazione con FanDuel. Jalen Rose, di ESPN, ne ha uno con BetMGM. Fox ha la sua piattaforma di scommesse, Fox Bet. Anche Disney è voluta entrare nel giro, con una piccola partecipazione in DraftKings, e ha in cantiere altre opzioni per aumentare la sua quota di mercato.
Il gioco d’azzardo è ora saldamente radicato nella matrice sportiva. Le stesse società posseggono il diritto di trasmettere i giochi, il giornalismo sui giochi e i mercati delle scommesse per quei giochi.
Il gioco d’azzardo, scrive Stephen Marche su theatlantic.com, è divertente perché fa sembrare i soldi un gioco, una sciocchezza. L’euforia si è diffusa più ampiamente di recente, da quando le criptovalute, con un volume di mercato che ha superato i 2 trilioni, hanno cominciato a minare l’idea stessa di denaro.
I token (i gettoni) sono, per così dire, virtuali, rimbalzano da un computer ad un altro, e tutto ha il fascino del Monopoly e la parvenza del gioco.
Quando nel gioco entra a gamba tesa un organismo istituzionale, la differenza tra reale e virtuale, tra gioco e vita vera, diventa ancora più sfumata.
Dal 2008, dice Stephen Marche, la Federal Reserve (la Banca centrale Usa, ndr) ha iniziato a stampare denaro a manetta, facendo del quantitative easing parte integrante del suo regolare programma.
L’offerta di moneta degli Stati Uniti è cresciuta di 5,5 trilioni, con un aumento, da dicembre 2019 ad agosto 2021, del 35,7%.
L’inflazione, dice Marche, sta aumentando più velocemente di quanto non abbia fatto in 20 anni, minando ancora di più la credibilità che la gente riponeva nel denaro. Se i quattro spiccioli che hai sul conto oggi non equivalgono più a quelli di ieri, e domani saranno ancora meno, chi ti ferma più? Chi non gioca adesso?
Se il modello sociale è Tesla, che in Borsa corre più che sulle strade; se i soldi non hanno più una misura riconoscibile, e nemmeno il mercato, con la sua distruzione creatrice, è in grado di fermare le vertiginose ascese in borsa, chi sono io per non tentare la fortuna?
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