La presenza coloniale francese appare sempre meno gradita in Africa. L’agenzia Nova riferisce infatti che un convoglio militare francese si trova bloccato da venerdì scorso a sud della capitale del Burkina Faso, Ouagadougou, dopo che decine di manifestanti ne hanno impedito l’avanzata in segno di protesta contro la presenza francese nel Paese.
È bene ricordare che il Burkina Faso è il paese di Thomas Sankara, uno dei più importanti leader anticolonialisti africani ucciso nell’ottobre del 1987 e sulla cui morte pesano ombre pesanti sulla Francia.
Secondo Le Monde il convoglio aveva lasciato la città centro-settentrionale di Kaya nella notte tra sabato e domenica scorsi per dirigersi verso Ouagadougou, e al momento risulta bloccato nella località di Loango, situata a una trentina di chilometri a sud della capitale, dove le autorità burkinabé hanno messo in sicurezza l’area per impedire ai dimostranti di assalire il convoglio.
“L’obiettivo era semplicemente quello di evitare un’altra giornata di proteste”, ha dichiarato a “Rfi” il portavoce dell’esercito francese, Pascal Lany.
Il convoglio militare francese, composto da circa 90 camion, era partito lo scorso 14 novembre da Abidjan, in Costa d’Avorio, diretto verso la capitale nigerina Niamey e, da lì, verso la località di Gao, in Mali, dove è destinato a rifornire le forze francesi dell’operazione Barkhane. In vista dell’arrivo del convoglio a Ouagadougou, decine di manifestanti si sono radunati all’uscita nord della città per aspettarlo e bloccarlo.
Le proteste contro la presenza dei militari francesi in Burkina Faso e in tutti i Paesi del Sahel sono sempre più frequenti. Ieri il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha chiesto al presidente burkinabé Roch Marc Christian Kaboré di intervenire per porre fine al blocco del convoglio. “Abbiamo informato il presidente Kaboré che vogliamo che aiuti a risolvere questa situazione a Kaya“.
L’agenzia Nova ricorda come nel giugno scorso il presidente francese Emmanuel Macron abbia confermato che la Francia lancerà una “profonda trasformazione” dell’operazione militare Barkhane, attiva nel Sahel dal 2014 contro le milizie jihadiste, in quello che si preannuncia come un graduale disimpegno francese in un’area mai realmente pacificata e che anzi, rispetto a qualche anno fa, appare ancor più instabile e fragile.
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