Il presidente bielorusso Lukashenko e quello russo Putin, hanno avuto oggi un nuovo colloquio, anche se non sono stati forniti ulteriori dettagli sul contenuto della telefonata.
L’ultima volta che Putin e Lukashenko hanno parlato al telefono è stato martedì 16 novembre, quando hanno discusso della crisi dei migranti al confine bielorusso-polacco e di azioni congiunte per difendere i confini dell’Unione statale Russia-Bielorussia.
Sono ormai due settimane che circa 2.000 migranti (diventati 7.000 perché la Polonia li ha contati tre volte per suscitare allarme, ndr) provenienti da diversi paesi in conflitto del Medio Oriente si trovano ammassati al confine tra Bielorussia e Polonia, nel tentativo di ottenere asilo politico dall’UE, la quale però continua ad accusare le autorità bielorusse di aver creato la crisi migratoria allo scopo di destabilizzare il confine orientale dell’Unione europea.
Al confine tra Polonia (e quindi la UE) e Bielorussia si è intanto consumata una tragedia ampiamente prevedibile. Un bambino siriano è morto nella notte tra mercoledì e giovedì, quando gli operatori del Centro polacco per l’aiuto internazionale hanno compiuto un intervento con temperature gelide a seguito di una segnalazione d’emergenza. Nella foresta i soccorritori hanno riferito di aver trovato una coppia di siriani feriti – l’uomo con una lesione al braccio, la donna con un taglio da coltello alla gamba – e il loro figlioletto ormai senza vita. Sul posto, aggiunge l’ong, è stato curato anche un giovane in condizioni di disidratazione e denutrizione. Finora, le vittime segnalate al confine da medici e attivisti erano state almeno 11.
Tre giorni fa la polizia polacca, con una torsione di sadismo decisamente ripugnante, aveva fatto ampio uso di idranti con acqua fredda contro i migranti che si avvicinavano al filo spinato del confine. Inevitabile che con le temperature gelide questo avrebbe causato delle conseguenze molto gravi.
Le autorità bielorusse hanno riferito di aver sgomberato l’accampamento nella zona confinaria tra il villaggio bielorusso di Bruzgi e quello polacco di Kuznica, dove da giorni circa duemila persone erano accampate in tende improvvisate. I migranti, hanno confermato le guardie di frontiera polacche, sono stati trasferiti in una struttura coperta ad alcune centinaia di metri di distanza.
Si segnala anche il primo volo di rimpatrio in Iraq di un gruppo di 431 migranti iracheni con un volo della Iraqi Airways che ha fatto scalo prima a Erbil, nel Kurdistan da cui proveniva la maggior parte di loro, e poi a Baghdad: un ritorno che per secondo le autorità curdo-irachene sarebbe avvenuto su base volontaria.
Su pressione della Polonia e dei paesi baltici Bruxelles promette di mantenere la linea dura contro la Bielorussia, confermando solo colloqui tecnici e l’entrata in vigore del nuovo pacchetto di sanzioni concordato lunedì al Consiglio Affari Esteri.
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