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19/11/2021

Pandemia feroce, governi da quattro soldi

Sguazza nella melma dell’improvvisazione anche il “governo dei migliori”. Tutto preso dal varare “riforme strutturali” decise dal capitale multinazionale e approvate dall’Unione Europea; tutto impegnato nel disegnare una “legge di stabilità” che prepara il ritorno all’austerità regalando ogni risorsa alle imprese mentre comprime i livelli salariali sotto la soglia della sopravvivenza... ma poi gli esplode sotto la sedia la bomba dei contagi.

Non è solo, in questa dimostrazione di criminale indifferenza alla salute della popolazione. Tutto l’Occidente neoliberista si trova in condizioni identiche, spesso anche peggiori.

In Germania ieri 65.371 nuovi casi Covid e 264 decessi, con le terapie intensive già al limite di guardia. In Francia, in pochi giorni, i casi sono raddoppiati fino a 20.000 al giorno. In Russia siamo al record giornaliero di 1.251 morti. In Ucraina oltre 20.000 contagi.

Potremmo andare avanti a lungo, ma è già chiaro che siamo nel pieno della “quarta ondata” e nessuno dei governi attenti soprattutto al “libero mercato” è riuscito – in due anni! – a prendere le misure alla pandemia.

Per contrasto spicca ovviamente il dato cinese: 6 contagiati, di cui tre sono atleti stranieri arrivati per delle competizioni.

Sotto accusa vanno perciò la gestione della pandemia e soprattutto le ragioni di fondo di un fallimento tanto clamoroso quanto previsto (da noi, almeno).

Fin dall’inizio, quando ancora il vaccino era soltanto una speranza, si è deciso ovunque – nell’Occidente neoliberista – che l’economia veniva prima della salute e della vita. E se qualcuno moriva, pazienza.

Si cercava di evitare di dichiarare “zone rosse” – clamoroso il caso della Val Seriana, vera bomba che poi ha fatto dilagare il virus in tutta Italia – e, quando pure venivano istituite, si obbligavano le persone ad andare a lavorare su mezzi pubblici come sempre strapieni.

Al massimo si interveniva sulle “attività ricreative” – bar, ristoranti, palestre, cinema, stadi, discoteche, ecc. – creando differenze di trattamento assolutamente prive di una giustificazione sanitaria.

Stare al chiuso per mangiare o ballare, in piena epidemia, è certamente pericoloso e fonte di diffusione del contagio. Ma perché non dovrebbe esserlo il lavorare uno a fianco all’altro, in ufficio o alla catena di montaggio? E perché autobus e metro affollati sarebbero (stati) esenti da rischi?

Queste palesi e insensate sottomissioni agli interessi delle imprese più grandi, multinazionali in primo luogo, ha seminato diffidenza, sfiducia, sospetti che hanno coinvolto – più che i governi Conte II e Draghi I – il sistema sanitario e la stessa scienza. Qui hanno attecchito gli imbecilli no vax e si sono infilato i fascisti più criminali (facilitati da tanti leader della destra parlamentare).

Il vaccino sembrava la soluzione definitiva e unica. E non lo è stata.

Intanto per ragioni scientifiche. Il virus muta, circola, ritorna. I vaccini non riescono a “immunizzare” dai coronavirus come fanno invece per le infezioni batteriche (il tetano, per esempio). Danno una copertura temporanea, alcuni mesi.

Ma anche per ragioni di demenza politica nella gestione della vaccinazione. Tutti i governi hanno lasciato “libertà di scelta”, se vaccinarsi o no. Quelli più credibili (Cuba, Cina, Vietnam, ecc.) vedono altissime percentuali di vaccinati, mentre quelli occidentali arrancano tra il 50 e l’80% della popolazione.

A fronte di un rifiuto di massa troppo alto è stata prodotta l’”arma di distrazione di massa” del green pass. Un modo burocratico di “incentivare” la vaccinazione, ma che ha avuto pochi risultati pratici, proprio per la mancanza di fiducia e/o di credibilità dei governi.

Non va dimenticato che il green pass era stato richiesto da quella stessa Confindustria che l’anno scorso minacciava di licenziare chi non andava al lavoro anche in pieno lockdown. Ed era stato richiesto per una ragione “economica”, non sanitaria: evitare cause per contagio durante l’orario di lavoro.

Ossessionati dal non voler “ostacolare la crescita”, i governi neoliberisti si ritrovano ora di nuovo ad affrontare lo spettro dei lockdown per frenare la “quarta ondata”. E ancora una volta lo fanno seminando confusione e divisioni.

Ovunque il green pass viene stiracchiato ad hoc. In Slovacchia il primo ministro Eduard Heger ha annunciato “un lockdown per i non vaccinati“. In Germania sarà introdotto il “3G” (green pass tedesco) sul posto di lavoro e sui mezzi di trasporto pubblico. Ma alcuni Land, come la Sassonia, stanno valutando un lockdown totale.

Idem in Francia, Spagna, Grecia... ovunque. E naturalmente partono anche le restrizioni ai viaggi internazionali, in base ai dati giornalieri di questo o quel paese.

In Italia, vero laboratorio di tutti gli orrori (qui è nato il fascismo, non dimentichiamolo), ci si sbizzarrisce su proposte sempre più fantasiose e “differenzianti”.

Brunetta immagina “un green pass rafforzato che deve colpire soprattutto i non vaccinati, gli irriducibili che devono essere reclusi ed esclusi dalla vita collettiva e dall’economia“.

Salvini frena come al solito, ma i “suoi” governatori stanno sul fronte opposto, perché – loro sì – devono fare i conti con i posti letto ospedalieri che vanno riempiendosi a ritmo insostenibile.

Ogni coglione spara la sua ideuzza, ma tutte convergono nel disegnare un puzzle senza senso né logica, con divieti qui e là in palese contrasto con attività che invece resterebbero permesse, negli stessi luoghi e negli stessi ambienti.

Pertanto sono non credibili. Il che aumenta, invece di diminuire, la diffidenza sociale. Che viene sapientemente deviata, però, verso altri bersagli e persino contro la scienza (grazie anche ai comportamenti di alcuni scienziati).

Tutti vogliono ignorare la realtà. La pandemia è qui per restare. La vaccinazione è un’arma efficace se obbligatoria per tutti (tranne i casi clinici che la sconsigliano) e ripetuta a scadenza temporale della copertura (sei mesi circa).

L’Austria del negazionisti del virus, quelli che sfottevano “gli italiani” quando erano al disastro perché “è gente che non si lava”, è oggi il primo paese europeo a imporre l’obbligo vaccinale.

Ma neanche la vaccinazione da sola può risolvere il problema. Anche i vaccinati si infettano e contagiano a loro volta. Dunque servono ancora tutte le misure precauzionali cui ci stiamo abituando (mascherine “vere”, distanziamento, disinfezione delle mani, ecc.).

Ma serve anche il lockdown, nelle aree focolaio, purché associato a campagne di tamponi di massa, per individuare con precisione tutti contagiati in una certa area.

È la strategia cinese, e funziona certamente meglio.

Ma ci vogliono governi credibili. E, come dimostrano sia l’astensionismo elettorale, sia la grande percentuale di “timorosi” (oltre all’esigua pattuglia ideologicamente no vax), i governi neoliberisti non lo sono affatto.

Chi ti frega quattro soldi in più sulle pensioni, sul salario, sul welfare o la sanità, non può certo presentarsi come quello che “ti consiglia per il tuo bene”.

Non se ne esce, con questa gente. Vanno messi fuori gioco.

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